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Avendo un sapore delicato e un aroma particolare, il coriandolo può essere utilizzato in tantissime ricette senza che questo copra il sapore degli altri ingredienti. È una spezia che si adatta ottimamente a insaporire zuppe e minestre soprattutto, ma anche i legumi ad esempio, oppure la carne e il pesce. L’utilizzo dei semi interi è particolarmente indicato per preparare sottaceti e salamoie. Per il suo sapore delicato lo troviamo miscelato anche agli ingredienti del curry. Lo si può accostare anche ad altre spezie, dunque, come anche il pepe o il timo. Soprattutto nella cucina internazionale il coriandolo è molto utilizzato, in maggior quantità in Marocco e in Egitto. in Oriente, invece, sono più utilizzate le foglie, piuttosto che i semi. Queste ultime sono molto utilizzate anche nelle ricette messicane. Il coriandolo è molto usato anche quando si preparano liquori e digestivi, ad esempio nella preparazione del Gin.
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In Italia la coltivazione del coriandolo non è difficile. Può essere infatti coltivato in tutti i periodi dell’anno per effettuare poi la raccolta delle foglie. In primavera, invece, la pianta si porta a seme. Va seminato a una temperatura che sia superiore a 15 o 20 gradi, a una profondità di uno o due centimetri. Una volta che la pianta sarà adulta, il suo diametro potrà raggiungere i 20 centimetri. Le prime gemme si vedono in 7 o 10 giorni. Da ogni seme, di solito, vengono generati due germogli. Quando la pianta cresce è possibile raccoglierne le foglie, che potranno essere utilizzate in cucina. Possono essere sia essiccate o messe in congelatore. Il consiglio, comunque, è sempre quello di consumarle fresche. Nel periodo in cui le foglie tendono a ingiallire, è il momento di prendere i semi. Per farlo, la pianta va estirpata e lasciata essiccare per alcuni giorni. Dopo questo breve periodo bisogna batterla così da estrarre i semi. Quelli più grandi vanno tenuti da parte per l’eventuale semina dell’anno successivo.
Durante la coltivazione del coriandolo è bene tenere presente il fatto che questa pianta può influenzare lo sviluppo di quelle che vi si possono trovare vicino. Il finocchio, per esempio, può soffrire della vicinanza del coriandolo. L’anice, invece, si rinvigorisce se coltivata accanto a una pianta di coriandolo. Il nome coriandolo deriva dal latino Coriandrum. Parola, quest’ultima che deriva, a sua volta, dal greco corys, che vuol dire "cimice" seguita da –ander, che significa "somigliante". Proprio per questa derivazione greca, quindi, il coriandolo è conosciuto anche come erba cimicina. Durante i festeggiamenti del XV secolo venivano lanciati in aria confetti fatti di semi di coriandolo glassati, quindi ricoperti di zucchero. Con il passare del tempo questi confetti si sono man mano trasformati negli odierni piccoli pezzetti di carta che sono usati durante il carnevale. Hanno dunque mantenuto il nome di ciò che li costituiva in antichità.
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