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Ci sono alcuni attrezzi indispensabili per le operazioni di taglio che, come detto, devono essere sempre usati puliti e inoltre riposti dopo essere stati ben ripuliti in luoghi privi di grandi quantità di polvere o umidità per scongiurare effetti dannosi come malattie e infezioni al momento del taglio.
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Da privilegiare quelle a taglio dritto per i tagli piccoli o a lama “battente”, ideali per asportare rametti dal piccolo diametro senza causare sfilacciamenti alla corteccia. Per i rami alti esistono tipi di forbice montate su una scala, così come esistono cesoie a manico lungo da usare con ambedue le mani per il taglio di siepi o rami grossi e più legnosi. Durante il taglio, il ramo deve poggiare contro la base delle forbici, mai alla loro estremità, per alleggerire lo sforzo del taglio e preservare il filo dell'attrezzo.
Da usare nel taglio di grossi rami, si trova dritta o curva e il suo filo può essere semplice o doppio. Se i lavori non portano ad una superficie liscia, come spesso accade con la sega, si rimedierà raffinando con coltelli da innesto.
Servono per tendere rami piccoli. Ne esistono di plastica o di ferro e zinco. Nel caso in cui si voglia curvare un ramo di un albero di giovane età, è preferibile mantenerlo legato per qualche mese con un filo di plastica elastico in modo che possa adattarsi alla figura dello scheletro.
Servono a proteggere la ferita da parassiti, ma anche da attacchi di gelo o umidità. E' preferibile l'utilizzo di quei mastici prodotti con cere minerali, animali o vegetali.
La scala, come ovvio, dovrà unire le caratteristiche di solidità e di facile maneggiabilità. I guanti dovranno essere al contempo resistenti a spine o schegge, ma anche morbidi e di misura precisa alla mano per consentire ottimi movimenti e manualità.
Se la pianta è pollonante ed emette quindi facilmente fusti dalle radici, bisogna tagliare il pollone vicino alla gemma per agevolare l'emissione di altri getti atti a formare un fitto cespuglio. I getti saranno poi accorciati con moderazione per formare la chioma dell'arbusto. Per gli arbusti non pollonanti gli interventi di impianto saranno limitati, con accorciamenti meno radicali. Sul fusto andranno a formarsi circa 5 rami che formeranno lo scheletro del cespuglio. In seguito si provvederà ad accorciare limitatamente i rami per agevolare l'allargamento della chioma.
I sempreverdi si differenziano dai precedenti per mantenere le foglie per tutto il corso dell'anno. Per il taglio di impianto a cui sono soggetti gli alberelli sempreverdi si costruisce l'impalcatura di base, con un taglio all'altezza voluta, poi si esegue la cimatura dei getti anche durante l'estate per favorire o sviluppo di una chioma allargata e di forma armoniosa.
I rampicanti, privi di fusti che si reggono in maniera autonoma, si sostengono ad altre piante, oppure su rocce e pareti o altri appigli creati dal coltvatore. Anche per i rampicanti si effettua, all'impianto, un taglio alla base per favorire l'emissione di nuovi getti tra i quali i più forti saranno orientati con ordine sopra la superficie di sostegno. Successivamente con un taglio netto si accorceranno i tralci principali tra quelli in cui sono nati nuovi germogli e tra questi si sceglieranno i più forti per continuare l'impalcatura. In seguito, se la fioritura avviene nel corso del primo anno, si farà una potatura dei rami laterali al termine dell'inverno, per rinnovare ogni anno la vegetazione al fine di evitare sovrapposizioni. In caso di abbondante vegetazione, per alleggerire il rampicante, si possono effettuare in seguito un paio di potature di rimonda, così da evitare un soffocamento delle forme armoniche della pianta.
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