Coltivare santoreggia

Quanto annaffiare la santoreggia

La santoreggia è da innaffiare con regolarità, ma per avere un altro raccolto bisogna potarla in luglio. Questa pianta sopporta senza difficoltà la siccità, anche se in estate è meglio annaffiarla più volte per aumentare le foglie; ma sempre aspettando che la terra sia asciutta prima dell'irrigazione successiva. La santoreggia montana è una pianta perenne che rappresenta una varietà particolare e sopporta tranquillamente le temperature più basse. In generale, la pianta presenta delle radici fibrose e profonde; le sue foglie sono lievemente pelose di colore verde intenso. I fiori sono bianchi o leggermente rosa e lilla, dalle piccole dimensioni. Appaiono in estate e si distribuiscono intorno alle foglie. Mentre, per quel che riguarda i frutti, la pianta della santoreggia offre degli acheni ovoidali al compimento della maturazione.
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Come coltivare la santoreggia

Santoreggia montana La santoreggia si coltiva per seme sul terreno o in semenzaio e si può trovare spesso nei giardini o negli orti di casa e in vaso. Per la semina in terra bisogna prima sfoltire le piantine e durante l'inverno i semi si dovranno conservare al buio per farli germogliare. Poi, in primavera le piantine vengono trapiantate. Alla fine, la semina diretta è la più usata, data l'ottima germinazione ottenuta e il minor costo, se messa in confronto con la semina nel semenzaio. La santoreggia si coltiva facilmente anche perché si adatta a quasi tutti i terreni e in special modo a quelli soleggiati e asciutti. Allo spuntare delle foglie è necessario diradare le piantine solo per il primo anno, infatti dopo questo periodo la pianta diventa autonoma e si semina da sola, anche se non deve diventare infestante.

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Come concimare la santoreggia

Santoreggia estiva La santoreggia non ha bisogno di fertilizzanti particolari anche se è meglio concimarla nei mesi estivi. Per la varietà perenne si deve dare il concime liquido mescolato all'acqua per innaffiare, ogni quattro mesi circa. Questo fertilizzante dovrà essere composto da azoto e potassio. Le foglie di santoreggia vengono raccolte in estate e in autunno se si usano fresche, mentre se si utilizzano essiccate bisogna raccoglierle tra la primavera e l'estate prima della fioritura. I fiori invece si prelevano in luglio e agosto. Questa pianta era famosa anche nel passato, infatti è stata molto utilizzata dai romani per insaporire i cibi e anche per uso officinale. Dato il suo aroma lievemente selvatico, speziato e delicato è rinomata come il timo, di cui è simile. Le radici della santoreggia possono essere protette con la pacciamatura di paglia e fieno da sistemare alla base della pianta.


Coltivare santoreggia: Esposizione e malattie

Santoreggia pianta Alcuni insetti tra cui le farfalle visitano spesso la santoreggia che vive bene nelle zone dai climi temperati, magari nei posti più soleggiati o con poca ombra. Il suo terreno è quello calcareo, fertile e drenato, ma non sopporta la terra compatta che favorisce di solito dei negativi ristagni d'acqua. Questi ultimi infatti portano in breve tempo alla debilitazione totale della pianta. Ma anche le erbe infestanti possono essere dannose. A questo proposito il rimedio più efficace è sicuramente quello delle scerbature a mano oppure se la santoreggia è messa in pieno campo è bene effettuare la sarchiatura. Un altro accorgimento importante è adoperare la tecnica di non seminare sempre sullo stesso terreno la santoreggia o un'altra pianta della stessa famiglia. Come aspetto esteriore la santoreggia è pure ornamentale perché elegante e decorativa.


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