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L'abete argentato non presenta grandi esigenze per quanto riguarda la coltivazione. L'unica accortezza che bisogna avere è quella di creare le condizioni adatte per quanto riguarda il terreno di coltura. La pianta predilige i suoli freschi e soffici che permettono alle radici di andare in profondità. Al tempo stesso il terreno deve essere privo di ristagni idrici e leggermente acido. L'unico problema potrebbe essere causato da un'eccessiva presenza di calcare nel suolo. Per quanto riguarda l'esposizione, si raccomanda una posizione in piena luce. La pianta si adatta molto bene in zone con estati fresche e relativamente piovose ed è in grado di resistere molto bene a temperature che arrivano fino ai -10°C. La pianta può essere propagata attraverso i semi da porre a dimora a primavera in un letto di terriccio e sabbia, oppure mediante talea semi-legnosa. Questo secondo metodo, tuttavia è poco raccomandato in quanto è abbastanza difficile ottenere dei risultati. L'abete argentato può essere coltivato in piena terra oppure in vaso.
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L'abete argentato non richiede particolari interventi per quanto concerne le concimazioni, dato che si tratta di una pianta particolarmente resistente e in grado di svilupparsi in piena autonomia. Tuttavia, specie per gli esemplari più giovani e ancora poco sviluppati, è possibile utilizzare un concime specifico per tutte le conifere contenente fosforo, potassio, azoto e arricchito con magnesio, in modo tale da favorire l'irrobustimento della struttura delle piante e lo sviluppo delle radici ed evitare che le foglie ingialliscano. Se si preferisce ricorrere a concimi di origine naturale è possibile utilizzare del letame maturo o altro concime organico. Si raccomanda di effettuare gli interventi di concimazione in due tempi. Una prima operazione va effettuata a novembre e la seconda dopo circa tre mesi, attorno alla fine febbraio.
Un problema fastidioso che può affliggere l'abete argentato è dato dalla presenza di germi e insetti. Per difendere la pianta da queste problematiche, si consiglia di intervenire in misura preventiva effettuando delle irrorazioni attorno all'albero durante la stagione primaverile. Gli interventi consigliati sono quattro: i primi due, a distanza di quindici giorni, prevedono la somministrazione di rame, gli altri due interventi prevedono l'utilizzo di acqua e zolfo. Gli insetti più pericolosi che possono attaccare l'abete argentato sono gli xilofagi, i quali sono in grado di penetrare sotto la corteccia scavando delle gallerie profonde e compromettendo la sopravvivenza stessa della pianta. Un altro problema può essere causato dalla presenza dei funghi, tra i quali il più pericoloso è il fomeus annosus, in grado di arrivare anche a grandi dimensioni e nelle situazioni più estreme può provocare il crollo di piante che esteriormente appaiono in buona salute.
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