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Gentile Antonella, la sua domanda essendo piuttosto articlata ed interessante merita una trattazione ampia. Iniziamo la risposta dicendo che le conifere sono un genere di piante molto ampio e composto da moltissime specie dalle caratteristiche genetiche e morfologiche anche molto diverse fra loto. Per quanto riguarda le radici esistono infatti conifere con apparato radicale fittonante (l'esempio più famoso è il larice) come esistono conifere con apparato radicale superficiale (per esempio l'Abete rosso). La conformazione dell'apparato radicale influisce ovviamente sulla stabilità della pianta: in natura numerosissimi sono gli schianti causati dal vento di esemplari di abete rosso, pianta che sviluppa dapprima una radice fitonnate che si trsaforma dopo le prime fasi di vita in una radice fascicolata e superificiale. In un ambiente come quello urbano, dove il suolo e la crescita delle radici sono spesso strettamente influenzati dalla presenza di costruzioni, fondamenta ed altre opere umane, la stabilità delle piante è ancora più compromessa. Per esempio nei viali di città si notano delle piante di grosse dimensioni che non hanno a disposizione che un metro attorno al fusto di terreno libero, con tutto l'apparato radicale ricoperto da asfalto e cemento e molte volte le radici di queste piante vengono manomesse, tagliate e intaccate nel loro normale sviluppo da interventi umani come ad esempio gli scavi. Questo continuo attacco alle radici e questa forzatura della loro crescita provoca da un lato un maggiore rischio di instabilità e di malattie dovute ad attacchi fungini e parassitari e dall'altro dei danni alle infrastrutture costruite dall'uomo. La pressione che con il tempo è in grado di esercitare una radice sulle costruzioni è qualcosa di molto forte, più forte di qualsiasi cemento. La radice si insidia infatti dapprima con le radichette nei buchi e nei microfori del cemento, per poi ingrossarsi pian piano fino a rompere lentamente il cemento a causa della pressione che esercita.
Da questo discorso ne consegue una considerazione: in prossimità di abitazioni è sempre meglio avere piante che sviluppano un apparato radicale fittonante o comunque un apparato radicale contenuto, per ridurre le possibili cause di danno. Nel suo caso specifico bisogna capire però se si tratta di una pianta di Abete bianco o di un Cedro del Libano. Le consigliamo di controllare la pianta e riconoscere con più precisione la specie, cosa non difficile vista la notevole differenza che c'è fra le due. Comunque vista la distanza dall'abitazione (200 metri), possiamo dirle che i pericoli di danno all'infrastruttura sono limitati. Tuttavia se esiste il pericolo di schianto (le consigliamo di chiamare un dottore forestale che le faccia una V.T.A, una valutazione della stabilità della pianta) la cosa migliore e più economica resta l'abbattimento.
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