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Il Parco delle Foreste Casentinesi abbraccia tutta la dorsale appenninica che copre il territorio tosco-romagnolo.Il Parco si trova a pochi chilometri da Arezzo e comprende altri comuni tra cui Bagno di Romagna, Portico, San Benedetto, Bibbiena, Chiusi della Verna, Londa e San Godendo. L’ambiente è caratterizzato da un ‘immensa distesa di foreste che in passato alimentava le attività di contadini e pastori. I boschi sono situati su versanti montuosi composti da roccia di marmo e arenaria. Per la sua importanza geomorfologica e naturalistica il territorio è suddiviso in diverse aree di interesse contrassegnate dalle lettere dell’alfabeto. La zona A, definita di “riserva intergale”, comprende aree di rilevante interesse naturalistico con antropizzazione bassa o assente; la zona B comprende aree di interesse naturalistico con presenza di attività umane finalizzate al miglioramento e alla valorizzazione dell’ecosistema esistente; la zona C è caratterizzata dalla presenza di ambienti naturali e umani che interagiscono tra loro al fine di valorizzare le risorse presenti al loro interno; la zona D è quella a elevata urbanizzazione, una zona dunque che coincide con i centri abitati. Abitato o no, il Parco delle Foreste Casentinesi ha un fascino particolare. Nessun ambiente montano e forestale esprime tutta la bellezza e il significato che questo Parco è in grado di mostrare. I pochi centri urbani presenti al suo interno sono in realtà piccoli insediamenti o rifugi destinati ad accogliere escursionisti e amanti della montagna. Ricordiamo, a tal proposito, il piccolo borgo di Campigna, che con appena dieci abitanti è in grado di offrire ai turisti un soggiorno silenzioso e in completo contatto con la natura delle foreste. Tra i monti e i boschi si snodano anche alcuni importanti corsi d’acqua, tra cui l’Arno e i torrenti.
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Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è stato ufficialmente istituito nel 1993. La denominazione completa del Parco comprende anche il Monte Falterona e il piccolo borgo di Campigna. Segni dell’antropizzazione del Parco si hanno già nell’antichità, con i primi insediamenti Etruschi. Questa remota civiltà italiana colonizzò proprio le foreste del Parco per usare la legna e farne oggetto di commercio e di sostentamento economico. I prati dei boschi alimentavano anche la pastorizia e l’allevamento, che per secoli furono le principali attività economiche degli antichi abitanti del Parco. Con l’arrivo dell’epoca moderna e poi del XX secolo, le foreste casentinesi si andarono via via spopolando fino a rimanere completamente deserte. La storia recente del Parco, ovvero quella relativa agli anni ’60 e ’70 del Novecento, è caratterizzata da un enorme flusso migratorio dei contadini e degli allevatori verso le fabbriche del Nord. Questa emigrazione rientra nel ben più importante flusso migratorio che interessò l’Italia negli anni immediatamente successivi al boom economico.
La flora e la fauna del Parco rivestono un particolare interesse naturalistico. Si tratta, infatti, di specie endemiche, cioè tipiche delle zone forestali. La flora è caratterizza dalla presenza di faggi, abeti, aceri, frassini, tiglio selvatico e olmo montano. La presenza tra una specie arborea e l’altra varia in base all’altitudine. Alcuni arbusti crescono infatti sopra i 1000 metri, altri, ad altitudini inferiori. Intorno ai 900 metri si trovano infatti querce e latifoglie. Presenti anche i castagneti. Man mano che si scende con le altitudini, gli alberi cedono il passo ai cespugli a radure erbose ricche di specie di montagna, tra cui la rosa subalpina e selvatica, il mirtillo, il prugnolo, il biancospino, il ginepro selvatico e il sanguinello. Tra le specie vegetali tipiche del Parco, anche la genziana, l’anemone, la sassifraga a foglie opposte e la viola di Eugenia. La fauna del Parco è rappresentata da mammiferi, uccelli, anfibi e rettili. Tra i primi spiccano daini, cinghiali, caprioli, cervi e mufloni, mentre tra i secondi, l’aquila reale, il picchio, l’allodola, il falco pellegrino, il barbagianni e la civetta. Tra gli anfibi troviamo il tritone, la salamandra e l’ululone dal ventre giallo, mentre tra i rettili, la biscia, il biacco, il colubro e la vipera.
Il Parco delle Foreste Casentinesi consente di fare delle interessanti escursioni tra sentieri, santuari e foreste. I più importanti si possono visitare a piedi. Percorribili a piedi sono infatti le faggete, il bosco che porta al santuario di Camaldoli, Campigna, il sentiero del Sacro Monte De La Verna e Acquacheta, la valle e la cascata ricordate da Dante nella Divina Commedia. Le escursioni a piedi si effettuano in un arco di tempo compreso tra una e tre ore. Tra i centri da visitare ricordiamo anche il Giardino Botanico e il Museo Ornitologico di Camaldoli. I luoghi da visitare sono aperti durante le festività natalizie e pasquali, quelli di Bagno di Romagna, Badia Prataglia e Santa Sofia, sono invece aperti tutto l’anno.
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