Alla gramigna vengono attribuite proprietà depurative, diuretiche e antinfiammatorie delle vie urinarie. I rizomi della pianta contengono un derivato del fruttosio, chiamato tricitina che sembra avere effetti diuretici. Un’altra sostanza, l’agropirene, sotto forma di olio essenziale, sembra avere l’effetto di disinfettare reni e vie urinarie. Per la presenza di questi principi attivi la gramigna trova impiego in caso di cistite e altre infiammazioni delle vie urinarie, ma non solo, si impiega anche negli stati infiammatori che provocano artrite e reumatismi. L’azione diuretica si rivela efficace in caso di iperuricemia. L’assunzione di estratti di gramigna determina un buon effetto diuretico che si concretizza con l’aumento di emissione di urina, fattore che permette di disintossicare l’organismo, ma anche di ridurre la cellulite, gli edemi e l’ipertensione. Questa pianta si usa anche come drenante di fegato e bile e viene indicata nelle cure disintossicanti. Altri principi attivi benefici sono: saponina, mannitolo, mucillagini, sali di ferro e di potassio ( quest’ultimo implicato nell’abbassamento della pressione arteriosa) e vitamine A e B. Per le sue spiccate proprietà antisettiche la gramigna si impiega anche per combattere le infezioni gastrointestinali.
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Il rizoma di gramigna in passato era utilizzato come base per preparare il pane e la birra, mentre le radici si tostavano per preparare il caffè. Oggi radice e rizoma della gramigna vengono utilizzati per preparare degli specifici rimedi fitoterapici. Le forme “farmaceutiche” più utilizzate in tal senso sono la tisana, il decotto e la tintura madre. La tisana si prepara con tre, cinque grammi di rizoma schiacciato o un cucchiaio raso di radice, da far macerare per 10 minuti in acqua bollente. La sostanza ha un sapore fortemente amaro per cui solitamente si butta l’acqua della prima tazza e si prepara una seconda tisana sempre con la stessa quantità di pianta precedentemente macerata nella prima tazza di acqua bollente. Lo stesso problema si presenta con il decotto, per cui si consiglia di ripetere una seconda volta l’operazione di bollitura. La dose consigliata per la tisana e il decotto è di più tazze al giorno lontano dai pasti per un effetto diuretico e antinfiammatorio. La tintura madre si prepara con i rizomi freschi macerati in alcool a 65 °. La dose consigliata è di un tot di gocce secondo prescrizione medica per tre volte al giorno. Non vengono segnalati rischi di tossicità legati all’uso della gramigna anche se, trattandosi di un rimedio erboristico, non è mai detta l’ultima parola, specie in caso di sovradosaggio, per cui è sempre consigliabile consultare un medico che prescriverà la posologia più adatta al proprio caso. Intanto occorre sempre segnalare che l’assunzione di gramigna è sconsigliata in caso di nefrite, di contemporanea assunzione di altri prodotti diuretici e di squilibri elettrolitici, cioè di alterazioni nei valori di sodio e potassio.
I rimedi erboristici a base di gramigna si trovano nei consueti canali di vendita dedicati alla fitoterapia. I costi di tali rimedi sono abbastanza accessibili. Una confezione di tintura madre di rizoma di gramigna in flacone da 50 ml costa tra cinque e sei euro. Cento grammi di rizoma puro costano, invece, 2,50 euro.
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