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Si tratta di un tipico pomodoro costoluto con bacche di grandi dimensioni, di peso medio di 500-700 grammi, ma non è raro che (soprattutto gli esemplari dei palchi più bassi) superino il chilogrammo (da cui la denominazione).
Viene comunemente descritto anche come pomodoro bistecca per l’ottima compattezza della polpa: ciò è di grande aiuto al momento del taglio che viene di solito effettuato parallelamente al picciolo. Ne risulteranno fette molto grandi e sode (simili a bistecche), ottime per essere consumate da sole a crudo, in insalata o in una caprese. L’insolita scarsità di semi nella polpa rende ancora più appetibili i frutti. La “carne” è di un bel rosso chiaro tendente quasi al rosato. La pianta , in condizioni ottimali di coltivazione, è molto vigorosa.Il pomodoro chilo della Garfagnana ha caratteristiche peculiari che possono portare a preferirlo a cultivar di più recente introduzione. Innanzitutto si rivela molto tollerante nei confronti di vari tipi di terreno: cresce bene nei substrati ricchi di sostanza organica (dando un prodotto di grandi dimensioni ed estremamente saporito), ma prospera discretamente anche in aree più argillose e compatte. In queste condizioni, inoltre, è meno soggetto di altri ad attacchi di peronospora e marciume apicale.
La particolare compattezza dei frutti li rende meno soggetti alle spaccature durante la crescita e maturazione anche in caso di piogge abbondanti o distribuzioni idriche non costanti. Le scottature delle bacche sono eventi eccezionali, anche nelle annate con forte calore e insolazione.L’allegagione e la maturazione non sono né troppo precoci né esageratamente tardive: la pianta può quindi essere coltivata ovunque sul territorio italiano, ma è particolarmente indicata nelle aree di media montagna. Scongiureremo le gelate tardive ottenendo un buon raccolto prima dell’arrivo dell’autunno.Rispetto ai pomodori di nuova generazione ha un sapore più spiccato.Le nuove cultivar e ibridi gli vengono preferiti soprattutto per l’abbondanza della produzione.
Non bisogna sottovalutare che il “chilo” fino a qualche anno fa era assai difficilmente reperibile in commercio (ovunque, ma soprattutto al di fuori dei suoi confini tradizionali di diffusione). Ultimamente però, grazie ad internet e ad alcuni venditori specializzati, i piantini di questa particolare varietà vengono prodotti anche da operatori su tutto il territori nazionale e sono disponibili sementi anche ad uso hobbistico.Un importante ostacolo alla sua diffusione deriva però dalla scarsità di semi all’interno dei singoli frutti: è senz’altro necessario sacrificarne parecchi per ottenere la quantità sufficiente anche solo per un piccolo orto.Per ottenere il massimo delle piante di pomodoro chilo è importante lavorare in profondità il terreno con largo anticipo. Massimizzeremo la produzione, sia qualitativamente sia quantitativamente, inglobando circa 5 kg al metro quadrato di stallatico maturo (o 250 gr di letame in pellets).
Per favorire uno spiccato sapore è importante che nel substrato non manchino mai il fosforo e il potassio: si consiglia quindi di aggiungere circa 90 gr/m2 di perfosfato di minerale e 30 di solfato di potassio.Altra pratica importante è la costante eliminazione dei getti ascellari: manterremo le piante più ordinate e permetteremo un ottimale sviluppo e maturazione dei pomodori. Per ridurre gli apporti e idrici e scoraggiare le infestanti è utile pacciamare il piede con materiale organico o con appositi teli.Il pomodoro chilo dà il suo massimo nelle preparazioni a crudo. Viene comunemente utilizzato in insalate, in purezza o miste, cui dona un sapore intenso e dolce. Si accompagna bene però anche a formaggi freschi: possiamo spalmarci direttamente sopra della robiola o creare un’ottima caprese con della mozzarella di bufala e del basilico. Affettato in diagonale è perfetto, insieme ad altre verdure, nel pinzimonio.
Tagliato a cubetti, e insaporito con olio, aglio e origano, è ottimo per delle bruschette estive.Può però essere usato anche da cotto.La sua buccia è piuttosto compatta e coriacea: è facile quindi svuotarlo e farcirlo in vari modi, cuocendolo poi in forno e gratinando leggermente la superficie.Il suo sapore deciso, ma fresco lo rende un buon soggetto da sugo estivo. Va prima scottato in acqua calda per eliminare la buccia; in seguito potremo ottenere una cubettata non troppo fine. Si abbinerà ad un leggero soffritto di cipolla ed aglio e ad una cottura piuttosto veloce.
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