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Un’antica leggenda narra che una ninfa dei boschi dai capelli d’oro si innamorò perdutamente di un dio, ma costui non corrispondeva i sentimenti della fanciulla, respingendola diverse volte. Prima di morire, la ninfa pregò gli Dei che, impietositi, la trasformarono in una pianta di elicriso, mantenendo il colore dorato dei capelli sulle infiorescenze gialle. L’elicriso è legato fin da tempi immemori alla fortuna; in molte regioni dell’Europa Meridionale, le popolazioni erano solite creare degli ornamenti (sovente ghirlande o ampi fasci) da appendere alle porte e alle finestre come augurio di buona sorte. Gli stessi fasci venivano usati anche per proteggere da insetti ed altri parassiti alcuni tipi di alimenti, come formaggi, carne e verdure appena raccolte, nonché dopo l’uccisione del maiale, per aiutare ad eliminare le setole dalla pelle e dare un tipico aroma.
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Coltivare l’elicriso è semplice, dal momento che si tratta di una pianta rustica ed estremamente adattabile, ma le esigenze possono variare da specie a specie. Le più comuni reperibili in commercio e nei giardini sono l’elicriso giallo (Helichrysum italicum) e quello fucsia (Helichrysum bracteatum). La semina risulta particolarmente semplice e dai semi piantati in primavera crescono rapidamente delle piantine che si possono trasferire in giardino o in vasi più grandi già dopo 2-3 mesi. Anche la riproduzione per talea è facile da ottenere, ma in entrambi i casi si consiglia sempre l’utilizzo di un terriccio ben drenato (mescolato a sabbia o perlite) e mai fradicio. L’elicriso mal tollera le zone d’ombra, quindi va esposto in luoghi luminosi (possibilmente al sole diretto) affinché la fioritura risulti abbondante. In inverno, se le temperature sono troppo rigide, è bene coprire i cespugli con dei teli protettivi o preparare delle serre (se coltivati in vaso). Non necessita di potature, ma solo dell’eliminazione di fiori e foglie secche.
Data la sua particolare conformazione, il fiore di elicriso è utilizzato per la realizzazione di composizioni ornamentali di vario tipo. Il fiore, infatti, si conserva perfettamente integro anche una volta raccolto e, dopo il processo di essiccazione, si presta agevolmente alla realizzazione di oggetti fai-da-te. La pianta, inoltre, è famosa anche per le sue proprietà curative. I fiori si usano per la cura di malattie a carico del sistema respiratorio e di numerose riniti di natura allergica, nonché di disturbi legati allo stomaco e all’intestino. Questo grazie alla presenza di alcuni oli essenziali, come l’elicrisina, e di numerosi flavonoidi abbondantemente presenti soprattutto nelle infiorescenze. Usato esternamente, l’elicriso è un potente cicatrizzante ed aiuta a lenire dolori dovuti a piccole ferite o scottature.
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