Il leccio

Annaffiature

Le innaffiature del leccio sono piuttosto limitate, anche se caratterizzate da abbondanti annaffiature ogni 20 giorni. L'irrigazione però va ripetuta solo se il terreno diventerà completamente asciutto. Questa bella quercia non sopporta i ristagni idrici e quando le sue radici sono molto estese sarà necessario innaffiare solo nei momenti di estrema aridità. Il leccio può arrivare anche ad un'altezza considerevole, quasi 20 metri, e presenta una chioma fitta su di una corteccia quasi nera. Possiede radici forti e profonde che scavando nel terreno lo rendono resistente alla siccità. Infatti, in questo modo ottiene l'umidità di cui ha bisogno. La pianta inoltre fiorisce in maggio e produce le ghiande in ottobre. I suoi frutti in effetti sono dolci e vengono impiegati per la preparazione di farine.
Leccio

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Coltivazione

Ghiande piante La coltivazione del leccio avviene utilizzando il seme. Dopo aver raccolto le ghiande in autunno, le stesse vanno seminate quasi subito in vaso, da tenere all'aperto. Quando le piantine saranno cresciute andranno piantate nel terreno entro tre anni. Il leccio non viene coltivato solo come ornamento, ma anche per produrre del legno che si presenta duro e piuttosto difficile da sottoporre alle lavorazioni, quindi si usa come combustibile. In passato era utilizzato per costruire attrezzi agricoli resistenti all’usura, ma tendeva a spaccarsi. Un altro modo per coltivare questo tipo di quercia è la propagazione, con i polloni delle radici. Nei primi anni di vita il leccio gradisce una zona piuttosto ombreggiata; se si posiziona in giardino viene impiegato anche per formare delle siepi in quanto resiste alle potature e all’inquinamento dell'aria.

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Concimazione

Albero leccio Il leccio non richiede delle concimazioni particolari se non nel momento dell'impianto. Dopo, sarà sufficiente una fertilizzazione ogni circa tre anni con del concime più che altro organico da mescolare al terreno e da posizionare alla base del tronco. Il leccio preferisce il terreno alcalino, ma vive bene pure nella terra acida. Questa pianta riesce a superare gli ambienti molto aridi e cresce in modo assai lento, tanto da raggiungere anche diverse centinaia d'anni, oltre ad adattarsi a varie tipologie di terreno purché non esageratamente argillose. Un'accortezza da non trascurare per le piante giovani è quella di effettuare delle pacciamature ricche di sostanze organiche per farle crescere meglio. Le radici del leccio essendo profonde ancorano l’albero anche tra le rocce, ed è considerata una pianta da usare in tartuficoltura oltre che per la produzione di un buon carbone.


Il leccio: Esposizione e malattie

Fogliame La posizione che il leccio preferisce è quella in pieno sole, anche se sopporta pure luoghi ombreggiati, ma per una crescita ottimale occorrono come minimo due ore di sole ogni giorno. Il fogliame si sviluppa rigoglioso e rimane tale per tre anni circa, tuttavia si possono presentare dei problemi legati alla possibile presenza di bruchi o altri parassiti. Fra questi ultimi esiste il coroebus florentinus che è un coleottero che mangia le ghiande e danneggia la pianta molto seriamente se i suoi attacchi si ripetono spesso o in caso di piantine giovani che vengono colpite più facilmente. Per quanto riguarda gli alberi adulti, che sono più resistenti e vigorosi, la presenza di parassiti è meno frequente e pericolosa e viene debellata con trattamenti non invasivi. Generalmente il leccio resiste bene alle malattie, anche se con le temperature più alte si consiglia un insetticida e anche un fungicida da somministrare quando nell'ambiente circostante non ci siano delle fioriture in corso.



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