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Tra le oltre 400 specie di aloe sicuramente l'aloe vera è la più conosciuta, diffusa e amata. La provenienza tropicale di questo virgulto lo rende adatto ai climi secchi e caldi: avendo bisogno di calore e pochissima acqua potrà essere presa in consegna anche dai meno "dotati" di pollice verde. Oltre al valore decorativo, dovuto all'obiettiva bella presenza costruita intorno a foglie carnose e inflorescenze rosso acceso, le proprietà fitoterapiche di questo vegetale lo rendono un alleato prezioso per la cura del corpo. La gelatina contenuta nelle foglie di aloe vera, infatti viene utilizzata per la composizione di antipiretici naturali, antinfiammatori e antimicotici; le qualità depurative e antiossidanti ne fanno un aiuto naturale contro i chili di troppo.
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Coltivare l'aloe in appartamento è un procedimento più semplice di quanto si pensi. Per cominciare, è importante procurarsi una talea della pianta, ovvero un rametto amputato dalla base di una pianta adulta. Onde evitare che marcisca, far riposare il rametto per qualche giorno senza luce e procedere quindi alla collocazione in vaso (di piccole dimensioni), prestando attenzione alla composizione del terreno che dovrà essere un misto di torba e sabbia in uguali quantità. L'aloe ha bisogno di molto calore e luce, ma di pochissima acqua: per questo è sconsigliato l'utilizzo del sottovaso che causa ristagni mal sopportati dalla pianta stessa. Importantissimo sarà rinvasare annualmente il virgulto, senza potare, asportando al massimo le foglie che si seccheranno nel tempo, alla base della pianta.
L'aloe arborescens è l'altra grande protagonista tra le specie di aloe. A colpo d'occhio si presenta con foglie più sottili e cuticola più spessa, il che la rende coltivabile anche in Europa, accorciando le distanze tra produttori e consumatori. Anch'essa presenta foglie dentellate e inflorescenze rosso acceso, e le prime attestazioni della sua presenza sono riportate da Cristoforo Colombo, che ne lodava il potere curativo. Rispetto all'aloe vera, chimicamente parlando, contiene una maggiore concentrazione di aloine e grazie a questo gli effetti lassativi e antinfiammatori della pianta sono maggiori. La notorietà di questa specie, va inoltre al suo essere l'ingrediente principale del preparato di Padre Romano Zago, monaco brasiliano che negli anni Trenta ne fece una sorta di tonico dagli effetti benefici straordinari.
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