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L’orchidea phalaenopsis è una pianta originaria del sud - est asiatico, zona dove esistono tanti microclimi a metà tra il piovoso e il tropicale. Per la loro capacità di adattamento, le orchidee phalaenopsis hanno sviluppato un comportamento epifita, crescono, cioè, aggrappate ai rami degli alberi, emettendo a loro volta rami molto lunghi ed estesi. Le loro radici, ricoperte da uno strato protettivo, a contatto con l’aria non si disidratano, ma immagazinano l’umidità presente nell’atmosfera. Coltivate in vaso, le phalaenopsis regalano stupende fioriture se si è in grado di ricreare lo stesso microclima del loro ambiente naturale. Cosa non sempre facile, visto che un vaso è decisamente più piccolo di un albero tropicale. Le phalaenopsis coltivate in vaso devono essere irrigate abbondantemente, ma senza lasciare il substrato troppo umido. Le radici aeree della phalaenospsis hanno, infatti, bisogno di respirare e di godere a pieno della circolazione dell’aria. Per quanto riguarda la potatura bisogna, invece, ricordare che queste piante, teoricamente, non ne avrebbero alcun bisogno. Nella pratica, però, si preferisce potare. I motivi dell’intervento sono essenzialmente di natura estetica e dovuti al fatto che la pianta emette rami troppo lunghi e quindi non adatti alla coltivazione in vaso. I rami sfioriti possono anche non essere potati, ma tendono solitamente a rimanete spogli o con fiori piccoli e quindi ad assumere un aspetto non proprio gradevole.
La potatura dell’orchidea phalaenopsis è una procedura molto delicata da seguire e, se non si è esperti, è meglio affidarsi ad un giardiniere specializzato in questo tipo di tecnica. Tagliare in maniera scorretta una phalaenopsis può danneggiare la pianta irrimediabilmente, causandole anche la trasmissione di gravi malattie vegetali. L’orchidea phalaenopsis fiorisce anche sui rami vecchi. In genere, la pianta si rigenera da sola, fiorisce e sfiorisce normalmente, seguendo i ritmi della natura. Lo stelo sfiorito può rifiorire o seccare. La pianta, infatti, sceglie autonomamente cosa fare. A volte, dal vecchio stelo ne nascono di nuovi pronti a rifiorire. In genere, la potatura va effettuata in caso di secchezza del vecchio stelo, ma i fautori dei tagli preferiscono potarlo anche quando fiorisce. Il perché di questa scelta è dettato esclusivamente da motivi di ordine estetico: lo stelo vecchio produce pochi fiori, piccoli e dai colori poco brillanti, mentre dopo la potatura si assiste a fioriture più generose ed esteticamente gradevoli.
Dopo che lo stelo ha perso tutti i fiori, si può decidere se potare o meno la phalaenopsis. Lo stelo va reciso ad almeno un centimetro dalla base o al di sopra del nodo da cui dovrebbe nascere quello nuovo. Con questa operazione, la pianta emetterà un altro stelo, da dove si svilupperanno fiori più grandi e dai colori più intensi. La potatura va effettuata indossando guanti e usando una cesoia per potatura con lame ben affilate e disinfettate. Il taglio deve essere netto e deciso, per non lasciare sfilacciature nei rami e per impedire la trasmissione di malattie vegetali. La potatura deve riguardare tutti gli steli vecchi, che generalmente tendono a ramificare e a fiorire poco. In questo caso, la pianta si comporta in maniera naturale, ramificando come quando si trova aggrappata ai rami degli alberi della foresta. La resa estetica della phalaenopsis è interessante anche se viene lasciata al naturale, ma “ la naturalezza” non piace a tutti, ed è per tale motivo che si preferisce intervenire con la potatura. Se la pianta non è stata mai tagliata o potata, è meglio far intervenire un potatore specializzato. Lo stesso potrà spiegarvi come procedere e come trattare la phalaenopsis durante i tagli. La pianta va maneggiata delicatamente, perché movimenti bruschi possono danneggiarla e bloccarne definitivamente la fioritura. Se l’orchidea in vaso dovesse rinnovarsi da sola e se i fiori dei vecchi steli dovessero apparire sempre grandi e sgargianti, la potatura si potrà benissimo evitare.
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