Le piante su cui praticare l’innesto a corona sono quelle adulte, le drupacee ( pesco, susino, ciliegio, mandorlo, albicocco), gli agrumi, l’olivo ed i più comuni alberi da frutto, tra cui il melo, L’innesto a corona, infatti, si serve di un portainnesto il cui tronco da innestare deve avere un certo diametro. Solo gli alberi da frutto possono avere un tronco del diametro adatto a quello dell’innesto. In altre piante adulte, l’innesto a corona si pratica come reinnesto, cioè come innesto che viene ripetuto una seconda volta su piante già innestate quando erano più giovani.
L’innesto a corona rientra nella categoria degli innesti a spacco e a marza. Questo innesto consiste nell’installare, intorno a un tronco con superficie circolare, dei rami contenenti tre o quattro gemme ( le marze). Le marze circonderanno i bordi del tronco formando proprio una specie di corona. Il tronco viene ricavato da un grosso ramo del portainnesto tagliato a circa un metro dalla base. Dopo questo taglio si formerà, sul tronco, una superficie circolare. Attorno ai bordi del tronco si praticheranno dei tagli profondi al massimo dieci centimetri. All’interno di questi tagli si dovranno inserire le marze, lunghe sempre dieci centimetri e forgiate a forma di cuneo nella parte inferiore. I tagli lungo i bordi del tronco dovranno essere tenuti aperti con un cuneo, in modo da favorire l’inserimento delle marze.
L’innesto a corona va praticato in primavera, quando le piante sono in succhio e la corteccia si stacca velocemente dal tronco. Le marze, invece, vanno prelevate con un certo anticipo rispetto all’epoca dell’innesto. In genere, i rami con le gemme possono essere prelevati in inverno o dieci giorni prima della data prevista per l’innesto. Le marze invernali vanno conservate in frigo, mentre quelle prelevate qualche settimana prima dell’innesto possono essere conservate sotto terra. Al momento dell’innesto, lo spacco del tronco va ricoperto con mastice, per impedire il movimento delle marze. Queste ultime vanno, infine, legate con della rafia, per rimanere ben salde al tronco fino all’epoca dell’attecchimento.
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