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Per coltivare il mais è fondamentale lavorare il terreno almeno tre settimane prima della semina: bisogna procedere con una vanga o con un piccone, aerare le zolle ed ammorbidire il suolo. I semi, durante la stagione primaverile, vanno collocati in buche poste ad una distanza di circa 20-25 centimetri l'una dall'altra. Vi sono, in più, alcune operazioni essenziali per ottenere un'ottima produzione, quali ad esempio l'eliminazione periodica delle erbe infestanti e la pacciamatura. Le erbacce possono danneggiare enormemente il raccolto, sottraendo alle piante le sostanze nutrienti delle quali necessitano; è molto importante rimuoverle a cadenza regolare, ed ostacolare la loro crescita pacciamando il terreno con teli o con materiali organici come la paglia, le foglie secche oppure i residui di corteccia.
Una concimazione preliminare del mais deve essere effettuata prima della semina, mescolando accuratamente al terreno un prodotto organico come il letame; in questo modo, le piante avranno a disposizione sin dall'inizio le sostanze nutritive necessarie. Successivamente, nel periodo primaverile ed estivo, la fertilizzazione può essere eseguita ancora una volta con sostanze naturali, oppure con concimi non tradizionali come i liquami o con prodotti a base di azoto, fosforo e potassio. Questi ultimi tre elementi sono indispensabili per conseguire un buon raccolto, in particolare l'azoto, che stimola la crescita delle parti vegetative e la produzione di clorofilla; naturalmente, anche il fosforo e il potassio svolgono funzioni importanti, in quanto supportano rispettivamente i processi del metabolismo e la sintesi delle proteine.
Il mais ha bisogno di un'esposizione soleggiata: teme il freddo ed i venti intensi, e la temperatura minima per la germinazione è di circa 12-13 °C. Sono pericolosi, inoltre, parassiti come l'afide e la piralide; il primo succhia la linfa perforando foglie e germogli, la seconda si nutre delle piante provocando ingenti danni alla produzione. Contro gli afidi si preferisce la lotta biologica utilizzando, ad esempio, macerati d'ortica ed infusi d'aglio; per debellare la piralide, invece, di frequente sono necessari rimedi chimici quali appositi insetticidi. Tra le malattie fungine è da segnalare il carbone, che si manifesta con la formazione di aree brunastre polverulente sulle infiorescenze, le quali si mostrano piccole e deformi; è essenziale intervenire al più presto con prodotti anticrittogamici.
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