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La potatura dell’albicocco non è in grado di incidere significativamente sulla qualità dei frutti, ma solo sulla loro quantità, che si può aumentare o diminuire in base al numero di rami fruttiferi lasciato sull’albero durante la potatura di produzione. Altro obiettivo della potatura è determinare la forma dell’albero, forma che cambia in base agli scopi per cui lo stesso viene coltivato. La potatura, in grado di condizionare la forma della chioma, viene detta di allevamento o di formazione.
Nel caso di albicocco ornamentale o da giardino i tagli di potatura potranno puntare a dare all’albero una forma a spalliera in modo da addossarlo a muri o recinti, mentre nel caso di albicocco coltivato a scopo produttivo i tagli possono contribuire a creare un allevamento a vaso, cioè a imbuto, con uno scheletro formato da tre o quattro rami, o a palmetta irregolare, cioè con rami obliqui, ma senza seguire forme geometriche ben precise ( U, V, Y, ecc.). La palmetta irregolare è la forma frequentemente più utilizzata per gli alberi da frutto, tra cui l’albicocco.Come si sarà potuto appurare al precedente paragrafo, per l’albicocco si eseguono due tipi di potatura: di allevamento( o formazione) e di produzione. A quest’ultima e quando la varietà coltivata lo richiede, si possono abbinare dei tagli di ritorno, ovvero tagliare i rami che vengono immediatamente dopo quelli laterali, che diventeranno così produttivi. La potatura di allevamento, nell’albicocco si effettua durante i primi quattro anni di vita della pianta e consiste in un primo taglio che determinerà la forma della chioma e in tagli successivi che eliminano i rami in eccesso per contenere la vigoria e la crescita della pianta. I tagli di formazione dipenderanno dalla forma di allevamento scelta. Nella forma a imbuto si eliminano i rami più grossi che disturbano quello centrale ed i rami laterali in eccesso, mentre nell’allevamento a palmetta si accorciano solo i rami laterali per favorire il regolare sviluppo di quelli centrali.
Il primo taglio di allevamento si effettua a un’altezza compresa tra trenta centimetri e due metri dal suolo. L’altezza dipenderà dalla forma che si vuole dare alla chioma dell’albero. Dopo il primo taglio si svilupperanno i rami, in cui bisogna individuare quelli che determineranno la forma della chioma. In genere, lo scheletro dell’albero è costituito da quattro rami, mentre gli altri vanno eliminati partendo dalla base. Quelli che restano vanno accorciati a circa venti, trenta centimetri. Da ricordare che il primo taglio determinerà la forma di allevamento dell’albero. Per la forma ornamentale o a spalliera si taglia in basso e comunque anche al di sotto dei cinquanta centimetri dal suolo, per le altre forme, l’altezza di taglio deve essere maggiore. Quando l’albicocco si sarà completamente formato, si procederà alla potatura di produzione, eliminando rami secchi, improduttivi o in eccesso o che disturbano quelli produttivi o che impediscono la penetrazione della luce.
Anche la potatura di produzione permette di dare al’albero una chioma ordinata e regolare, anche se questi interventi servono principalmente a facilitare la raccolta dei frutti. In base alla varietà coltivata, la potatura di produzione dell’albicocco si può servire di altre tecniche di taglio, tra cui quello di rinnovo, il raccorciamento dei rami misti e la curvatura. I tagli di ritorno tagliano i rami che crescono immediatamente dopo quelli laterali, che a loro volta diventano produttivi. Questi tagli si eseguono su varietà con scarsa fruttificazione. Il raccorciamento dei rami misti consiste nell’accorciare i rami più lunghi dell’albero che crescono vigorosamente, ma che fruttificano poco. Con questo raccorciamento si favorirà l’emissione delle gemme apicali. La curvatura dei rami misti non si effettua su tutti gli alberi di albicocco, ma solo sulle varietà con portamento assurgente, cioè su quelle che hanno i rami principali inclinati.La potatura dell’albicocco si effettua prevalentemente nel periodo primaverile o estivo. Infatti per quest’albero si parla di potatura verde. La potatura verde dell’albicocco segue esattamente il ritmo di crescita della pianta e va da marzo a fine maggio, quando si formano i rami più corti ( massimo 20 centimetri di lunghezza), giugno e fine luglio, quando si formano i rami misti, cioè rami che possono essere lunghi da trenta a settanta centimetri, e fine agosto, quando si completa lo sviluppo delle gemme a fiore dei rami. Altri interventi di potatura dell’albicocco si possono effettuare anche in inverno. In tal caso si parla di potatura secca. In inverno, sempre se la varietà coltivata lo richiede, si possono effettuare i tagli di ritorno. Il periodo ideale varierà in base alla zona in cui l’albicocco viene coltivato. Nelle zone a clima mite, la potatura secca si può effettuare a fine autunno.
Nella potatura dell’albicocco, i tagli vanno eseguiti non in maniera troppo drastica perché questa pianta cicatrizza molto faticosamente. Gli unici tagli incisivi devono essere quelli di ritorno. Le ferite dei tagli vanno coperte con mastice o con una miscela di acqua e vinavil che funge anche da disinfettante. Gli attrezzi per la potatura ( cesoie, forbice, seghetti, ecc.) vanno puliti e disinfettati prima e dopo l’uso. Tagli imprecisi o effettuati in periodi diversi potrebbero provocare nell’albicocco malattie batteriche o funghine.
Attraverso la potatura e attraverso costanti interventi di cura della pianta, è possibile dare all'albicocco la forma voluta. Generalmente si individuano 3 forme di allevamento in questa pianta, ritrovabili in diverse altre piante da frutto: il vaso, il fusetto ed il vaso ritardato.
Il vaso è una forma di allevamento che, come lascia facilmente intuire il termine, prevede la definizione di una forma allargata della chioma che parte da una base ristretta per allargarsi salendo verso l'alto. Questa forma colturale è ottenuta tenendo ben pulita la parte interna della chioma che dovrà essere sgombra dai rami. Solitamente in questa forma di coltivazione vengono lasciati 3 rami principali disposti a 120° di distanza l'uno dall'altro.Un'altra forma di allevamento è quella a Fusetto, un tipo di coltivazione nella quale la pianta necessita di sostegni poichè è molto spinta la crescita verticale delle piante coltivate. E' una coltivazione da produzione intensiva che si attua posizionando le piante ad una distanza di 3 metri tra un filare e l'altro e ad una distanza di 4-5 metri fra le piante.Per quanto riguarda infine l'ultima forma di coltivazione, quella del Vaso ritardato, si tratta di un metodo che prevede la coltivazione di piante di piccole dimensioni, che non arrivano a superare i due metri di altezza. Una particolarità di questa forma di allevamento sono le branche laterali che partono dai rami principali ogni 20-30 centimetri e prendono una forma a spirale. Questa forma di allevamento, oltre ad essere comoda per la raccolta viste le dimensioni contenute, è pratica da un punto di vista della gestione della pianta poichè richiede una frequenza di potatura inferiore rispetto alle due forme viste precedentemente.
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