La coltivazione del glicine può avvenire in terra o in vaso. Per entrambe le soluzioni, se si desidera ottenere un esemplare con caratteristiche identiche a quelle della pianta madre, è necessario procedere al "taleaggio", ossia alla potatura di un ramo semilegnoso di circa un anno e al suo successivo innesto in terra, a radicazione avvenuta. Per la propagazione in giardino, si può sotterrare un getto della pianta madre, senza tagliarlo, e far produrre così la nuova massa radicale. Se, invece, si acquista una nuova pianta, il substrato di coltura dev'essere composto da: un fondo ghiaioso, per garantire il drenaggio del terreno; uno strato di circa 3 cm di stallatico; del terriccio fertile da giardinaggio. Le piante interrate in giardino hanno bisogno di un sostegno per accogliere la gettata vegetativa.
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Quella di glicine è una pianta che si adatta facilmente a qualsiasi terreno e posizione, per quanto prediliga le zone luminose e i terricci fertili. A tal fine, come nutrimento di "sostegno" allo sviluppo vegetativo e alla fioritura, è possibile somministrare alla pianta del concime granulare a lento rilascio. Questo intervento di concimazione va effettuato a fine autunno e, in caso di messa a dimora della pianta, sarebbe bene integrarlo con un fondo di stallatico maturo da posizionare alla base della buca che accoglierà la massa radicale. Al risveglio vegetativo, ossia verso l'inizio di marzo, per dare maggior spinta alla fioritura, si può intervenire, con periodicità mensile e fino a settembre, nebulizzando sulla pianta del fertilizzante liquido ricco di potassio e fosforo, precedentemente diluito nell'acqua di irrigazione.
Cocciniglia, afidi e acari (in particolare, il "ragnetto rosso") sono i principali nemici del glicine. Si combattono con antiparassitari specifici, acquistabili dal vivaista, nonché con la rimozione manuale del parassita e delle parti della pianta che lo stesso ha rovinato. Per prevenire l'attacco di questi fitofagi, è utile controllare la fertirrigazione dell'azoto, prediligendo concimi che ne contengono poco. Il glicine può essere colpito anche dalla clorosi, diretta conseguenza di una carenza di ferro. Questa patologia è riscontrabile dall'ingiallimento repentino delle parti verdi della pianta; vi si pone rimedio integrando il terriccio con del concime a base di ferro chelato. Nei casi più gravi, oltre alla concimazione nel terriccio, il ferro chelato può essere somministrato anche irrorando direttamente i getti malati della pianta.
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