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Il larice, in quanto pianta che cresce prevalentemente allo stato selvatico, non richiede particolari cure da parte dell'uomo. Qualora si decida di coltivare una pianta di larice nel proprio terreno, è bene considerare che questa pianta raggiunge altezze fino ai 30 metri e che ha bisogno di uno strato di terreno molto profondo per sviluppare le radici in modo ottimale; oltretutto, viene danneggiata in modo grave dall'atmosfera, e non tollera il clima mediterraneo, caratterizzato da estati troppo calde. Preferisce zone molto esposte al sole, che ne favoriscono la crescita, ma può vivere anche in aree disposte all'ombra (in questo caso la crescita sarà più lenta). Nonostante la caratteristica resistenza al freddo ed alle intemperie, le piante giovani da poco messe a dimora devono trovarsi in condizioni atmosferiche stabili, data la loro delicatezza.
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La messa a dimora della pianta di larice va effettuata in primavera, ed è in concomitanza di questo evento che è necessario concimare. Se il terreno è povero di nutrienti, è doveroso utilizzare dello stallatico maturo, bovino o equino, che contenga fosforo, potassio e azoto in proporzione, oppure humus di lombrico; il fertilizzante dev'essere cosparso ai piedi della pianta, e non bisogna eccedere con le quantità. La concimazione può essere ripetuta ad intervalli regolari di 3 anni, verso l'inizio dell'autunno. Il terreno adeguato per i larici dev'essere ben drenato (poiché la pianta teme i ristagni idrici), umido e compatto, per favorire lo sviluppo dell'apparato radicale. I terreni ideali per questa pianta sono sabbiosi o ghiaiosi, ma tollera anche quelli argillosi; inoltre, non è sensibile a variazioni di pH del terreno.
L'habitat in cui cresce il larice è adatto anche alla proliferazione di differenti specie fungine, che possono attaccare la pianta in maniera più o meno grave, causando marciumi delle radici, caduta delle foglie e danneggiamento del legno. Nel caso in cui l'infezione sia molto diffusa è consigliabile sradicare l'albero, ed agire in difesa delle piante circostanti con dei trattamenti preventivi. La pianta può essere attaccata anche da afidi o pidocchi del larice, piccoli insetti che danneggiano foglie e rami, eliminabili con l'utilizzo di un antiparassitario. Un ulteriore parassita in grado di danneggiare la pianta tra maggio e luglio, è la tortrice del larice: questo insetto manifesta la propria presenza nutrendosi delle punte degli aghi, che risulteranno quindi tagliati; con la successiva diffusione, molte parti della pianta appariranno dapprima scure, e poi ricoperte da un sottile strato lucido che causa la caduta della maggior parte delle foglie. Nonostante la quasi totale defogliazione, il larice riesce a riprendersi dall'attacco in poco tempo.
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