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Il bulbo di narciso, si presenta come una piccola cipolla di 5-9 centimetri di diametro, leggermente schiacciato ai lati, piriforme e mai perfettamente rotondo. Spesso (soprattutto negli esemplari più vecchi) appare diviso in due o tre sezioni, che si possono dividere per dar vita a nuovi individui. L’intero bulbo è avvolto dalla tunica, composta da due o cinque strati membranosi in base all’età. Come le altre bulbose della stessa famiglia, la base è formata da una corona rotonda dalla quale si generano le radici caudali, mentre all’apice si sviluppa la gemma che darà vita alle foglie e al fusto. Se si divide in due un bulbo di giacinto, si noterà lo strato interno diviso in tanti piccoli strati: analogamente a ciò che succede ai tronchi degli alberi, contando gli strati si può capire quanti anni ha il bulbo (sebbene il dato sia solamente approssimativo e mai preciso). La fase dormiente va dall’inizio dell’estate alla fine dell’inverno.
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Prima di piantare i bulbi di narciso, si consiglia sempre di controllare il tipo di terreno che si ha a disposizione. A differenza delle altre bulbose, infatti, il narciso non tollera terreni ricchi di azoto e carbonio, ragion per cui è indispensabile evitare torbe o torbe di sfagno comuni, ma optare per un terriccio apposito (reperibile nei vivai specializzati o in internet). Se non si ha modo di usare un substrato idoneo, si può optare per terriccio universale misto a sabbia di fiume, arricchito però con abbondante concime in granuli a base di potassio e fosforo, elementi indispensabili per arrivare alla fioritura. Una volta preparato il giaciglio, bisogna scavare delle buche di circa dieci centimetri, dopodiché piantare i bulbi di narciso con la gemma apicale rivolta verso l’alto. In inverno non vanno mai innaffiati, salvo quando si coltivano nelle serre protettive in pvc (soprattutto nelle regioni con inverni rigidi), dove l’acqua piovana non arriva. I bulbi di narciso resistono bene al freddo, ma non alle gelate di lunga durata.
Durante il periodo della fioritura, quando le innaffiature saranno frequenti, è bene tenere sempre sotto controllo l’umidità del terreno, per evitare che i bulbi marciscano. Quando la pianta secca completamente (in giugno o luglio) e le foglie cadranno, i bulbi vanno delicatamente dissotterrati, avendo cura di non recidere le radici basali. Lasciandoli al sole per qualche ora si aiuterà l’espulsione dei liquidi in eccesso dai tessuti, dopodiché andranno conservati in un locale buio e asciutto fino all’autunno inoltrato. L’estrazione dei bulbi dal terreno ci aiuterà a capirne lo stato di salute; quelli molli e troppo scuri, infatti, non produrranno più le piante, mentre quelli sodi e robusti si, soprattutto se si dividono in bulbilli (indice che l’esemplare gode di ottima salute). Se si vogliono lasciare nel terreno, bisogna comunque innaffiare almeno un paio di volte a settimana durante tutto il periodo estivo, sospendendo l’operazione con l’arrivo dei primi freddi.
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