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La peronospora attacca, per prima cosa, il fogliame della pianta, a partire dal margine inferiore. Essa si manifesta con delle macchie, di colore diverso a seconda della pianta, sulla parte superiore delle foglie: violacee nella rosa, traslucide per la vite, brune per il pomodoro e così via. In seguito le macchie marciscono e diventano accumuli di muffa che provocano l'avvizzimento e la caduta delle foglie. L'infezione poi pian piano arriva a interessare tutta la pianta e anche i frutti, che cambiano colore e marciscono proprio come le foglie. E' molto importante riconoscere subito i sintomi della malattia al loro primissimo insorgere, sia per evitare che essa si estenda a tutta la coltivazione, sia perché non esistono ancora interventi curativi biologici in grado di fermarla, ma soltanto composti chimici che vanno a intaccare i tessuti della pianta.
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A partire dall'Ottocento, la malattia è stata importata in Italia con i vitigni americani, portatori immuni, e da allora si è diffusa sempre più, specialmente tra le piante di vite. La peronospora è un fungo parassitario, perciò sopravvive sottraendo le sostanze nutritive alla pianta che attacca, e si può riprodurre in due modi: per via sessuata si originano le oospore, che però sono molto rare, mentre per via asessuata le zoospore, depositate sul terreno umido e sulle piante infestate precedentemente. Quest'ultime sono quelle che vanno ad attaccare nuove coltivazioni e generano la maggior parte delle infezioni. Il ciclo vitale della malattia è rappresentato dal micelio, il filamento che si forma sulla pianta e da cui si originano le zoospore nel periodo invernale, e che infetta la pianta in quello primaverile.
E' molto importante riuscire a prevenire la peronospora, poiché, nonostante si può riuscire ad arrestarne la propagazione, i danni rimangono permanenti. Importanti precauzioni da prendere, quindi, sono: drenare bene le piante alla base e sul terreno intorno per evitare accumuli di acqua, ridurre le irrigazioni eccessive, eliminare gli scarti di potatura alla base e monitorare attentamente la situazione per cogliere l'eventuale infezione sul nascere. Si possono anche somministrare alle coltivazioni degli anticrittogamici preventivi da contatto, che impediscono che le spore tocchino la pianta, quando non si sono ancora verificate le condizioni di sviluppo ideali della malattia. La peronospora si può curare anche con l'utilizzo di fungicidi sistemici, che però sono sostanze altamente chimiche e potenti.
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