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Anche se la Reggia di Caserta spicca per la sua maestosità, prima di accedere alle sue preziose stanze si consiglia di visitare il Parco, dove si possono ammirare vedute, odori e profumi davvero rari e inconfondibili. La sezione del giardino all’italiana è caratterizzata dallo stile tipico di questa filosofia verde, ovvero vialetti e ingressi che portano a una serie di fontane e statue dove vengono raffigurati personaggi mitologici. Le fontane del giardino all’italiana sono: la fontana Margherita, la Peschiera, la fontana di Eolo, la fontana di Cerere, la fontana di Venere e di Adone e la fontana di Diana e Atteone. Le sculture e le statue sono circondate da magnifici giochi d’acqua che sembrano sottolineare determinati episodi mitologici. Il giardino all’inglese è invece realizzato secondo il tipico stile britannico. Sono sempre presenti cascate, fiumi e laghetti che fanno da sfondo a piccoli tempi, come quello della Venere inginocchiata, o a nicchie in rovina che imitano gli antichi crolli dell’antichità e dove sono custodite statue romane. I viali del giardino all’inglese sono costellati da fitti boschi, mentre sui laghetti prosperano meravigliose piante acquatiche. Tutto il giardino della Reggia di Caserta è arricchito da fantastici giochi di luce che donano al paesaggio un tono ancora più incantevole e suggestivo.
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Il Parco e il Palazzo della reggia di Caserta vennero realizzati per volontà del re di Napoli Carlo di Borbone. Quest’ultimo voleva sottolineare i fasti e il potere della monarchia costruendo una reggia che fosse simile a quella di Versailles. Non potendo farlo a Napoli, per via del rischio di assalti via mare, il re decise di costruire la reggia nella vicina Caserta, località dell’entroterra a pochi chilometri da Napoli, molto più sicura rispetto al capoluogo. Per la realizzazione della dimora e del parco, il sovrano incaricò l’abile architetto Luigi Vanvitelli, che redasse il progetto nel 1751. I lavori richiesero circa dieci anni e Carlo di Borbone non riuscì a vederne il completamento perché nel 1759 divenne re di Spagna e si trasferì a Madrid. Il sovrano, però, durante gli anni del suo regno a Napoli, si interessò di valorizzare tutta l’area urbana circostante riuscendo anche ad ottenere l’approvvigionamento di un nuovo acquedotto. L’area verde, cioè il Parco, venne realizzata secondo i criteri e i fasti del giardino all’italiana; mentre il Palazzo, secondo i lussuosi principi architettonici del barocco. Il giardino all’inglese, invece, prolungamento di quello italiana, arrivò in un secondo momento e fu realizzato per volere della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinado IV, la quale incaricò l’ambasciatore inglese del Regno di Napoli di reclutare un giardiniere inglese in grado di realizzare un giardino paesaggistico simile a quelli in voga nel mondo inglese. Tutto questo accadeva nel lontano 1786. Oggi, l’area della reggia di Caserta è per volume la più estesa del mondo: conta, infatti, due milioni di metri quadri. Per la sua maestosità e bellezza, il Parco della Reggia è stato dichiarato dall’Unesco “ Patrimonio dell’Umanità”.
Il Parco della Reggia di Caserta si estende su un’area di circa 120 ettari, per un totale di tre chilometri di lunghezza. L’ingresso nel Parco offre una vista fatta di boschi, grotte, statue e fontane che rendono il paesaggio suggestivo e inimitabile. Il Parco si può visitare dall’ingresso della Reggia oppure da un ingresso secondario: via Giannone. Il viale centrale si apre con una vegetazione colorata che fa accedere poi a un viale sinistro costeggiato da sentieri ombreggiati dagli alberi. A duecento metri, lo stesso viale sinistro porta a un’area dove una volta c’era un boschetto e dove oggi si trovala Torre Pernesta, chiamata Castelluccia, che si apre su un fossato e su un piccolo ponte levatoio. Dalla Castelluccia si giunge alla Pescheria Vecchia, usata da Ferdinando IV per finte battaglie navali. Da qui, in salita, si possono ammirare una serie di meravigliose fontane elencate al secondo paragrafo della nostra scheda. Le sculture che accompagnano queste fontane descrivono scene mitologiche .La Peschiera ad esempio termina con tre grandi delfini dalle cui fauci sgorga l’acqua che va nella vasca stessa. La fontana di Eolo è dedicata al dio dei venti, in quella di Diana e Atteone si vede quest’ultimo sbranato dai suoi stessi cani. Sopra questa vasca, si trova la Grande Cascat, da cui scende l’acqua che va a riempire la vasca di Diana e Atteone. Nello spiazzo a sinistra di questo gruppo di statue si trova un punto di ristoro, mentre a destra si accede al giardino all’inglese. Qui si possono trovare viali e vialetti decorati con pini, cipressi, platani, magnolie, palme, piante grasse e cedri del Libano. Recentemente sono state anche costruite delle serre immense dove si coltivano piante esotiche e dove si effettuano studi di nuove tecniche colturali.
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