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Nonostante le difficoltà legate alla pulizia della radice, che richiede tempo ed attenzione, il raperonzolo trova vasto impiego in fitoterapia, proprio per via dell'efficacia nella cura di sintomi e disturbi. La prima caratteristica degna di nota è senza dubbio la presenza di vitamina C, utile sostegno al sistema immunitario. E' inoltre ricco di sostanze proteiche e minerali, anch'essi elementi importanti per l'organismo. I benefici apportati dall'assunzione di raperonzolo comprendono inoltre la proprietà antinfiammatoria del cavo orale, nonché effetti digestivi, lassativi e diuretici. Queste proprietà sono note sin dall'antichità, quando il raperonzolo veniva utilizzato in maniera più diffusa di oggi, in quanto attualmente al raperonzolo si preferiscono altri elementi efficaci in ambito fitoterapico e allo stesso tempo più facili da pulire, preparare e consumare. Ad ogni modo, il raperonzolo resta una risorsa importante, non solo per le proprietà di riequilibrio dell'apparato digerente, ma anche come elemento dall'alto valore nutrizionale nella dieta di persone diabetiche: le radici del raperonzolo infatti non contengono amido e dunque possono essere consumate anche dai diabetici in totale tranquillità.
Essendo una pianta che cresce spontaneamente sul territorio, il raperonzolo non presenta particolari difficoltà di coltivazione, trovando nel terreno e nel clima delle aree non montuose d'Italia caratteristiche ad esso congeniali. Ad ogni modo, occorre tenere presente qualche accortezza per essere certi di poter coltivare al meglio questo prodotto e far raggiungere al raperonzolo adeguate dimensioni e un sapore ottimale. La coltivazione può essere effettuata sia in vaso che in terra, meglio se in una posizione semi ombreggiata, poiché i raggi diretti del sole potrebbero risultare troppo aggressivi. Non teme temperature rigide, ma richiede costanti innaffiature in modo tale che il terreno sia mantenuto sempre umido. L'uso di sottovasi è particolarmente indicato, in caso di coltivazione in vasi o fioriere. Il vantaggio del raperonzolo è che, con i suoi fiori colorati che sbocciano in estate, esso conserva anche un gradevole potenziale decorativo, che può conferire un tocco di colore allo spazio nel quale viene inserito.
Nonostante l'impiego in ambito fitoterapico, il raperonzolo resta considerato innanzitutto un alimento, e venduto in quanto tale. Si può acquistare dunque insieme agli altri ortaggi, anche se il suo reperimento può risultare talvolta difficoltoso: le operazioni di pulizie sono infatti laboriose e per questo la diffusione del raperonzolo è limitata. Avendo comunque a disposizione l'ortaggio o una coltivazione propria, è possibile utilizzare le foglie ad uso esterno per contrastare lo sviluppo di vesciche e verruche. Il consumo ad uso interno riguarda solitamente la polpa della radice, utilizzata cruda in insalata; talvolta a questo scopo si sfruttano anche foglie e fiori. Quest'ultimi possono essere inoltre utilizzati per creare infusi, da consumare per riequilibrare le funzioni intestinali o anche per gargarismi di notevole beneficio per la gola e per le infiammazioni del cavo orale. Il raperonzolo può però presentare qualche difficoltà digestiva o essere inadatto all'assunzione parallela di alcuni medicinali: per questo è bene sfruttarlo a scopo fitoterapico dopo aver consultato il proprio medico.
Il raperonzolo, in natura, si riproduce in maniera spontanea grazie all'impollinazione degli insetti. Questo tipo di impollinazione viene definita impollinazione entomogama. Le piante provviste di fiore presentano le antere (corrispondenti all'apparato sessuale maschile) nel quale viene raccolto il polline successivamente raccolto dai peli dello stilo. Da qui, viene poi portato all'esterno della pianta. Un elemento indispensabile per la riproduzione del raperonzolo (e di moltissime altre piante) è la presenza del vento. Infatti, grazie a questo i semi che cadono a terra, essendo particolarmente leggeri, vengono sollevati e trasportati nell'aria. Una volta caduti a terra, spesso sono dispersi da insetti come le formiche che permettono la crescita delle piante in vari punti del terreno.
Per i veri appassionati di verdura e piante, segnaliamo quella che è la più importante sagra italiana dedicata a questa verdura, la sagra del raperonzolo a Borghi, in Emilia Romagna. Si tratta di una sagra di un giorno che si tiene nel paese di Borghi , nella quale si susseguono eventi, conferenze e appuntamenti dedicate a questa verdura rustica e spontanea.
Gli obiettivi principali di questo evento sono la promozione, la salvaguardia e la diffusione di una coltivazione divenuta più rara nella nostra epoca ma comunque presente grazie alla crescita spontanea di quest'erbetta.Come abbiamo detto si tratta di una pianta diffusa allo stato spontaneo, ma va sottolineato che in molte regioni d’Italia e d’Europa è annoverata tra i vegetali protetti: può quindi esserne vietato e limitato l’approvvigionamento in natura, in particolare se si estrae la radice.
Se vogliamo utilizzarla tranquillamente e con una certa regolarità ci conviene senz’altro dedicarci alla semina. Le piante crescono bene in vasi piuttosto grandi. Trovano però buone collocazioni anche nell’orto (specialmente se adibito ad orto-giardino) e nelle bordure (vista la loro ornamentalità).A livello locale è difficile procurarsi la semente ( a meno di trovarla in natura). E’ consigliabile rivolgersi a rivenditori specializzati in erbe spontanee o effettuare delle ricerche in internet.Si può procedere all’inizio dell’autunno o in primavera. Nel primo caso la fioritura sarà già nell’estate successiva e potremo già raccogliere qualche radice. Nel secondo caso con tutta probabilità dovremo attendere l’annata ancora successiva per uno sviluppo completo.Come seminare? Utilizziamo dei contenitori alveolari piuttosto profondi. Mescoliamo precedentemente i semi con della sabbia: essendo piccolissimi risulterebbero molto difficili da maneggiare, col rischio di ottenere troppe piantine ammassate e comprometterne la crescita.Scegliamo un terriccio leggero ma ricco. Dopo aver distribuito i semi copriamoli con della sabbia o, meglio ancora, con un sottile strato di vermiculite agricola. Vaporizziamo con acqua e copriamo, mantenendo ad una temperatura costante di almeno 15°C.La germinazione avviene, nelle giuste condizioni, nel giro di dieci giorni. Sarà importante dedicarsi a ripetute cimature per ottenere piantine ben accestite.
Nel caso di semina autunnale possiamo decidere, a fine ottobre, di trasferirle direttamente a dimora, specialmente se l’area è ben assolata. E’ però possibile, specie se gli alveoli sono grandi, aspettare la primavera per questa operazione, posizionandole in una serra non riscaldata.Le prime parti atte alla raccolta sono le foglie basali che, quando sono ancora tenere, possono essere impiegate nelle insalate, da crude, o cotte mescolate ad altre verdure da taglio.
Sul finire della stagione è possibile invece estrarre, aiutandosi con una vanga o un forcone, le radici.Le foglie di raperonzolo sono utilizzate tradizionalmente per le loro virtù aperitive e digestive.
Utilizzate internamente svolgono un’azione astringente e depurativa; esternamente, grazie alla grande quantità di vitamina C, sono utili per combattere vari tipi di affezioni della pelle e delle mucose.Per le verruche possiamo provare a fare degli impacchi con le foglie fresche finemente sminuzzate.Per screpolature delle mani e delle mucose dovute al freddo: raccogliamo 100 gr di apici fioriti e facciamoli sobbollire lentamente per circa mezz’ora in poca acqua. Applichiamo poi localmente.La stessa preparazione è utile per effettuare dei risciacqui del cavo orale nel caso di gengiviti o altri tipi di irritazioni.Le radici possono essere mangiate sia cotte sia crude.
Nel primo caso si fanno bollire e si possono abbinare ad altre radici dalle caratteristiche simili. Vengono infatti valorizzate, nella loro semplicità, quando sono accostate per esempio alla pastinaca, alle carote dai colori sgargianti, ai topinambur, alla scorzonera o alle radici amare (salsefica, Tragopogon porrifolius). Per le persone che soffrono di stitichezza il consumo regolare (abbinato possibilmente a quello delle radici di cicoria) può essere un grande aiuto. Sono infatti tutte una fonte importante di inulina, un polimero glucidico idrosolubile preziosissimo per ripristinare il corretto transito intestinale. Da crude trovano lo stesso impiego dei ravanelli, aggiungendo dolcezza alle insalate e ai pinzimoni.Le parti aeree hanno un sapore amarognolo. Quelle tenere possono essere consumate crude, le altre vanno cotte.I fiori sono eduli, ma trovano impiego quasi solo come decorazione.Insalata di foglie di raperonzolo e feta
Raccogliere una decina di rosette di foglie di raperonzolo, lavarle e asciugarle.Preparare un condimento con due cucchiai di olio di oliva, due di aceto di mele, un cucchiaino di origano fresco, sale e pepe.Tagliare a cubetti 100 gr di formaggio feta e mescolarli alle foglie insieme alla salsa.Burro aromatizzatoFacciamo ammorbidire fuori dal frigo 100 grammi di burro di ottima qualità. Intanto sminuzziamo le foglie di raperonzolo e in seguito incorporiamole al burro con una spatola. Sarà ottimo da spalmare su delle tartine da utilizzare come antipasto o stuzzichino da aperitivo.Raperonzolo in salsaIngredienti500 gr di radici di raperonzolo30 gr di burro50 gr di farina2 dl di latteuna manciatina di capperi sott’acetoqualche cetriolino sott’acetosaleFar cuocere il raperonzolo in acqua salata o al vapore fino a quando non risulti tenero. Prepariamo una salsa besciamella con il burro, latte, farina e sale. Aggiungiamo i capperi e i cetrioli sminuzzati.Tagliamo finemente le radici cotte e serviamole calde, coperte da un sottile strato di salsa. Si accompagna molto bene a del riso bollito, della purea di patate o del pesce.
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