La coltivazione dei tartufi è rappresentata dal fatto di riuscire a realizzare con sistema artificiale un rapporto ideale tra fungo e pianta. Si tratta di una tecnica che viene chiamata, in gergo, micorrizazione e viene svolta lasciando che le radici della pianta interessata arrivino a contatto con le spore del tartufo che si intende impiantare.
Una volta che si è scelta la specie del tartufo migliore per la coltivazione nel terreno di cui si dispone, è importante anche decidere la tipologia di pianta più adatta per integrarsi con il tartufo.Il consiglio è quello di creare degli impianti di coltivazione con più specie di piante per avere una più ampia variabilità per contrastare imprevisti ed avversità della coltivazione, ma per garantire la produzione in ogni caso.Il prezzo medio di una pianta micorrizata per la coltivazione dei tartufi si attesta intorno ai 9/12 euro, ma dipende sempre dalla tipologia di tartufo che si ha intenzione di impiantare.La stagione migliore per iniziare un impianto adibito ad una tale coltivazione è compresa nel periodo tra autunno e primavera.In seguito all'impianto si possono effettuare lavorazioni superficiali del terreno, che vanno essenzialmente a favorire l'approfondimento delle radici, l'aerazione del suolo, l'infiltrazione dell'acqua e la limitazione delle erbe infestanti.Ovviamente la scelta se effettuare degli interventi o meno, varia in relazione alle caratteristiche del suolo e della specie che è stata utilizzata per la micorrizatura. Il Kit Peperoni e Peperoncini di Plant Theatre - 6 diverse varietà da coltivare - Regalo ideale Prezzo: in offerta su Amazon a: 16,99€ |
I tartufi presentano delle particolari esigenze dal punto di vista pedologico e climatico per ogni specie.
I tartufi non sopportano i terreni troppo compatti o quelli che presentano un pH acido, mentre si deve fare sempre una preventiva valutazione su tutti gli altri terreni prima di iniziare a coltivare i tartufi.Sono da evitare anche tutti quei terreni con un'eccessiva assenza di calcio e quelli che presentano una profondità piuttosto limitata, che non consentono lo sviluppo delle radici in profondità per almeno 15 centimetri.E' sempre meglio affiancarsi ad un esperto nel settore per capire se il terreno è adatto o meno alla coltivazione dei tartufi: dopo questa preliminare operazione, si dovrà provvedere alla preparazione e alla livellatura del terreno, con la rimozione di arbusti , pietre e tutto ciò che può rappresentare un ostacolo per lo sviluppo di queste particolari piante.L'irrigazione, che non deve essere in alcun caso effettuata con acqua di acquedotto (dato che presenta al suo interno del cloro), è una delle variabili più importanti per quanto riguarda la coltivazione dei tartufi.
Sicuramente una buona irrigazione è in grado di garantire un ottimo attecchimento delle piante e una precoce entrata in produzione dell'impianto, oltre al fatto di favorire una produzione efficace e lineare nel corso degli anni.E' importante anche provvedere all'eliminazione, per garantire una corretta eliminazione, delle eventuali piante infestanti e accertarsi che le piante non vengano infestate da parassiti, che rappresentano un pericolo per la produzione di tartufi.L'entrata in produzione di una tartufaia coltivata comincia, nella maggior parte dei casi, in seguito al settimo od ottavo anno dal momento in cui viene realizzato l'impianto, mentre la produzione a pieno ritmo inizia, di solito, tra il tredicesimo e il quindicesimo anno (ci stiamo riferendo sempre al tartufo nero).
La potatura che riguarda le piante micorrizate si dimostra molto difficile da attuare e delicata, dato che deve vertere sulla produzione dei tartufi.
Ci sono diverse idee e teorie che riguardano la potatura dei tartufi e, per completezza, le riportiamo tutte.Si può evitare qualsiasi intervento, dato che la tartufaie naturali producono senza alcun potatura; si può ricorrere a leggeri interventi, come una potatura sulle piantine più giovani, per fare in modo di guidare la formazione della chioma o per evitare l'eccessivo ombreggiamento sulle piante adulte; infine, si possono attuare degli interventi drastici, con potatura estremamente intense fin da quando sono piccole, in maniera tale da poter ricavare delle piante basse, con una chioma particolarmente compatta.La concimazione sia minerali che organica, di solito, non viene svolta, anche se molti tartuficoltori inseriscono nel terreno diverse sostanze (tra cui latte acido, pula di riso, cenere e così via), ma in fin dei conti si tratta di metodi personali e sta ad ognuno di noi valutarne la bontà, tenendo sempre in conto che non esistono in letteratura, molti dati su tale argomento.
COMMENTI SULL' ARTICOLO