Proprio da queste specie, che presentano un'origine americana, sono nate le varietà che vengono coltivate, di cui alcune possono contare su dei tralci spinescenti, mentre altre non presentano alcuna spina.
Il rovo si caratterizza per essere un arbusto perenne sarmentoso, che è in grado di garantire una produzione, all'anno, di polloni che parte dalla componente basale della pianta o dalle gemme che si trovano sulle radici: tali polloni possono svilupparsi fino ad un'altezza che si aggira intorno ai 3-4 metri, mentre la fioritura e la fruttificazione avviene nel corso dell'anno successivo a quello in cui vengono emessi, per poi cominciare a seccare.
Le foglie della pianta di rovo si caratterizzano per essere caduche ed avere una colorazione verde scuro, mentre i fiori presentano cinque pelati bianchi o rosati di elevate dimensioni, che si sviluppano all'interno di racemi all'apice dei polloni oppure nella parte ascellare delle foglie.
I frutti del rovo vengono chiamati more e presentano una colorazione nero-violacea brillante: sono costituite da una formazione continua ed unita di diverse drupeole che vanno a ricoprire il ricettacolo.
Le varietà di rovo iniziano l'epoca di maturazione circa 35-45 giorni dopo che è terminata la fase di fioritura (in poche parole, dal mese di luglio fino a quello di settembre).
Tra le varietà di rovo si possono trovare numerose differenziazioni in base al portamento, che può essere eretto o strisciante, ma anche in relazione alla presenza o meno di spine sui vari tralci.
All'interno della penisola italiana, dobbiamo sottolineare come vengano coltivate solamente delle cultivar che non hanno le spine, dal momento che, proprio per via di questa caratteristica, non si incontrano troppe complicazioni nelle diverse operazioni colturali.
Le più importanti varietà di rovo a portamento eretto sono le seguenti, suddivise dalla più precoce alla più tardiva: si tratta della cultivar Araphao, Dirksen, Black Satin, Thornfree, Smoothstem, Thornless evergreen, Chester, Navaho (una cultivar che non presenta le spine sui tralci), Tayberry (che rappresenta un ibrido tra il rovo ed il lampone) e Rovello (che invece presenta numerose spine).
Le varietà di rovo a portamento strisciante, invece, non sono oggetto di coltivazione all'interno della penisola italiana e sono le seguenti: Cascade, Marion ed Olallie.
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La messa a dimora del rovo deve essere eseguita, nella maggior parte dei casi, durante la fine della stagione invernale, ad ogni modo prima di effettuare l'impianto.
Per poter effettuare la messa a dimora, la prima cosa da fare è quella di vangare il terreno a 30-40 centimetri di profondità e poi effettuare una concimazione con letame maturo (circa 500 g/ha). I sesti di impianto che vengono disposti sulla fila devono essere distanziati di 1-1,5 metri, mentre tra le file devono esserci almeno 2,5-3 metri di spazio, in maniera tale che possa essere consentito il transito dei mezzi e la crescita dei polloni all'interno dell'interfila.
Sulla fila viene utilizzata la pacciamatura con film plastico nero, in modo tale da poter svolgere un'adeguata attività preventiva nei confronti del pericolo derivante dalle erbe infestanti.
Nel corso della stagione, poi, sarà necessario tagliare il telo lungo la fila, in modo tale da garantire una migliore emissioni dei polloni alla base, ma anche alla radice delle varie piante.
I sistemi di allevamento maggiormente utilizzati sono quelli a controspalliera, in cui vengono utilizzati come sostegno diversi pali e fili, dal momento che i tralci hanno bisogno di legature.
La potatura è un'operazione che deve essere eseguita nella parte finale della stagione autunnale o durante quella invernale, provvedendo a tagliare i vecchi arami che sono già stati prodotti e mantenendo i polloni nuovi per l'anno seguente.
Il rovo, dal momento che è una pianta piuttosto rustica, non ha bisogno di ricevere alcun tipo di concimazione.
Una delle complicazioni maggiori per la pianta di rovo corrisponde, senza ombra di dubbio, alla malattia fungina della muffa grigia, che è in grado di provocare del marciume che si riversa sopratutto sui frutti nel corso dell'epoca di maturazione, causando anche una vegetazione troppo fitta ed un livello di umidità eccessivo.
Gli interventi che è necessario apportare sono quelli, ad esempio, di adottare dei sesti d'impianto particolarmente estesi, in maniera tale da consentire un buon arieggiamento ed un'ottima illuminazione della vegetazione.
Nel caso in cui fosse necessario, è bene anche provvedere ad utilizzare dei fungicidi con cui si possono eseguire tre differenti trattamenti: il primo deve essere effettuato durante la fase che precede la fioritura, poi il secondo va eseguito al termine dell'epoca di fioritura e, infine, il terzo trattamento va eseguito proprio in vista dell'epoca di maturazione.
E' molto importante fare di tutto per conservare un ambiente estremamente equilibrato sotto il profilo ecologico, in maniera tale che il danno che viene provocato dall'attacco dei parassiti non pesi eccessivamente sulle spese economiche normali.
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