Il peperoncino Carolina repear

vedi anche: peperoncino

Il peperoncino carolina repear

Negli ultimi anni la competizione tra ibridatori di peperoncini piccanti si è fatta sempre più accanita. In diverse aree del mondo (in India, nei Caraibi, nel Regno Unito, in Messico e negli U.S.A.) vi sono laboratori di ricerca o vivaisti che, tramite incrocio, tentano di ottenere frutti con una sempre maggiore concentrazione di capsaicina. Un importante successo, su questo fronte, è stato ottenuto nel 2013: un peperoncino di recente introduzione, il Carolina Reaper è stato ufficialmente eletto il più piccante del pianeta. Da quel momento la sua fama non ha fatto che crescere e oggi è abbastanza semplice trovarne delle piantine nei vivai o acquistare delle bustine di semi certificati.

Molti lo coltivano solo per il gusto di assaggiarne qualche pezzetto o per curiosità: d’altra parte la sua piccantezza estrema lo rende quasi inutilizzabile nelle pietanze e non risulta particolarmente aromatico. La pianta, invece, nel suo complesso è abbastanza armonica e può essere impiegata anche a scopo ornamentale grazie ai suoi frutti pendenti, colorati e allegri.

Peperoncino carolina repear

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I frutti

Pianta carolina repear I peperoncini Carolina Reaper sono molto caratteristici. Come tutti gli appartenenti al genere Chinense crescono pendenti raggiungendo circa 6 cm di lunghezza a maturità. La forma è arrotondata, quasi a lanterna, ma molto ripiegata su se stessa. Vi sono dei tratti che lo rendono facilmente riconoscibile: il primo è senz’altro il fondo del frutto, che prende forma appuntita (come una piccola coda), probabilmente ereditata dall’ascendente Naga Viper.

Sempre da quel peperoncino ha probabilmente preso la consistenza della buccia: abbastanza spessa e piena di piccole escrescenze e irregolarità.

All’allegagione il colore è un bel verde chiaro, uguale a quello delle foglie. Col tempo si passerà al giallo, arancione e al rosso: infine sarà di un cremisi lucido molto intenso. La pianta produce per un lungo periodo e quindi spesso porta contemporaneamente peperoncini a diversi stadi di maturazione: ciò rende l’insieme molto attraente e ornamentale.

Anche l’interno è abbastanza caratteristico: si notano i bordi ruvidi e con molte curve. In ognuno vi sono circa 20 semi di 3-4 mm di diametro, rotondi, di color giallo chiaro. Si trovano sulla sommità, legati al picciolo con abbondante placenta. È proprio la placenta, unita all’esiguità della polpa, a dare la forte sensazione di piccante. La capsaicina si concentra in numerosissime goccioline oleose sparse lungo tutte le pareti.

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    La pianta

    Peperoncino carolina repear Le piante di Carolina Reaper, se ben impostate, crescono in maniera equilibrata ed esteticamente appezzabile. Assumono naturalmente una forma ad alberello, con un unico stelo dal basso e innumerevoli ramificazioni che formano una chioma piuttosto ampia. Le dimensioni definitive sono medie e rendono questa varietà ideale da crescere in contenitore, su balconi e terrazzi. Può infatti crescere al massimo fino ad 1 metro di altezza, anche se spesso si tende a frenare lo sviluppo con diverse cimature. La larghezza va dai 60 agli 80 cm: gli esemplari sono così piuttosto stabili, anche se la maggior parte delle volte, sia in terra sia in vaso, richiedono il supporto di un tutore.


    Foglie e fiori

    peperoncino carolina repear Le foglie hanno forma allungata e appuntita, di un bel verde medio, identico a quello degli steli e dei frutti immaturi.

    Sono molto abbondanti e fitte aiutando a riparare i frutti da scottature, in caso di sole e calore eccessivi. I fiori crescono copiosi negli internodi: sono sostenuti da un picciolo robusto e leggermente peloso. I petali sono sei, di color bianco-verdastro, mentre al centro sono ben visibili gli stimmi nelle sfumature del lilla.


    Storia e piccantezza

    peperoncino carolina repear Negli ultimi venti anni l’interesse verso i peperoncini è diventato sempre più grande e diffuso a livello planetario. Vi sono così moltissimi ibridatori impegnati nella ricerca di cultivar interessanti. Sotto questo fronte uno dei successi più ambiti è quella della massima concentrazione di capsaicina nei frutti. Gli esisti positivi sono stati molti: bisogna infatti pensare che dal 2011 vi sono stati già tre nuovi record (Naga Viper, Trinidad Moruga Scorpion e poi, appunto, il Carolina Reaper).


    La sua introduzione

    Il creatore del Carolina Reaper è Ed Curry, fondatore di una famosa azienda, la Puckerbutt Pepper Company, che produce e distribuisce prodotti legati ai peperoncini: piante, sementi, salse e altre specialità culinarie, tutte estremamente hot.

    Si occupa chiaramente anche di ricerca e ibridazione di nuove varietà. Secondo le sue dichiarazioni cominciò già nel lontano 1981 con diversi tentativi di incrocio. Infine ottenne dei buoni risultati qualitativi dai frutti ottenuti dall’unione, probabilmente, di un Habanero Red e di un Naga Viper (o un altro peperoncino simile di origine indiana o pakistana). Il lavoro di ulteriore selezione durò almeno vent’anni: la nuova varietà venne infatti presentata ufficialmente nel 2013.

    Inizialmente veniva indicata solo con un nome in codice (HP22B), un acronimo (HP significa Higher Power) che specifica semplicemente la sua collocazione nel vivaio in cui germinò (vaso n. 22, pianta B).

    In seguito, per comodità e scopi commerciali assunse la denominazione corrente, anche se, più correttamente andrebbe indicato come "Smokin Ed's Carolina Reaper".


    La sua piccantezza

    Il suo creatore, consapevole dell’estrema “pericolosità” del suo peperoncino, decise di sottoporlo il prima possibile al giudizio della giuria dei Guinness dei Primati. La misurazione avvenne nell’agosto del 2013 su un campione di diversi frutticini provenienti da un’unica pianta. Uno di essi fece segnare il record assoluto di 2.200.000 Unità Scoville scalzando il Trinidad Moruga Scorpion (che ha detenuto il primato, 2.000.231 SHU, per poco più di un anno, dal febbraio 2012).

    Bisogna sottolineare però questi valori sono di solito abbastanza lontani dai frutti prodotti normalmente con una coltivazione non mirata: il Carolina Reaper, in media, raggiunge una piccantezza di 1.569.300 Unità Scoville (che è ad ogni modo insopportabile).


    Note di coltivazione

    La coltivazione del peperoncino Carolina Repear
    Famiglia, genere, specieSolanaceae, Capsicum Chinense, Carolina Reaper
    AltezzaFino a 1 metro, si consiglia di cimarlo per tenerlo a circa 80 cm
    LarghezzaDa 60 a 85 cm
    FruttiRotondi con molte pieghe e coda finale, esocarpo rugoso; prima verdi, poi giallo, arancio e infine rosso
    FioriBianchi a sei petali
    PiccantezzaEstremamente piccante; 1.569.300-2.200.000 SHU
    RusticitàNon rustica; mai scendere sotto i 15°C
    EsposizioneSole per almeno 6 ore al giorno
    IrrigazioneAbbondante
    TerrenoProfondo, ben lavorato, ricco e fresco
    ConcimeAbbondate, con molto potassio (ideale quello per pomodori)
    Germinazione dei semiA 25°-28°C, in circa 8 giorni
    Luogo di coltivazioneOrto, contenitore, giardino (bordure, aiuole)


    Semina e trapianto

    Possiamo decidere di acquistare una pianta già formata o partire da seme. Quest’ultima opzione è preferibile se vogliamo crescere un gran numero di esemplari. I piantini invece sono indicati a chi non possa seminare in anticipo in casa (specialmente al Nord) rischiando di non veder concludere il ciclo vegetativo nell’annata.

    Indispensabili per una veloce germinazione sono le temperature alte (da 20 a 25°C) e un elevato tasso di umidità. Per ottenere piante forti e non filate è importante anche un’ottima esposizione già dal momento dell’emissione della prima radichetta (che avviene, in media, 8-10 giorni dopo la semina).

    I grani possono essere fatti pregerminare su carta assorbente o posti direttamente nei vassoi alveolari, con un terriccio leggero, fresco e ed omogeneo.

    Per il trapianto finale all’esterno bisognerà attendere almeno 45 giorni (anche 60 al Nord), non prima quindi del mese di maggio. In quella fase è cruciale evitare di danneggiare le radici (superficiali) mantenendo invece il più possibile intatto il pane di terra. Utile è aggiungere nella buchetta del concime a lenta cessione con un alto contenuto di potassio. Indispensabile è l’inserimento di un tutore lungo almeno 80 cm, cui andrà subito legato lo stelo principale:

    eviteremo così che piogge o venti forti possano danneggiarlo irreparabilmente.

    Il Carolina Reaper cresce molto bene anche in vaso, a patto che sia di medie dimensioni (profondo almeno 30 cm) e il substrato molto ricco.


    Crescita e produzione

    I peperoncini necessitano di una lunga fase di crescita e maturazione: i primi potranno essere raccolti circa 5 mesi dopo la semina, nel mese di settembre. I frutti necessitano circa 2 mesi di tempo, dall’allegagione, per raggiungere il loro completo sviluppo e diventare del tipico colore rosso scuro acceso. Quasi la totalità dei frutti saranno pronti nel mese di ottobre; se invece viviamo al Sud, nelle Isole o sulle coste vi saranno nuove emissioni di fiori e continueremo ad avere peperoncini pronti per il consumo anche fino a dicembre inoltrato.


    Il peperoncino Carolina repear: Raccolta e conservazione

    Peperoncino carolina repear Il peperoncino Carolina Reaper conserva tutte le sue caratteristiche gustative solo da fresco. Come abbiamo detto è estremamente piccante, al punto da essere quasi immangiabile. Nelle preparazioni è generalmente sufficiente inserirne un pezzetto piccolissimo. Questa sua caratteristica nasconde quasi tutti gli altri sapori, ma i creatori fanno notare che sono presenti anche note dolci e fruttate oltre ad un retrogusto leggermente amaro.

    I frutticini possono essere conservati in frigorifero per circa una settimana, ma è anche possibile congelarli. Un ottimo metodo per utilizzarli in inverno consiste nell’essicazione, da effettuarsi però con apparecchi appositi (la buccia è piuttosto consistente e fa fatica a disidratarsi al sole senza che vi sia lo sviluppo di muffe).

    Ricordiamoci sempre di utilizzare i guanti quando li maneggiamo; laviamoci poi benissimo le mani e evitiamo di toccare occhi o altre mucose.



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