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La semina avviene in settembre, in vivaio, per poi operare il trapianto all'arrivo dell'autunno successivo, ancora in vivaio. Le piantine dovranno essere in seguito coltivate per un periodo che andrà dai tre o quattro anni prima di procedere con la definitiva mesa a dimora. Le piante andranno poi collocate a dimora a distanza di 40 centimitri circa l'una dall'altra oppure alternate in due file con 25 centimetri di distanza, con l'accortezza di mantenere sempre i 40 centimetri tra le piante che appartengono alla stessa fila. A luglio sarà il momento di potare finemente i giovani soggetti, per poi passare a una potatura più abbondante nel mese successivo, quando la pianta avrà acquisito maggior vigore.
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Il carpino ha una preferenza per un terreno che sia profondo e abbastanza calcareo: non presenta grandi esigenze di fertilità. Mal sopporta, invece, un suolo troppo compatto, così come una troppo elevata umidità persistente.
Il carpino predilige una posizione soleggiata, a tratti leggermente ombreggiata. Si adatta con facilità a climi continentali e ha buona resistenza verso freddi collinari e montani, così come per i caldi estivi della pianura.
La sua innaffiatura è assai semplice: il terreno richiede irrigazione quando è asciutto. Consigliabile ripetere l'innaffiatura anche tre volte nel tempo di qualche minuto, cosicché il substrato del terreno riesca ad assorbire più facilmente l'acqua. Nella stagione estiva, un'irrorazione ripetuta delle foglie ha l'effetto salutare di inumidirle e di evitare problematiche legate ai ragni rossi, che spesso infestano la pianta.
La concimazione del carpino deve essere effettuata dalla primavera all'autunno con la pausa da collocare durante il riposo vegetativo. Consigliabile l'utilizzo di concimi ricchi di fosforo e potassio e organici a lenta cessione.
La propagazione avviene per seme, in autunno, per poi germogliare nel mese di maggio; per talea, in primavera usando i rami tagliati al momento della potatura e privati della parte apicale da piantare in vani con un terriccio composto in egual misura di sabbia e di torba.; per talea legnosa o semilegnosa, in primavera o fino alla metà dell'estate; infine per margotta, in un'operazione che consiste nel margottare rami o tronchi a maggio.
Tra i più pericolsi nemici del carpino figura certamente la famigliola, un fungo che può portare alla repentina morte della pianta facendo marcire in breve tempo il suo apparato radicale.
Se in natura dà vita a numerosi boschi, è stato spesso impiegato per creare alberature e per arricchire i parchi durantre i secoli del passato. A tutt'oggi il carpino resta un albero che ha grande apprezzamento per il suo pregio ornamentale e che può collocarsi con facilità anche all'interno di piccoli giardini, se vengono scelti tipi di carpino dalla crescita contenuta e che presentino portamento colonnare. Il suo fascino per la collocazione in giardino è dato in particolare dalle sue caratteristiche fisiche, che lo vedono in possesso di una forma di rara di eleganza, con mutamenti di colorazione dal verde al giallo oro molto suggestivi. In più l'ottima sopportazione alle potature gli consentono di potersi prestare con facilità alle lavorazioni tipiche del giardinaggio, senza per questo avere conseguenze negative sulla propria salute.
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