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La piantagione dell'azzeruolo dev'essere effettuata preferibilmente nel tardo autunno, prima dell'arrivo dei geli. Durante la messa a dimora, è bene ricordare che le radici più esterne di questo albero devono crescere quasi al livello del terreno, quindi non dev'essere impiantato troppo in profondità; per evitare contaminazioni da parte di funghi e parassiti provenienti dall'ambiente esterno, il terreno che ricopre le radici più prossime alla superficie dev'essere ben compattato. La potatura dev'essere effettuata saltuariamente sia per conferire forma alle piante, sia per eliminare i rami vecchi o danneggiati; con l'intervento di potatura si può anche assicurare una buona esposizione alla luce solare dei rami più produttivi. Nelle prossimità dell'albero è necessario eliminare le piante infestanti, e per evitare la competitività con altre specie è bene lasciare 3 metri di terreno liberi in tutte le direzioni.
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Le piante di azzeruolo sono adatte a vivere in terreni ben drenati e compatti ma poco umidi. Durante la prima fase della vita della pianta, e nello specifico durante la messa a dimora, è bene concimare la pianta con 200 grammi di nitrato ammonico-26, dilazionati in due dosi a 10 giorni di distanza. Per le successive concimazioni è opportuno usare un fertilizzante che sia povero d'azoto, a lenta cessione, che garantisca un adeguato apporto al terreno di fosforo e potassio. È importante effettuare un unico intervento di concimazione all'anno, preferibilmente all'inizio della primavera, in modo non solo da favorire e velocizzare la crescita dei frutti, ma anche per garantire alla pianta le giuste difese contro l'inverno successivo. I prodotti da utilizzare per la concimazione sono gli stessi utilizzati per il melo, data la somiglianza tra le due piante.
Data la rusticità della pianta, questa non è particolarmente soggetta a malattie e parassiti. Tuttavia, una malattia temibile per l'azzeruolo è il colpo di fuoco batterico: è provocata dal batterio Erwinia amylovora, non è pericolosa per l'uomo e si manifesta con l'imbrunimento di fiori (sia singoli che in gruppo), che rimangono attaccati alla pianta. Con la diffusione del batterio, anche i rami iniziano ad appassire, fino a giungere alla morte della pianta. È una malattia la cui comparsa, per legge, dev'essere comunicata tempestivamente al Servizio Fitosanitario Provinciale. Il batterio che causa la malattia è veicolato da uccelli, aria, acqua e da interventi dell'uomo, come la potatura; attualmente non esiste alcun trattamento in grado di debellare il batterio da una pianta infetta, pertanto è di fondamentale importanza attuare piani di prevenzione. La pianta è anche soggetta ad attacchi da parte di afidi, che possono essere eliminati con l'impiego di antiparassitari.
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