50 semi neri Krim- Pomodoro semi-grande per i panini, insalate, grigliate e Altro |
Si tratta di un tipico pomodoro costoluto con bacche di grandi dimensioni, di peso medio di 500-700 grammi, ma non è raro che (soprattutto gli esemplari dei palchi più bassi) superino il chilogrammo (da cui la denominazione).
Viene comunemente descritto anche come pomodoro bistecca per l’ottima compattezza della polpa: ciò è di grande aiuto al momento del taglio che viene di solito effettuato parallelamente al picciolo. Ne risulteranno fette molto grandi e sode (simili a bistecche), ottime per essere consumate da sole a crudo, in insalata o in una caprese.
L’insolita scarsità di semi nella polpa rende ancora più appetibili i frutti. La “carne” è di un bel rosso chiaro tendente quasi al rosato. La pianta , in condizioni ottimali di coltivazione, è molto vigorosa.
Il pomodoro chilo della Garfagnana ha caratteristiche peculiari che possono portare a preferirlo a cultivar di più recente introduzione. Innanzitutto si rivela molto tollerante nei confronti di vari tipi di terreno: cresce bene nei substrati ricchi di sostanza organica (dando un prodotto di grandi dimensioni ed estremamente saporito), ma prospera discretamente anche in aree più argillose e compatte. In queste condizioni, inoltre, è meno soggetto di altri ad attacchi di peronospora e marciume apicale.
La particolare compattezza dei frutti li rende meno soggetti alle spaccature durante la crescita e maturazione anche in caso di piogge abbondanti o distribuzioni idriche non costanti. Le scottature delle bacche sono eventi eccezionali, anche nelle annate con forte calore e insolazione.
L’allegagione e la maturazione non sono né troppo precoci né esageratamente tardive: la pianta può quindi essere coltivata ovunque sul territorio italiano, ma è particolarmente indicata nelle aree di media montagna. Scongiureremo le gelate tardive ottenendo un buon raccolto prima dell’arrivo dell’autunno.
Rispetto ai pomodori di nuova generazione ha un sapore più spiccato.
Le nuove cultivar e ibridi gli vengono preferiti soprattutto per l’abbondanza della produzione.
Non bisogna sottovalutare che il “chilo” fino a qualche anno fa era assai difficilmente reperibile in commercio (ovunque, ma soprattutto al di fuori dei suoi confini tradizionali di diffusione). Ultimamente però, grazie ad internet e ad alcuni venditori specializzati, i piantini di questa particolare varietà vengono prodotti anche da operatori su tutto il territori nazionale e sono disponibili sementi anche ad uso hobbistico.
Un importante ostacolo alla sua diffusione deriva però dalla scarsità di semi all’interno dei singoli frutti: è senz’altro necessario sacrificarne parecchi per ottenere la quantità sufficiente anche solo per un piccolo orto.
Per ottenere il massimo delle piante di pomodoro chilo è importante lavorare in profondità il terreno con largo anticipo. Massimizzeremo la produzione, sia qualitativamente sia quantitativamente, inglobando circa 5 kg al metro quadrato di stallatico maturo (o 250 gr di letame in pellets).
Per favorire uno spiccato sapore è importante che nel substrato non manchino mai il fosforo e il potassio: si consiglia quindi di aggiungere circa 90 gr/m2 di perfosfato di minerale e 30 di solfato di potassio.
Altra pratica importante è la costante eliminazione dei getti ascellari: manterremo le piante più ordinate e permetteremo un ottimale sviluppo e maturazione dei pomodori.
Per ridurre gli apporti e idrici e scoraggiare le infestanti è utile pacciamare il piede con materiale organico o con appositi teli.
Il pomodoro chilo dà il suo massimo nelle preparazioni a crudo. Viene comunemente utilizzato in insalate, in purezza o miste, cui dona un sapore intenso e dolce. Si accompagna bene però anche a formaggi freschi: possiamo spalmarci direttamente sopra della robiola o creare un’ottima caprese con della mozzarella di bufala e del basilico. Affettato in diagonale è perfetto, insieme ad altre verdure, nel pinzimonio.
Tagliato a cubetti, e insaporito con olio, aglio e origano, è ottimo per delle bruschette estive.
Può però essere usato anche da cotto.
La sua buccia è piuttosto compatta e coriacea: è facile quindi svuotarlo e farcirlo in vari modi, cuocendolo poi in forno e gratinando leggermente la superficie.
Il suo sapore deciso, ma fresco lo rende un buon soggetto da sugo estivo. Va prima scottato in acqua calda per eliminare la buccia; in seguito potremo ottenere una cubettata non troppo fine. Si abbinerà ad un leggero soffritto di cipolla ed aglio e ad una cottura piuttosto veloce.
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