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I concimi NPK sono dei fertilizzanti detti “ternari”, cioè composti da tre elementi, ovvero azoto, fosforo e potassio. La sigla NPK deriva dal simbolo chimico di questi elementi, dove N sta per azoto, P per fosforo e K per potassio. Questi elementi sono sicuramente fondamentali per tutte le piante e se mancassero, le stesse potrebbero accusare gravi sintomi di carenza. L’azoto favorisce lo sviluppo vegetativo iniziale ed è responsabile della colorazione fogliare, il fosforo rafforza le radici e migliora la fioritura, il potassio rende la pianta più resistente alle avversità e determina il sapore dei frutti. Alcuni di questi elementi, come il potassio, sono naturalmente presenti nel terreno e quindi non vanno somministrati in maniera eccessiva. In un terreno naturalmente o eccessivamente ricco di potassio, i concimi NPK vanno scelti con una percentuale, detta “titolo”, in cui il potassio è inferiore all’azoto o al fosforo. La percentuale dei vari elementi del concime si desume da una serie di numeri riportati nella confezione di acquisto. Un concime NPK 10 -10- 10, ad esempio, contiene il 10% di azoto, di fosforo e di potassio, mentre un concime NPK 10-0-6 contiene il 10 per cento di azoto, zero fosforo e il 6% di potassio. Il titolo dei concimi NPK permette di individuare la quantità di elementi necessari alla nutrizione delle piante.
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Nei concimi NPK non bisogna valutare solo la percentuale dei vari elementi nutritivi, ma anche la formulazione. I concimi NPK, infatti, sono generalmente chimici o minerali, cioè sono ottenuti tramite processi di lavorazione industriale o reazione chimica. I concimi NPK possono essere liquidi, in polvere o granulari. I concimi liquidi vengono immediatamente assimilati dalle piante e quindi devono contenere un titolo più basso di azoto, fosforo e potassio, mentre quelli granulari rilasciano lentamente le sostanze nutritive e donano alla pianta una copertura nutritiva che può arrivare anche a 90 giorni. In questi concimi, per evitare fenomeni di carenza, le dosi di azoto, fosforo e potassio sono opportunamente aumentate. I concimi in polvere possono essere NPK, ma più frequentemente si tratta di concimi complessi, cioè contenenti anche i microelementi. Questi concimi si sciolgono in acqua e si usano per l’irrigazione fogliare nei casi di fenomeni da carenze nutrizionali.
I concimi liquidi NPK si possono usare nella fase iniziale dello sviluppo delle piante, specie degli ortaggi e delle piante a fiore coltivate in serra. Questi concimi sono caratterizzati da un’elevata capacità di assorbimento da parte delle piante e sono composti da un basso titolo di azoto, fosforo e potassio, nella percentuale di 14-6-5. I concimi liquidi NPK si possono usare anche nelle fasi finali di sviluppo delle piante orticole e a fiore in serra. In questo caso, il titolo di azoto, fosforo e potassio sarà 4-8-16, cioè azoto e fosforo saranno inferiori al potassio. I concimi ad alto titolo di azoto e potassio e con pochissimo fosforo, in forma granulare e a lento rilascio, si usano prima dell’estate e prima dell’inverno. Concimi con media dose di azoto e alte dosi di fosforo e poco potassio, nel titolo 18-24-5, si usano per concimare piante nate da poco o dopo aver steso le zolle del prato naturale. Non sempre i concimi NPK sono adatti a tutte le fasi di sviluppo delle piante. Nel caso del prato, ad esempio, e durante la concimazione primaverile, conviene usare prima nitrato ammonico o urea, che rinverdisce il manto erboso e lo difende dai danni invernali. L’effetto di questo concime dura circa 20 giorni. Dopo si può somministrare anche un concime NPK con titolo 20-10-10 che rinverdisce e rinfoltisce il tappeto erboso. In questa fase è meglio usare un concime a lenta cessione, che garantisce una copertura nutrizionale di circa tre mesi.
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