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Come detto al paragrafo precedente, lo stallatico è un concime naturale ottenuto dalle deiezioni degli animali da allevamento, ovvero ovini, bovini ed equini. Alla vista si presenta come un prodotto essiccato simile al pellet. Questa caratteristica dipende dalla lavorazione subita da questo concime, inizialmente ricavato dal letame fresco. Vista la difficoltà di reperimento del letame, si preferisce lavorarlo, essiccarlo e metterlo in commercio sotto forma di granaglie solide e conservate in comodi sacchi facilmente trasportabili. Il letame, dunque, viene lavorato e sottoposto a processi di essiccazione e umificazione. Entrambi i processi arricchiscono il concime di preziose sostanze nutritive. In particolare, l’umificazione, che precede l’essiccazione, consiste in un processo di digestione del letame da parte dei batteri. Questo processo arricchisce lo stallatico di tutti i nutrienti essenziali al miglioramento del terreno e alla nutrizione delle piante.
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Dal meccanismo di umificazione si ottiene anche l’humus, ne consegue che lo stallatico è uno tra i concimi più ricchi di sostanza organica. Dopo la digestione da parte dei batteri, lo stallatico viene essiccato e trasformato in una miscela solida simile al pellet. Questa miscela può essere ridotta in parti ancora più sottili, presentandosi simile alla polvere.Con queste formulazioni ( polvere o pellet) lo stallatico viene facilmente commercializzato in sacchi di carta o cartone. Le miscele di stallatico comprendono concimi con diverse quantità di nutrienti. Lo stallatico lavorato può infatti essere un concime NPK, cioè un concime contenente azoto, fosforo e potassio, ma anche NK o NP, cioè contenente solo azoto e potassio o solo azoto e fosforo. Nella qualità dello stallatico conta anche il rapporto della miscela di sostanza organica contenuta, cioè carbonio a azoto. Questo rapporto non deve essere né troppo alto e nemmeno troppo basso. Il valore ideale è pari a 10 e consente di modificare in meglio le proprietà chimico-fisiche del terreno.
Lo stallatico si può usare per concimare qualsiasi tipo di pianta: dagli alberi da frutto, alle piante ornamentali e da orto. Spesso, questo concime viene usato in fase di presemina del prato o delle piante da orto e per migliorare la qualità del terreno. Altri interventi di concimazione preventiva si possono effettuare prima dell’impianto di diverse specie vegetali. Se la miscela di stallatico acquistata comprende una bassa quantità di azoto, la si può usare per concimare le piante ornamentali in vaso, spargendo il concime in pellet sulla parte superficiale del contenitore. L’operazione va effettuata prima dell’annaffiatura, in modo da ottenere un parziale effetto fertilizzante. Le miscele di stallatico più ricche di azoto si usano, invece, come ammendanti del terreno nelle fasi pre-semina e pre –impianto. L’alta percentuale di questo elemento favorisce infatti la radicazione delle nuove piante. La concimazione periodica con piante adulte si può effettuare a fine inverno per gli ortaggi, interrando superficialmente lo stallatico in polvere o in pellet, e alla ripresa vegetativa per le altre specie vegetali.
Anche se più pratico del letame fresco (ormai difficilmente reperibile), lo stallatico usato per concimare le piante ornamentali in vaso, e quindi il concime sparso sulla parte superficiale del vaso, emette un odore sgradevole. L’odore non è nauseabondo come quello del letame fresco, ma per chi non è abituato, può risultare un po’ fastidioso. La “puzza” di escrementi secchi di animali durerà comunque solo per pochissimi giorni, per poi lasciare spazio alle eccellenti proprietà nutritive e ammendanti dello stallatico. Eccessive quantità di prodotto, anche se di origine naturale, possono però avere un effetto inquinante, perché anche le deiezioni degli animali tendono a penetrare nelle falde acquifere. Per una maggiore ecosostenibilità si consiglia, dunque, di acquistare stallatico certificato secondo specifiche norme antinquinamento.
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