Piante di orchidee

Caratteristiche della pianta di orchidee

La pianta dell'orchidea appartiene alla famiglia botanica delle orchidacee, piante perenni, che comprende un elevato numero di specie diffuse in tutti i continenti. Anche in Italia ci sono circa 30 generi, per oltre 100 specie spontanee in zone sia umide che di montagna, alcune delle quali rischiano l'estinzione. Oggi le più diffuse per la coltivazione nel nostro appartamento sono quelle provenienti dalle zone umide tropicali o subtropicali dell'Asia e dell'America, oltre ad alcune specie ibride create in laboratorio. Le specie che hanno più capacità di adattamento alle nostre temperature sono in particolare tre. L'orchidea Cymbidium è quella che si adatta meglio a vivere all'esterno nei nostri giardini. L'orchidea Phalaenopsis ama vivere negli ambienti caldi delle nostre case, ed è la più diffusa e la più facile da far rifiorire. Infine l'orchidea Dendrobium, anche questa cresce facilmente nelle nostre case ma per le fioriture necessita di un buon livello di umidità nell'aria che possiamo procurare con delle nebulizzazioni d'acqua. Altre specie che ben si adattano in appartamento con ripetute fioriture sono la Cattleya e la Cambria.
Orchidea phalaenopsis

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Come far fiorire in casa le piante d'orchidee

Pianta di orchidee fiorite In commercio ci sono varie specie ibride di piante di orchidee che facilmente rifioriscono in casa, ma se vogliamo dedicarci alla coltivazione delle specie più belle, quelle tropicali, e assicurarci la spettacolare bellezza dei loro fiori, bisogna rispettare alcune condizioni. Come prima cosa dobbiamo tener presente che le orchidee tropicali sono epifite, cioè con radici aeree, che permettono di assorbire l'umidità nell'aria, mentre le specie mediterranee ed europee sono terricole, con le radici nel substrato terroso. Inoltre le specie epifite non avendo le radici nel terreno, vivono sugli alberi fra le intersezioni dei rami o nelle rocce dove si depositano materiali vegetali in decomposizione o sono presenti muschi o licheni, per cui per la coltivazione casalinga bisogna ricreare un terreno soffice. Oltre all'idoneo substrato dobbiamo assicurare alle orchidee di trovare in casa il loro habitat naturale come un clima caldo umido, temperature medie 20-25° C, e fare attenzione a posizionare le piante in zone molto luminose ma non sotto i raggi diretti del sole, e lontano da spifferi e fonti di calore diretti che rendono molto secca l'aria.

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La coltivazione delle piante d'orchidea

Pianta di orchidea epifite Abbiamo visto come si può crescere in casa una pianta di orchidee e godere delle ripetute fioriture solo a certe condizioni. A questo punto per iniziare la sua coltivazione andiamo da un vivaio e comperiamo una pianta già fiorita, non è praticabile una riproduzione diretta per seme o per divisione di una pianta adulta perché si presenta di grande complessità e con scarsi risultati di successo. La pianta appena acquistata in genere non ha necessità di essere rinvasata, dopo un anno si può cambiare il contenitore con uno più largo utilizzando un terriccio, substrato, morbido mescolato a corteccia di conifere e torba. Presso i migliori vivai sono in commercio terricci adatti per le piante di orchidea come il bark composto da corteccia di abete rosso. Hanno bisogno di concimazioni bimensili a base di azoto, utilizzate il concime specifico che si trova in commercio. Per migliorare l'umidità ambientale si possono fare nebulizzazioni quotidiane sulle foglie con acqua demineralizzata, o con quella piovana, ed evitando quella calcarea del rubinetto. Si può anche riporre sotto la pianta un sottovaso con argilla espansa tenuta sempre umida.


Piante di orchidee: L'importanza della potatura della pianta di orchidea

Potatura dopo il secondo nodo Un paragrafo a parte merita la potatura della pianta, operazione questa che non sempre è consigliabile fare ma dipende dalla varietà coltivata e dalle diverse scuole di pensiero su quando e se potarle. Ci sono specie che fioriscono sempre sullo stesso stelo, altre che dopo la fioritura vedono appassire lo stelo e ne producono di nuovi. Le foglie invece si tolgono solo quando sono secche, o malate, perché con la loro forma carnosa sono veri organi di riserva idrica. C'è chi dice che è opportuna la potatura solo quando gli steli sono secchi, altri che conviene sempre accorciare lo stelo anche se produttivo, fino al secondo nodo dalla base, per rinvigorire la pianta. Noi consigliamo qualsiasi sia la specie che state coltivando, di non intervenire dopo la prima fioritura, aspettate e vedete come si comporta la pianta, se rifiorisce sullo stesso stelo conviene dopo la seconda fioritura potarlo per rigenerarlo, se ha prodotto uno stelo nuovo rimuovete quello ormai secco. Usate apposite forbici lavate e disinfettate ed effettuate tagli decisi alla base per gli steli non produttivi, dopo il secondo nodo per quelli destinati ad una nuova fioritura.


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