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Per quanto riguarda la coltivazione di questa pianta, è importante sottolineare come prediliga i luoghi luminosi, con una luce solare diretta e deve essere sempre coltivata in spazi aperti.
Si tratta di una pianta che riesce a sopportare, senza alcun tipo di problema, delle temperature minime anche estremamente basse, in particolar modo quando scendono sotto lo zero.L'operazione di annaffiatura deve essere eseguita sporadicamente: nella maggior parte dei casi, è sufficiente una volta ogni venti giorni, preoccupandosi di lasciare il terreno completamente asciutto prima di procedere alla ripetizione dell'annaffiatura.Nel momento in cui si procede a tale operazione, è importante evitare di esagerare con l'acqua rilasciata, ma è altrettanto fondamentale riuscire a bagnare correttamente e in profondità il terreno.Il cardo dei lanaioli deve essere coltivato all'interno di un terreno particolarmente soffice e leggero, ma che deve essere anche ben drenato. Not Applicable Yard Flags,Lucky Horseshoe con Quattro Foglie di Chiodi di Garofano Carino Cortile Cantiere Bandiere per Giardino sul Prato,68.6x94cm Prezzo: in offerta su Amazon a: 10,68€ |
All'interno della pianta di cardo dei lanaioli possiamo trovare il glucoside scabioside, diverse sostanze tanniche, nonché sali di potassio.
Questa particolare pianta deve il suo nome ad un'antica quanto interessante applicazione infatti, i suoi capolini , per via delle particolare forma e resistenza, venivano frequentemente sfruttati per cardare la lana, pettinare e spazzolare il pelo dei tessuti.
Per quanto riguarda le vere e proprie proprietà benefiche, dobbiamo sottolineare come il cardo dei lanaioli si caratterizza per avere delle virtù depurative generali.La radice, che presenta un particolare sapore amaro, fa in modo di semplificare tutti quei processi inerenti all'apparato digestivo, ma riesce anche a svolgere un'azione stimolante sulla sudorazione e la diuresi, favorendo in questo modo la rimozione delle scorie.Il cardo dei lanaioli si dimostra particolarmente utile in tutti i casi di gotta, artriti e reumatismi, ma riesce anche ad essere particolarmente efficace per gli idropici e gli obesi.Inoltre, il cardo dei lanaioli svolge un'importante azione benefica per contrastare le affezioni che vanno a colpire la pelle (soprattutto dermatosi, foruncolosi, acne) che sono la conseguenza di un cattivo funzionamento dell'apparato digestivo ed escretore.Un'ottima alternativa è rappresentata dal fatto che le radici del cardo di lanaioli si possono utilmente sfruttare le foglie, che presentano la medesima attività benefica.Per quanto riguarda l'uso interno, viene utilizzata essenzialmente la radice del cardo di lanaioli, in modo tale da poter incrementare la diuresi e svolgere, nello stesso tempo, un'importante azione depurativa nei confronti dell'intero organismo.
In questi casi, è molto utile saper preparare un buon decotto, che si può ottenere mescolando due grammi di cardo di lanaioli con 100 ml di acqua: l'assunzione deve avvenire in dosi davvero molto limitate come una tazzina di decotto al mattino, da prendere rigorosamente a digiuno.Per quanto concerne l'uso esterno, la parte che viene maggiormente sfruttata di questa pianta è rappresentata dalle foglie.Con le foglie del cardo dei lanaioli si può preparato un ottimo decotto concentrato, utlizzando circa 30-40 grammi di foglie secche triturate in un litro d'acqua. Tale composto va poi lasciato bollire per almeno mezz'ora e, nel momento in cui arriva a temperature ambiente, si può filtrare per garza.Il decotto può essere abilmente usato anche per effettuare lavaggi o impacchi per contrastare eczemi e psoriasi.Il cardo dei lanaioli è stato sfruttato anche all'interno della lavorazione della lana, fin dall'antichità, dato che sono giunte fino a noi delle testimonianze degli antichi egizi.
Infatti, risulta anche dai Capitolari di Carlo Magno, che il cardo dei lanaioli veniva coltivato negli orti, vicino alle altre colture per “familia”.Il nome del genere a cui appartiene questa pianta, ovvero Dipsacus, deriva dalla lingua greca e significa “sete”: in pratica, si è voluto fare riferimento alla conca che le foglie creano nel momento in cui piove.Il nome fullonum, invece, deriva dalla presenza dell'infiorescenza, che indica il luogo in cui nel medioevo si eseguiva il finissaggio delle stoffe, un'antica operazione definita “fullonica”.
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