Il complesso che dà vita a Villa Lante sorge a Bagnaia, una frazione a 4 chilometri da Viterbo. La struttura si estende su circa ventidue ettari e comprende due case gemelle, dette “casini” e un immenso parco o giardino all’italiana. Gli edifici sono delle vere e proprie costruzioni rinascimentali, ma senza la grandezza o l’imponenza di una villa. In effetti, Villa Lante doveva originariamente comprendere un solo edificio, mentre, dopo circa trent’anni, ne venne edificato un altro molto simile, in stile cinquecentesco, ma con dimensioni simili al primo. La linea degli edifici è elegante e raffinata, anche se si mantiene all’interno di uno stile più semplice e lineare rispetto a villa più grandi come Villa d’Este. L’interno degli edifici è caratterizzato da un grande soffitto decorato con affreschi che trattano tematiche religiose. Il tetto è costruito a cassettoni, cioè con delle cavità riempite con disegni e dipinti. Il tema centrale dei dipinti o degli affreschi è, come già detto, religioso, perché le due ville gemelle vennero commissionate e costruite su iniziativa di due cardinali. La visione prospettica di Villa Lante è però abbondantemente occupata dal giardino, o meglio dai giardini, che presentano una vasta alternanza di siepi, viali alberati, statue e fontane in pieno stile all’italiana. Il giardino di Villa Lante prevale sicuramente sugli edifici, per la sua estensione e per il suo particolare scenario e paesaggio di cui parleremo in un altro paragrafo.
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Villa Lante è un complesso di origine rinascimentale. Si compone, come già detto, di due edifici costruiti in due differenti momenti, ma sempre nello stesso secolo, il Cinquecento, epoca sottolineata con il termine “Rinascimento”. Il primo edificio venne realizzato dal cardinale Gianfrancesco Gambara, che commissionò i lavori all’architetto Jacopo Barozzi da Vignola. Il primo edificio porta proprio il nome del Cardinale, ovvero “Palazzo Gambara”. Dopo la morte del Cardinale, gli succedette il nipote diciassettenne Alessandro Peretti di Montalto, anch’egli cardinale, il quale fece costruire il secondo palazzo che ancora oggi porta il suo nome, ovvero “ Palazzo Montalto”. I due edifici sono detti gemelli perché ricalcano lo stesso stile, ma in realtà sono stati costruiti in due momenti diversi e a distanza di trent’anni l‘uno dall’altro. Il nome di Villa Lante non c’entra nulla con i costruttori. Sembra che questo nome venne dato solo nel XVII secolo, quando gli edifici e il parco vennero acquisiti dal Duca di Bomarzo, Ippolito Lante Montefeltro della Rovere. All’epoca però, il complesso esisteva già da più di un secolo. Villa Lante sorge, come gà detto, a Bagnaia, una frazione a quattro chilometri da Viterbo. Questo paese era un villaggio medievale le cui terre appartenevano al Papa. Si trattava di un’importante via di transito che divenne ancora più trafficata e visitata in seguito alla fama conquistata dagli edifici e dal parco di Villa Lante.
Il giardino, lo abbiamo già sottolineato nei precedenti paragrafi, è la parte più importante di Villa Lante. In questo caso,gli edifici sono contenuti nel parco e accade quindi qualcosa di diverso rispetto ad altri palazzi storici. Solitamente, infatti, i grandi palazzi contengono il giardino, per Villa Lante vale invece il discorso inverso. Ecco perché quando ci si riferisce a Villa Lante si pensa principalmente al parco. Questo spazio verde prevale sugli edifici e mette in mostra un giardino costruito e pensato secondo i criteri dello stile all’italiana. La struttura del Parco è composta da piani terrazzati su cui spiccano punti verdi, statue e fontane. I viali costituiscono delle realtà a sé che fanno pensare non a un singolo giardino, ma a tanti giardini. Tra i punti di interesse del parco di Villa Lante citiamo i viali boscosi, le siepi di bosso modellate secondo le tecniche dell’arte topiaria e le famosa Fontana dei Mori. Quest’ultima è uno specchio d’acqua suddiviso in quattro bacini che reggono una barca con un punto da cui zampilla acqua e al centro un cerchio di vasche che contengono quattro mori che reggono la statua di Papa Sisto V. Altre fontane da vedere, quella della Catena e dei Giganti. Dalla prima sgorga una cascata d’acqua che si collega alla Fontana dei Giganti, struttura che rappresenta il Tevere e l’Arno e i buoni rapporti tra il Papato e i Medici. L’acqua prosegue verso la Fontana della Tavola o Tavola del Cardinale, dove assume proprio l’aspetto di una tavola trasparente, per poi proseguire nella Fontana dei Lumini, dove i giochi d’acqua creati dagli zampilli si illuminano come delle candele.
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