Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise venne istituito nel 1922, quasi un anno dopo l’inaugurazione di quello del Gran Paradiso. Il valore di questo territorio era già riconosciuto fin dalla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento. La sua valorizzazione si deve all’interesse della famiglia Sipari, ricca proprietaria di terre e legata da parentela con il filosofo Benedetto Croce. Il territorio delimitato dal Parco era da secoli isolato dal resto del mondo, cosa che aveva favorito lo sviluppo e la tutela locale di flora e fauna tipiche del posto. Negli anni ’20, le comunità locali decisero di istituire una riserva di caccia, iniziativa sostenuta proprio dalla famiglia Sipari, che fino ad allora aveva presenziato un territorio montano generalmente adibito a pascolo. Le vaste zone montane non potevano essere tutte destinate alla pastorizia, perché la loro conformazione geologica non lo rendeva possibile. Alcune zone erano praticamente “ vergini” ed incontaminate e con una netta presenza di fauna e flora da tutelare e da valorizzare. Da allora, il passo all’istituzione del Parco fu breve: l’inaugurazione avvenne proprio grazie all’iniziativa privata, nel 1922, mentre il decreto di riconoscimento ufficiale venne emesso nel 1923.
Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise presenta un paesaggio tipico dell’Appennino italiano, con pendii, vette e dirupi calcarei tipici del paesaggio di montagna. In queste aree è praticamente impossibile pascolare, mentre è facile trovare fauna e flora che se non protette rischierebbero l’estinzione. La zona centrale del Parco è attraversata dal fiume Sangro, dove confluiscono vari torrenti; la parte esterna del Parco è, invece, attraversata da altri fiumi, come il Melfa, il Giovenco e il Volturno. L’area è arricchita anche da due laghi: il Vivo, di origine naturale e quello artificiale di Barrea, su sui affluisce il fiume Sangro. In epoca preistoria, la zona del Parco è stata interessata dalle glaciazione e da fenomeni carsici. Questi eventi hanno determinato la particolare conformazione delle rocce dei monti, calcaree e caratterizzate da fenditure e grotte che si snodano lungo le splendide vallate. Nell’area del Parco è presente anche la roccia dolomia, pietra impermeabile che permette il deflusso dell’acqua dando vita a suggestive cascate.
Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise merita di essere visitato non solo per il suo magnifico paesaggio, ma anche per la presenza di flora e fauna del tutto unica e particolare. La flora del parco è caratterizzata per il 60% da faggeti e per il resto da praterie dove si possono ammirare piante di rara bellezza. Tra queste, la genziana, la primula, il ciclamino, la viola, il giglio, l’orchidea, l’anemone, l’asperula, la dentaria e l’elleboro. Tra le orchidee tipiche del Parco, la famosa “scarpetta di Venere, fiore giallo e nero situato nella “riserva integrale” e risalente alla preistoria. Molto ricca e variegata anche la fauna, tra cui spiccano l’orso marsicano, il camoscio, il cervo, il lupo e l’aquila reale. Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise conta circa sessanta specie di mammiferi, trecento specie di uccelli e quaranta specie tra rettili, anfibi e pesci. Presenti anche specie di insetti tipici dei paesaggi di montagna. Paesaggio, flora e fauna del Parco sono facilmente accessibili grazie ad uffici e ad apposite strutture ricettive impegnate non solo nella tutela dell’area, ma anche nell’accoglienza di turisti e visitatori. Dopo alterne vicende burocratiche, uno dei parchi più belli d’Italia è tornato ad essere pienamente fruibile al pubblico di tutto il mondo. Per visitarlo, basta chiedere informazioni all’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, raggiungibile anche tramite il sito.
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