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Una delle più importanti caratteristiche dell’uva champagne deriva proprio dal fatto di aver assunto un ruolo fondamentale all'interno della gran parte dei produttori.
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Lo Chardonnay deriva dalla tradizione della Borgogna: si tratta di una varietà che si adatta alla perfezione ai climi freddi che caratterizzano proprio questa regione della nazione transalpina e, in poco tempo, venne adottato anche da parte della Champagne, in cui il clima si presenta con le medesime temperature fredde.
Lo Chardonnay, però, ha l’indubbio vantaggio di proporre un elevato livello di resistenza nei confronti delle basse temperature, ma al tempo stesso si tratta di una delle varietà più semplici da coltivare, dal momento che non provoca alcuna complicazione, sia per quanto riguarda l’allevamento che per ciò che concerne la vinificazione.Lo Chardonnay non presenta alcuna complicazione per quanto riguarda la maturazione e può capitare piuttosto frequentemente che le rese devono essere gestite con oculatezza ed attenzione per via di un’eccessiva vigoria.Lo Chardonnay si caratterizza per avere un apporto aromatico unico nel suo genere, dal momento che riesce a considerare una varietà impressionante di aromi al suo interno, alcuni vegetali, altri più esotici.Tutti gli champagne con lo Chardonnay in purezza si possono considerare quelli di più alta levatura e c’è anche l’etichetta che lo segnala alla perfezione, con la denominazione di blanc de blancs.Il Pinot Noir si può considerare perfettamente come l’altra famosissima uva della Borgogna, che è stata ripresa dalla Champagne per via della sua grande capacità di adattarsi ai climi freddi e per un livello qualitativo molto elevato.
In confronto allo Chardonnay, però, quest’uva si caratterizza per avere un livello di resistenza decisamente inferiore, aspetto che può comportare diverse complicazioni: infatti, si tratta di una varietà piuttosto difficile da allevare e da vinificare, proprio in virtù del fatto che presenta delle maturazioni estremamente precoci, nonché si caratterizza per avere una certa sensibilità nei confronti della colatura.La vinificazione all’interno della Champagne, però, ha risolto tutti i problemi, visto che si è scelto di eseguire in bianco, con la seconda fermentazione che avviene all’interno della bottiglia.Infatti, la spumantizzazione con il metodo tradizionale offre la possibilità di sfruttare anche delle uve che non hanno raggiunto un completo grado di maturazione e, per tale ragione, denotano un livello di acidità maggiore, provvedendo a svincolarsi da tutte quelle difficoltà che il Pinot Noir presenta.Grazie a quest’ultimo sistema, quindi, l’inserimento in un momento successivo dello zucchero per ridare “gas” alla fermentazione, permette di evitare complicazioni dovute all’acidità ed alla ridotta gradazione di alcol.
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