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Il nontiscordardimè è una piccola erbacea largamente impiegata in giardino e in contenitore. È molto apprezzato per la sua precoce fioritura e per il bellissimo e particolare colore delle corolle, uno degli azzurri più puri che si possano rinvenire in natura.
Il suo genere, myosotis, fa parte della famiglia delle Borraginaceae e comprende una cinquantina di specie, per lo più originarie dell’Europa e dell’Asia. Alcune provengono però anche dal continente americano, dall’Africa e dalla Nuova Zelanda.In Europa è un fiore conosciuto da sempre visto che varie specie crescono spontaneamente in diversi aerali e sono comunemente rinvenibili anche in Italia.Nome | Tipo di pianta | Fioritura | Portamentoe altezza | Rusticità | Terreno | Distanza di impianto | Esigenze colturali | Utilizzi |
Alpestris | Erbacea perenne | Da aprile a giugno | Eretto, fino a 30 cm di h. | Molto rustico | fresco e leggermente umido | 20 cm | Mezz’ombra | Bordura, coprisulo, giardino roccioso, vaso |
Palustris | Erbacea perenne a vita breve, impiegata come biennale | Da aprile a luglio | Strisciante, fino a 25 cm,fiori più grandi delle altre specie | Molto rustico | umido o anche immerso fino a 5 cm | 30 cm | Sole o mezz’ombra | Zone umide |
Sylvatica | Erbacea biennale | Maggio-giugno | Eretta, fino a 30 cm | Molto rustico | fresco | 15-30 cm | Sole, mezz’ombra | Coprisuolo, prima linea nelle bordure, giardino roccioso, vaso |
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Sono comunque numerose le leggende fiorite sull’origine del non ti scordar di me. E’ popolare la credenza che il primo di questi fiorellini sia nato per intervento di Gesù Bambino che, seduto in grembo alla Madonna, disse che desiderava che i propri occhi potessero essere visti dalle generazioni future: sfiorò prima questi, poi il terreno e apparve il non ti scordare di me.
In Germania circolava anche il mito di una pianta rimasta ancora senza nome dopo che Dio, durante la Creazione, aveva finito di denominare tutte le altre e se ne stava andando ma, dal basso, vicino ai suoi piedi, udì provenire una voce che lamentava di non dimenticarsi di lei; chinandosi, notò allora la piantina e le rispose che, visto che se ne era scordato una volta, proprio per evitare che potesse risuccedere, il suo nome sarebbe stato “Non ti scordar di me” ". In un'altra versione, il fiorellino gridò “Non ti scordar di me” ad Adamo ed Eva che stavano lasciando il Giardino dell'Eden dopo essere stati scacciati. Una romantica leggenda medievale diffusa nella regione tedesca del Reno tramanda la storia di un cavaliere che stava raccogliendo dei fiorellini per la sua fidanzata sulla riva di un fiume, mentre stava passeggiando con lei; egli però scivolò e cadde inesorabilmente in acqua per colpa dell’armatura pesante ma, prima di annegare ed essere trascinato via dalla corrente, riuscì a fare in tempo a lanciare il mazzetto di fiori blu alla sua amata gridandole appunto “Non ti scordar di me”.Il termine scientifico ‘myosotis’ deriva dalle due parole greche ‘mus’ e ‘otos’, che significano rispettivamente ‘topo’ e ‘orecchio’ e, in effetti, la forma delle foglie di una delle specie di non ti scordar di me è simile alle orecchie di questo roditore. Ma questa pianta, detta ‘erba scorpione’ per la curva a spirale del capolino in una sua specie, trovò un’applicazione curativa folcloristica in caso di veleno iniettate con il pungiglione dalla puntura di questi aracnidi, ma anche in caso di morso di serpente, da cui deriva il soprannome di ‘erba serpente’. Nell’antichità, il non ti scordar di me era però utilizzato dagli inglesi pure come talismano protettivo dalle streghe. Secondo un’antica credenza popolare, il decotto di questi fiorellini accelerava la guarigione delle ferite inferte dalle spade.
Le tre specie (alpestris, palustris, sylvatica) diffusamente impiegate a livello orticolo sono piuttosto simili per aspetto, ma differiscono per esigenze pedoclimatiche e utilizzo.
La alpestris e la sylvatica sono state ampiamente ibridate e si possono trovare in commercio cultivar con caratteristiche leggermente diverse dalla specie tipo. In particolar modo sono disponibili con petali di colore diverso (rosa tenue, rosa malva, bianco e azzurro chiaro). Anche il fogliame è però stato reso più decorativo: per esempio nell’alpestris Gold’n’sapphire’ le foglie basali sono giallo dorato e creano un bellissimo contrasto con le corolle blu scuro. In altri casi ne è stata esaltata la tomentosità e conseguentemente l’aspetto argentato. Prezioso per chi voglia illuminare una zona ombrosa.Sono inoltre disponibili varietà dal portamento ancora più compatto utili come coprisuolo.Al di là di queste differenze la coltivazione delle tre specie è piuttosto simile.
EsposizionePer avere uno sviluppo equilibrato e mantenere a lungo la fioritura è bene posizionare le piantine a mezz’ombra, dove vengano raggiunte dal sole solamente alla mattina.Se viviamo nel Nord o in aree alpine, con terreno adatto, è però possibile anche la collocazione in pieno sole, specialmente se possiamo seguire le piante con assidue irrigazioni.RusticitàTutti i myosotis sono molto rustici e sopportano bene temperature fino a -15°C. Se le nostre piantine sono in vaso è però consigliabile rivestirlo con del materiale isolate o porlo in una serra fredda in maniera che il pane di terra non geli completamente.Per crescere e fiorire bene i nontiscordardime necessitano di un terreno soffice e aerato come quello di bosco, con un pH preferibilmente subacido, anche se tollerano bene quello neutro. Deve essere capace di mantenersi sempre almeno leggermente umido.
L’ideale è mescolare terra di foglie, terra da giardino e un poco di stallatico sfarinato ben stagionato.Il myosotis palustris differisce leggermente perché necessita di un substrato un poco più argilloso per trattenere meglio l’acqua.Come abbiamo detto tutti i myosotis amano i terreni freschi e leggermente umidi. È importante quindi irrigare regolarmente, in mancanza di precipitazioni, evitando che il terriccio si asciughi completamente tra una somministrazione e l’altra. L’impiego dei sottovasi è però dannoso in quanto non permettono il perfetto sgrondo delle acque e possono favorire l’insorgenza di marciumi radicali ed eventualmente crittogame.
Il myosotis palustris va inserito invece in una zona che si mantenga sempre da molto umida a completamente bagnata. L’ideale sono le sponde di un laghetto, ma è in grado di vivere anche con le radici completamente sommerse dall’acqua.Per ottenere una fioritura abbondante e colorata è bene somministrare dalla fine dell’inverno un buon concime liquido per piante fiorite in cui il potassio risulti prevalente sugli altri macroelementi. Per le piante in piena terra si può optare anche per un prodotto granulare a lenta cessione.
Per il myosotis annuale si può sospendere la distribuzione con l’arrivo dell’estate. Per i perenni si può invece proseguire con una formulazione più equilibrata per favorirne l’espansione per avere un cespuglio più fitto l’anno successivo.IL CALENDARIO DEI NONTISCORDARDIME | |
Semina | Settembre- novembre, febbraio-marzo |
Divisione | Agosto- novembre, febbraio-marzo |
Messa a dimora | Ottobre- novembre, marzo-aprile |
Fioritura | Aprile- luglio (a seconda delle specie) |
Propagazione
Ottenere nuove piantine di myosotis è molto semplice e si possono seguire diverse strade.SeminaLa semina è consigliabile sia per i myosotis annuali sia per quelli perenni. L’ideale è procedere in autunno, tra ottobre e novembre: in questa maniera avremo la prima fioritura già verso aprile. Se invece si semina in primavera con tutta probabilità bisognerà attendere l’annata successiva per vedere le prime corolle.Utilizziamo preferibilmente dei vasetti alveolari (se vogliamo poi trasferire le piantine) o direttamente in vaso definitivo. Riempiamo con una composta per semine e distribuiamo i granelli in maniera regolare, coprendoli poi con del terriccio o della vermiculite agricola. Vaporizziamo con acqua e copriamo con della plastica trasparente.Vaporizziamo ogni giorno, ricordandoci però di arieggiare per almeno un ora, per evitare l’insorgere di muffe. La temperatura ideale per la germinazione va dai 15 ai 20°C.Una volta che le piantine sono nate possiamo, a nostra discrezione, ripicchettarle oppure semplicemente sfoltirle. In seguito sarà bene cimarle un paio di volte.Una volta che la piantina ha raggiunto i 10 cm di altezza può essere posta direttamente a dimora in piena terra, visto che non avrà problemi a superare l’inverno.DivisioneLa divisione si può per ovvie ragioni applicare solo ai myosotis perenni. È un’operazione molto semplice: si estrae il pane di terra e si divide l’apparato radicale in più parti, conservando e reinserendo solo quelle più giovani. Questa operazione può essere effettuata indifferentemente in autunno o in primavera.TaleaUn altro metodo per ottenere nuove piantine, sia di perenni sia di annuali, è la talea in acqua. Si preleva, in primavera o a metà estate, un segmento apicale di circa 5 cm e lo si pone in un bicchiere con acqua, in una zona ben soleggiata.La radicazione avviene nel giro di due-tre settimane e in seguito le piantine possono essere poste a dimora in vaso o direttamente in giardino.Il myosotis, al di là delle irrigazioni frequenti, è una pianta autonoma. Per mantenerla sempre esteticamente apprezzabile e per stimolare una più duratura fioritura è bene rimuovere prontamente le corolle esauste. In questa maniera argineremo anche la sua invasività, suo unico difetto.
IN VASOLa coltura in vaso non è difficile, specialmente per quanto riguarda il myosotis biennale. È molto importante impiegare un terriccio di foglie mescolato ad un po’ di argilla e stallatico maturo, in maniera che l’umidità si mantenga agevolmente, specialmente se viviamo nel Centro-Sud. Per evitare l’insorgere di marciumi predisponiamo sul fondo uno spesso strato drenante a base di ghiaia o argilla espansa e evitiamo di utilizzare il sottovaso.I nemici più comuni dei myosotis sono l’oidio e le chiocciole
L’oidio si previene evitando di bagnare le foglie durante le irrigazioni, ma anche arieggiando l’area in cui teniamo le piante. Evitiamo inoltre di metterle a dimora troppo ravvicinate.Per arginare piccoli attacchi si può ricorrere ad una soluzione ottenuta con cucchiaio di bicarbonato e uno di sapone liquido in un litro d’acqua, da spruzzare sulle foglie. Prima di procedere eliminiamo però le foglie e gli steli attaccati più pesantemente.Le chiocciole possono essere contenute con trappole a base di birra, barriere di cenere o eventualmente prodotti specifici.Nel mondo anglosassone il myosotis è un fiore molto amato ed è entrato a far parte di molte leggende e tradizioni.
Eccone alcune:- Il myosotis palustris è noto anche come myosotis scorpioides perchè la forma degli steli fiorali assomiglia alla coda di uno scorpione. Per questa ragione gli veniva attribuita anche la virtù di guarire dai morsi di questo animale (ma anche da quelli di serpenti e cani)- Nella regione del Somerset, in Inghilterra, si credeva che portando con sé un mazzolino di nontiscordardime si fosse protetti dai sortilegi delle streghe, in particolare durante il mese di maggio. Per questo era anche diventata un’usanza diffusa regalarne alle persone che partivano per un lungo viaggio.- Si pensava che il succo estratto dalla macinazione delle foglie fosse in grado di rendere l’acciaio più resistente e addirittura capace di tagliare la pietra di netto.- Nel 1949 lo stato dell’Alaska scelse il nontiscordardime, in particolare il myosotis alpestris, come fiore ufficiale. È infatti una pianta molto diffusa in quell’area e in primavera si possono vedere interi prati che si dipingono di un bell’azzurro cielo.- Nel 1978 il presidente americano Jimmy Carter annunciò l’istituzione della Giornata Nazionale dei Nonni, che sarebbe stata festeggiata la prima domenica dopo la festa dei lavoratori ( Primo Maggio). Proprio il nontiscordardime venne scelto come fiore ufficiale della giornata, anche grazie al fatto che sboccia in quel periodo dell’anno.- Il poeta scozzese William McGonagall intitolo “nontiscordardime” una delle sue opere più famose, rifacendosi alla già nota leggenda del cavaliere caduto nel fiume per raccoglierne una mazzolino per la sua dama.
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