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La santoreggia si coltiva per seme sul terreno o in semenzaio e si può trovare spesso nei giardini o negli orti di casa e in vaso. Per la semina in terra bisogna prima sfoltire le piantine e durante l'inverno i semi si dovranno conservare al buio per farli germogliare. Poi, in primavera le piantine vengono trapiantate. Alla fine, la semina diretta è la più usata, data l'ottima germinazione ottenuta e il minor costo, se messa in confronto con la semina nel semenzaio. La santoreggia si coltiva facilmente anche perché si adatta a quasi tutti i terreni e in special modo a quelli soleggiati e asciutti. Allo spuntare delle foglie è necessario diradare le piantine solo per il primo anno, infatti dopo questo periodo la pianta diventa autonoma e si semina da sola, anche se non deve diventare infestante.
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La santoreggia non ha bisogno di fertilizzanti particolari anche se è meglio concimarla nei mesi estivi. Per la varietà perenne si deve dare il concime liquido mescolato all'acqua per innaffiare, ogni quattro mesi circa. Questo fertilizzante dovrà essere composto da azoto e potassio. Le foglie di santoreggia vengono raccolte in estate e in autunno se si usano fresche, mentre se si utilizzano essiccate bisogna raccoglierle tra la primavera e l'estate prima della fioritura. I fiori invece si prelevano in luglio e agosto. Questa pianta era famosa anche nel passato, infatti è stata molto utilizzata dai romani per insaporire i cibi e anche per uso officinale. Dato il suo aroma lievemente selvatico, speziato e delicato è rinomata come il timo, di cui è simile. Le radici della santoreggia possono essere protette con la pacciamatura di paglia e fieno da sistemare alla base della pianta.
Alcuni insetti tra cui le farfalle visitano spesso la santoreggia che vive bene nelle zone dai climi temperati, magari nei posti più soleggiati o con poca ombra. Il suo terreno è quello calcareo, fertile e drenato, ma non sopporta la terra compatta che favorisce di solito dei negativi ristagni d'acqua. Questi ultimi infatti portano in breve tempo alla debilitazione totale della pianta. Ma anche le erbe infestanti possono essere dannose. A questo proposito il rimedio più efficace è sicuramente quello delle scerbature a mano oppure se la santoreggia è messa in pieno campo è bene effettuare la sarchiatura. Un altro accorgimento importante è adoperare la tecnica di non seminare sempre sullo stesso terreno la santoreggia o un'altra pianta della stessa famiglia. Come aspetto esteriore la santoreggia è pure ornamentale perché elegante e decorativa.
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