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Il sorbo degli uccellatori, utilizzato prevalentemente a scopo ornamentale, alimentare e per il suo legno, non necessita di un terreno particolare: l'importante è che esso sia fresco e ben drenato. La moltiplicazione può avvenire tramite semina o impianto di esemplari acquistati in vivaio, in primavera nel primo caso, in autunno nel secondo; come operazione preliminare è opportuno rimuovere le erbe infestanti ed ammorbidire il suolo lavorandolo con una vanga. Al momento della messa a dimora bisogna effettuare, inoltre, la prima concimazione. Per il resto, dato che l'albero cresce anche spontaneamente, non sono fondamentali cure specifiche, e non è necessaria neppure la potatura, a meno che non si voglia ridefinire la forma di un esemplare giovane; i rami malati, tuttavia, devono essere eliminati immediatamente.
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Una prima concimazione del sorbo degli uccellatori va eseguita quando si verifica l'impianto, adoperando fertilizzanti organici come il letame maturo, ricco di sostanze nutrienti per l'albero; si deve poi procedere annualmente, alla fine dell'inverno, con prodotti ricchi di fosforo ed azoto. Questi elementi garantiscono, rispettivamente, il rafforzamento delle radici e la crescita dei tessuti; una loro carenza provoca conseguenze quali uno sviluppo limitato, un ciclo biologico più breve e, in alcuni casi, la clorosi delle foglie. Il concime deve contenere anche un terzo macroelemento, il potassio, che facilita l'assorbimento delle risorse idriche ed accentua la resistenza della pianta al freddo ed ai parassiti. Altri elementi, come il manganese ed il ferro, sono inclusi nei fertilizzanti per supportare la sintesi della clorofilla.
Il sorbo degli uccellatori necessita di un'esposizione a mezz'ombra, soprattutto se il clima è caratterizzato da estati eccessivamente calde; al contrario, la pianta non teme il freddo, e può sopportare temperature anche molto basse. Molto fastidiosi, per l'albero, sono parassiti come l'afide ed il rodilegno giallo: il primo succhia la linfa tramite perforazione delle foglie, il secondo scava gallerie nella corteccia provocando un generale deperimento dell'esemplare colpito. Contro gli afidi sono efficaci alcuni rimedi naturali, tra cui il macerato d'ortica, mentre contro il rodilegno giallo è diffuso l'impiego di nematodi entomopatogeni che ne distruggono le larve. Tra le malattie fungine va menzionata la ticchiolatura, che si manifesta con macchie scure e richiede prodotti anticrittogamici.
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