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La definizione di fertilizzanti organici deriva dal fatto che siano completamente naturali e che siano di origine animale o vegetale. Contengono al loro interno elementi primari, chiamati macroelementi, che sono essenziali per la normale crescita vegetale: questi comprendono azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Questi elementi sono contenuti per la maggior parte delle volte anche dai fertilizzanti chimici, i quali sono generalmente specializzati su un elemento nutritivo. Seguono poi i microelementi, ovvero quegli elementi nutritivi che non sono normalmente considerati nei concimi chimici, ma che sono molto importanti per la salute generale delle piante: tra questi ci sono il ferro, lo zinco, il rame, il boro, il cloro e molti altri. Inoltre nei fertilizzanti organici si trovano percentuali variabili di altri componenti: acqua, materiale legnoso, cellulosa, materiale vegetale e materiale secco di varia natura.
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Sono molti i concimi organici, i più comuni sono descritti di seguito. Il più conosciuto ed utilizzato è il letame, o stallatico: si tratta di un prodotto formato da escrementi animali assieme a lettiera e urina. Può essere di origine bovina, equina, suina e ovina. La percentuale degli elementi presenti all'interno può essere differente in base alla specie animale e alla quantità di fluidi. Vi è poi l'humus, un composto di residui vegetali e microfauna decomposta. È estremamente fertile e al suo interno si possono trovare moltissimi elementi nutritivi. I suoli ricchi di humus sono perfetti per colture di ogni tipo. Gli sfalci di monocolture prevedono l'utilizzo di colture che forniscono azoto come fertilizzante organico: esse vengono coltivate e poi una volta sfalciate vengono lasciate decomporre sul terreno. Un altro tipo di fertilizzante organico è il guano, un prodotto composto da deiezioni di uccelli, in particolare di uccelli marini. Questo può essere raccolto in giacimenti in America meridionale. Normalmente viene definito come concime NP, avendo questi due elementi in maggior quantità.
È importante saper distribuire bene il fertilizzante per non arrecare danno alle piante e per non alterare negativamente la composizione del suolo. Bisogna stare attenti alle reali necessità di una pianta e non eccedere con gli elementi nutritivi. È molto utile l'utilizzo del concime organico in presemina, ovvero nel periodo prima della semina. Se però il materiale per la concimazione è ancora fresco è consigliabile distribuirlo qualche mese prima e lasciarlo riposare in modo tale che si decomponga. Se si distribuisce quando è ancora fresco subito prima della semina può danneggiare l'apparato radicale delle piante. Inoltre bisogna tenere conto dell'avvicendamento delle colture: in questo modo si evita di apportare elementi di cui il terreno non ha bisogno, dato che la coltura precedente glielo ha già fornito. Ci sono vari metodi per distribuire il concime: può essere sparso in superficie, operazione manuale su piccoli appezzamenti generalmente in presemina, può essere somministrato a strisce, metodo utilizzato soprattutto nelle coltivazioni industriali, e infine può essere effettuata una concimazione mirata, eseguita quando serve apportare ulteriormente un elemento.
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