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L’erba naturale si sviluppa da semi di erba per prato. Questi semi sono di solito composti da miscugli contenenti diverse varietà di erba. L’erba più comune si ottiene dai semi di graminacee, da cui si ricavano ottimi prati seminati sia per usi decorativi che sportivi. In base alla tipologia di miscugli si possono ottenere prati rustici, prati con erba alta, prati con erba bassa e uniforme, prati calpestabili e prati inglesi. Le erbe graminacee possono essere classificate in base alla loro resistenza alle avversità e alle condizioni atmosferiche. In questo caso avremo le macroterme e le microterme. Le prime resistono al calore e alla siccità e consentono di avere un bel prato verde anche in inverno, mentre le seconde sopportano solo le temperature fresche e i luoghi ombreggiati. In estate, l’erba naturale da microterme tende a ingiallire, per poi riprendere il suo colore naturale in autunno. L’erba naturale, proprio in base alla tipologia di semi da cui è composta, richiede differenti cure e manutenzioni. In genere, l’erba naturale da macroterme non necessita di abbondanti irrigazioni, perché è in grado di resistere al calore e alla siccità, mentre l’erba naturale da microterme richiede, specie nei mesi più caldi e non solo, irrigazioni più abbondanti e ravvicinate. L’erba naturale, in ogni caso, richiede sempre una maggiore manutenzione rispetto a quella sintetica. Questa manutenzione si concretizza nel taglio della stessa quando supera una certa altezza ( tra 5 e 10 centimetri), nelle irrigazioni, nella concimazione, nella risemina e nel diserbo. Tutto questo non è necessario nell’erba sintetica, ma è innegabile che la resa estetica di quella naturale sia sempre unica e inconfondibile.
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La scelta tra l’erba naturale e quella sintetica non è sempre facile, anche perché tutti amano un risultato estetico ben visibile e apprezzabile. Ancora più difficile è scegliere l’erba del campo da gioco. Il dibattito sulla validità dell’erba naturale rispetto a quella sintetica e viceversa è più che mai acceso ed aperto e pone diverse questioni pratiche non più rinviabili. Tra queste spiccano la sicurezza del campo, la sua durata, la sua manutenzione e l’impatto ambientale. La sicurezza dipende dalla tenuta dell’erba e dalla sua calpestabilità e resistenza al camminamento dei giocatori. La durata è una variabile che si pone nettamente a favore dell’erba naturale che, se ben curata, dura praticamente per sempre, riducendo i costi dello smaltimento dell’erba sintetica usurata. La manutenzione dell’erba naturale è certamente maggiore rispetto a quella sintetica e uno degli svantaggi di quest’erba, specie nei campi da gioco, è quello dello smaltimento dell’acqua piovana che si accumula al suolo nei mesi autunnali o invernali. Per garantire una corretta uniformità del manto erboso naturale bisogna, infatti, prevedere un buon drenaggio dell’erba. Un manto in erba naturale correttamente installato, in genere, fornisce un discreto drenaggio; il problema è che durante l’allestimento del campo in erba naturale non si procede a effettuare i test di infiltometria come avviene per quella sintetica, sottoposta ad obbligo di omologazione. L’erba naturale inoltre dà ai giocatori una maggiore percezione del movimento di gioco. L’erba naturale è anche più ecologica, perché non necessitando di smaltimento contribuisce a ridurre notevolmente le emissioni di anidride carbonica.
Il confronto tra l’erba naturale e quella sintetica si consuma anche sul fronte dei costi. Da alcuni calcoli comparativi è stato visto che l’erba naturale, a conti fatti, specie in ambito sportivo, costa meno di quella artificiale. Per la prima, infatti, il costo di manutenzione si aggira intorno ai 10 mila euro annui, mentre per la seconda, intorno ai 15 mila. L’erba naturale garantisce un minor numero di ore di utilizzo: 450, a fronte dei 1000 dell’erba sintetica. La prima, però, batte la seconda per l’assenza dei costi di riciclo, che nell’erba sintetica si aggirano intorno ai 75 mila euro, con una media di 10 euro al metro quadro.
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