Dendrobium

Dendrobium

Il Dendrobium è una specie floreale molto diffusa, anche se la maggior parte di noi a sentire questo nome apparentemente così inusuale non riuscirà ad immaginare nella propri mente di cosa stiamo parlando. Il Dendrobium non è altro che il genere più comune e diffuso delle Orchidee; si, avete capito bene: la famiglia delle Orchidaceae è un raggruppamento di piante tra le più diffuse ed apprezzate al mondo, per via di quella semplicità così elegante e delicata (al limite della fragilità) che in molti amano esporre all’interno delle proprie case. Ebbene, il genere dendrobium è conosciuto e diffuso in un numero elevatissimo di specie; c’è da notare che queste specie sono così numerose da avere alcune caratteristiche totalmente differenti, come per esempio il periodo di riposo oppure il tipo di terreno preferito per la crescita, o ancora la modalità di annaffiatura o potatura. Il numero di queste specie si aggira tra i 1500 ed i 1600, ovvero un numero molto elevato per un solo genere di pianta floreale. Come possiamo capire (e ciò verrà precisato in seguito) dalle caratteristiche climatiche che più si adattano alla coltivazione delle varie specie di dendrobium, essi sono originari di zone tropicali come il Nepal, l’Indonesia, la Malesia ed altri paesi, ovvero una macrozona del pianeta Terra che si contraddistingue per la grande presenza di vegetazione e soprattutto di un clima a volte talmente umido da essere insopportabile per la vita umana. Gli studiosi che hanno studiato e che continuano ancora oggi ad occuparsi della questione dendrobium, data la vastità del numero di specie esistenti, hanno provato in vari modi a classificare i dendrobium; ovviamente non tutte queste soluzioni si sono rivelate coerenti, ma una si ed è quella che vede divise le oltre 1500 specie in sei macrogruppi con caratteristiche simili: i criteri di classificazione e divisione sono stati soprattutto la caducità delle foglie o il loro essere sempreverdi, e se amano il clima più fresco o più caldo (ufficialmente: serra fredda, serra intermedia, serra calda). Le caratteristiche fisiche del dendrobium sono quelle di una pianta che ha delle foglie sempreverdi o caduche in inverno, dei fiori che possono svilupparsi dai cosiddetti pseudobulbi (rigonfiamenti negli steli, ma non veri bulbi fioriferi) oppure dal fusto originario, il tutto sempre dipendente dalle specie. Le foglie sono piccole e resistenti, quasi rigonfie, mentre i fiori hanno la classica forma dell’orchidea pure se leggermente più grande in tutte le sue specie; i colori primari sono il giallo, il bianco ed il rosa, ma c’è da registrare che gli ibridi creati artificialmente sono così tanti e ben fatti che i colori ormai coprono una vastissima gamma, considerando anche specie con sfumature e varie colorazioni combinate.
dendrobium giallo

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Ambiente ed esposizione

dendrobium bianco viola Come abbiamo già detto, il genere dendrobium è costituito da un numero molto elevato di specie che si differenziano tra loro anche per caratteristiche importanti come l’esposizione solare e le temperature in cui amano vivere, oppure il ciclo di vita di foglie e fiori per fare un altro esempio. Se però vogliamo cercare una caratteristica comune per ben inquadrare il problema dell’ambiente e dell’esposizione per i dendrobium, possiamo concludere che essi amano una temperatura medio calda nella fase vegetativa (cioè a cavallo tra la primavera e l’estate) e quindi di circa 24 gradi centigradi, mentre d’inverno preferiscono una temperatura decisamente più bassa ma tipicamente da interni, cioè di circa 8 – 10 gradi centigradi. Ebbene, non solo per permettere la sopravvivenza di questa pianta dobbiamo garantire abbastanza fedelmente queste temperature, ma dobbiamo anche stare attenti al grdo di umidità ambientale del luogo in cui queste piante sono esposte. Ciò è evidentemente derivante dal clima d’origine del dendrobium, un clima tropicale fatto di foreste fitte e molto umide; ciò ci indica che sicuramente il microclima intorno ad ogni esemplare di dendrobium, indipendentemente dalla specie, dovrà essere molto umido. Gli accorgimenti perché ciò succeda possono andare dallo spruzzare tramite vaporizzatore dell’acqua sulla parte alta della pianta, oppure di posizionare il vaso all’interno di un contenitore con dell’acqua e del pietrisco, in modo tale che l’evaporazione di quest’ultima acqua coinvolga ed umidifichi tutta la pianta dal basso all’alto. Per quanto riguarda l’esposizione solare invece il discorso è molto semplice, perché al dendrobium piace vivere in un ambiente ben illuminato ed areato (questo anche perché non ama i ristagni d’acqua, solo umidità ma non accumuli evidenti liquidi), ma mai al diretto contatto con i raggi solari. Anche qui si può benissimo pensare che, date le dimensioni poco più che minime, questo comportamento derivi da come i natura cresce questa pianta, ovvero sotto le alte specie dominatrici della foresta tropicale e quindi al riparo dal sole diretto grazie alla cupola fittizia che rami e foglie di queste piante riescono a creare proteggendo il sottobosco.

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Terreno

orchidea dendrobium bianca Il terreno che il dendrobium necessita è caratterizzato dall’essere composto da due terzi dall’osmunda e da un terzo dallo sfagno; questa composizione però risulta molto specialistica, mentre è sicuramente presente nella mente di tutti l’immagine di un substrato quasi pietroso su cui abbiamo visto nascere e crescere bellissime piante di orchidea. Ebbene, anche questo tipo di substrato va bene, ma poi bisogna prendere provvedimenti per garantire sia i reflussi di acqua e sia la corretta alimentazione della pianta, in termini di vitamine e componenti essenziali e bilanciati (vedremo in seguito nel paragrafo dedicato).


Messa a dimora e rinvaso

dendrobium e pianta. Il dendrobium non necessita di una messa a dimora con particolari accortezze semplicemente perché è sempre preferibile evitare l’esposizione esterna in ogni periodo dell’anno; però ci sono delle precisazioni da fare, come per esempio quella di evitare praticamente ogni innaffiatura nel periodo invernale oppure di evitare i raggi del sole anche attraverso le finestra. Il rinvaso del dendrobium è un’operazione molto delicata che sconsigliamo a chi ha poca pazienza e poca accortezza nelle mani; infatti, il dendrobium è una pianta che richiede innanzitutto di essere estratta molto delicatamente dal vaso in cui si trova (per questo si consiglia di immergere l’intero vaso in acqua tiepida per anche più di mezz’ora, in modo da ammorbidire il terreno e soprattutto aiutare le radici legate al vaso a disincastrarsi o scollarsi), per evitare di strappare qualche radice o di danneggiarla. Non solo, le radici vano poi accuratamente pulite dalla terra precedente e soprattutto dalle radici morte, che devono essere recise con un oggetto sterile (tramite alcool o alla fiamma). In questa situazione occorre trattare anche le “ferite” della pianta perché altrimenti funghi e malattie potrebbero sfruttare queste autostrade per invadere e distruggere in breve tempo il vostro dendrobium; a tal proposito esistono in commercio prodotti appositi per la cicatrizzazione di queste ferite. Poi, fatto tutto questo possiamo provvedere a rinvasare in un vaso che deve essere solo leggermente più grande del precedente, perché comunque le radici del dendrobium non hanno bisogno di tantissimo spazio ma solo del clima ideale e della giusta cura. La prima settimana dopo il rinvaso deve essere assolutamente priva di annaffiature, concimazioni e simili, ma deve solo prevedere delle piccole spruzzate vaporizzate per garantire il tasso di umidità; questo astenersi dalle operazioni serve per far riprendere la pianta dal travaso e permettere alle radici di ricominciare a vivere nella nuova collocazione.


Annaffiature

Le annaffiature dei dendrobium devono essere di due tipi: l’annaffiatura tradizionale, ovvero quella con acqua (possibilmente non di rubinetto ma distillata) versata in piccole quantità ed alla mattina presto, perché così le radici riescono ad asciugarsi prima che sopraggiunga la notte ed eventuali pericolose gelate, mentre poi c’è l’annaffiatura con vaporizzatore che ha come scopo principale quello di mantenere il giusto grado di umidità alla pianta ed al suo ambiente più prossimo, requisito fondamentale per ognuna delle oltre mille specie di dendrobium.


Concimazione

Precedentemente, parlando del substrato del dendrobium, abbiamo detto che le concimazioni sono necessarie soprattutto quando abbiamo la nostra pianta in un terreno quasi pietroso e comunque molto areato e secco. Ebbene, ciò è spiegato dal fatto che questo tipo di terreno è caratterizzato da una certa scarsità di sostanze nutritive: non che ve ne manchi qualcuna, ma proprio che ce ne sono in quantità ridotta. Per questo motivo occorre concimare, ovviamente con un concime generale e bilanciato, tipicamente venduto da vivaisti e fiorai perché utile anche ad altri generi vegetali e floreali.


Riproduzione

La riproduzione del dendrobium avviene nella maggior parte dei casi per divisione dei cespi; per compiere questa operazione occorre attendere che la pianta sia sufficientemente grande e robusta, circostanza in cui essa stessa presentare una divisione evidente che noi potremmo sfruttare per creare nuove piante con semplici recisioni. Un altro metodo per la riproduzione del dendrobium è quello dello sfruttamento dei semi che produce, cosa che però accade rarissimamente alle nostre latitudini soprattutto perché il clima tropicale è da noi creato artificialmente e perché per permettere la sopravvivenza della pianta dobbiamo tenerla all’interno delle nostre abitazioni (condizione sfavorevole alla nascita di semi per moltissime piante).


Potatura

Come già spiegato in precedenza, il dendrobium richiede più che altro una potatura delle radici quando si va a rinvasare e non la potatura di foglie o fiori che in realtà provvedono a cadere da soli.


Fioritura

dendrobium reciso Avviene in tarda primavera e si caratterizza per essere particolarmente abbondante in quasi tutte le specie, oltre che variegata in tantissimi colori (che però sono singoli per ogni pianta) che in origine erano a tinta unita ma che poi si sono trasformati in tante varietà con sfumature tra i vari colori per via di diffuse opere di ibridazione (si ricordano gli ibridi di Yamamoto).




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