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Il terreno ideale per questa pianta è morbido, sciolto e ben drenato, possibilmente acido; meglio evitare, nel suolo, una concentrazione eccessiva di calcare. La semina va effettuata in primavera; le piantine acquistate in vivaio, invece, vanno messe a dimora preferibilmente nella stagione autunnale, in una buca larga circa il doppio rispetto alla totalità delle radici. Una lavorazione preliminare del terreno, per eliminare le erbacce ed aerare le zolle, garantisce condizioni migliori per lo sviluppo della pianta. La potatura non è strettamente necessaria, dato che questo piccolo albero cresce piuttosto lentamente, ma se si vuole intervenire per regolare la sua forma occorre utilizzare strumenti puliti e disinfettati e limitarsi a tagliare i rami che fuoriescono dalla sagoma in maniera evidente.
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Si suggerisce di praticare la concimazione due volte all'anno, in primavera ed in autunno, con prodotti organici o con fertilizzanti contenenti i tre principali macroelementi, ossia il fosforo, il potassio e l'azoto. Quest'ultimo dovrebbe essere tuttavia somministrato in misura minore rispetto agli altri due, dato che il suo scopo primario è incentivare la crescita delle parti vegetative: di conseguenza, se distribuito in quantità eccessive, potrebbe indebolire la pianta. Il fosforo è indispensabile per un corretto metabolismo, il potassio per aumentare la resistenza al freddo ed alle infestazioni dei parassiti. Bisogna fare attenzione ad un'eventuale carenza di questi tre elementi; la pianta, se privata delle sue sostanze nutrienti, può andare incontro a un deperimento globale ed al disseccamento delle foglie.
L'acero giapponese predilige un'esposizione luminosa, a meno che le temperature non siano eccessivamente elevate, o anche a mezz'ombra; la pianta non teme il freddo, ma i venti intensi potrebbero essere pericolosi per il fogliame. Tra le malattie fungine che possono colpire questo piccolo albero vi è l'oidio, chiamato anche albugine per la muffa biancastra con cui si manifesta: nei casi più gravi, l'esemplare attaccato può persino arrivare alla morte. Come rimedi si suggeriscono prodotti anticrittogamici a base di zolfo. Tra i parassiti, invece, molto fastidiosi sono i ragnetti rossi e le cocciniglie, che determinano il disseccamento delle foglie ed il deterioramento dell'intera pianta; i primi vengono contrastati con soluzioni come il macerato d'ortica, le seconde con l'olio bianco minerale.
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