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Le radici si possono raccogliere già nel primo anno di vegetazione, ovvero nel corso dei mesi di settembre ed ottobre, nel momento in cui la pianta è a riposo, oppure anche nella stagione primaverile successiva, in marzo ed aprile, tenendo a mente di effettuare la raccolta sempre prima che cresca lo scapo florale.
Questo vegetale ha bisogno di almeno diverse di irradiamento solare ogni giorno, nonostante sia in grado di resistere anche a temperature piuttosto basse e, per tale ragione, può essere tranquillamente coltivata all’aperto.E’ sempre meglio impiegare insetticidi e anticrittogamici per agricoltura, in modo tale da tenere lontani insetti e altri pericoli dalle foglie durante il periodo di raccolta.In primavera è meglio effettuare la concimazione delle piante, sfruttando concimi ricchi di azoto, mentre l’annaffiatura va eseguita solamente nel momento in cui il terreno è del tutto asciutto, con circa 2-3 bicchieri d’acqua ogni 20 giorni.La barba di becco rappresenta un ortaggio che è piuttosto diffuso fin dai tempi degli antichi Greci e, attualmente, si sviluppa soprattutto in Francia e nella parte occidentale del vecchio continente.
La caratteristica più importante di questa pianta corrisponde sicuramente alle dimensioni della radice, che effettivamente è piuttosto ingrossata e può ricordare la forma di una carota.La radice della barba di becco si caratterizza per essere particolarmente ricca di zuccheri (tra cui inulina, inositolo e mannitolo) che permettono di darle un sapore decisamente dolce.Per via della sua colorazione, (biancastra nella parte esterna e bianco candida all’interno) viene volgarmente chiamata con il nome di Scorzobianca.Nel Palermitano c’è la credenza, diffusa soprattutto nei ragazzini, che gli acheni, trascinati dal vento, siano in grado di andare nelle loro case a rubare soldi: proprio per tale ragione, è stato assegnato alla pianta il nome di arrobba dinari.Il nome di questa pianta deriva da Discoride, che decise di affibbiarle tale sostantivo con riferimento proprio alle setole del pappo di cui si compone, che fanno pensare subito alla barba di un caprone (dal greco “tràgos” =caprone e pogòn=barba).Si tratta di una pianta che può vantare diverse proprietà benefiche, tra cui quella depurativa, espettorante, sudorifera e astringente.
Tutte queste proprietà benefiche fanno in modo di rendere la barba di becco estremamente utile per chi ha la necessità di depurare il corpo e anche per quanti devono seguire una dieta e, quindi, hanno bisogno di avvalersi delle sue capacità diuretiche.Nel momento in cui si deve sfruttare ad uso interno, la pianta di barba di becco viene impiegata come calmante per la tosse e come stimolante della sudorazione, ma anche come ottimo aiuto nel caso in cui ci siano problematiche che riguardano l’apparato respiratorio.Le radici della barba di becco, utilizzate sotto forma di decotto, si caratterizzano per svolgere un’ottima azione benefica nei confronti dei reumatismi.Per quanto riguarda l’uso esterno, invece, al giorno d’oggi è particolarmente diffuso il succo fresco della pianta, che si può applicare utilmente sulle verruche.L’utilizzo della pianta di barba di becco è consigliato soprattutto nei casi di arteriosclerosi, reumatismi, gotta e ipertensione arteriosa, dato che è in grado di rimuovere i residui tossici del metabolismo; inoltre, anche i diabetici hanno la possibilità di consumarla senza limitazioni, dato che gli idrati di carbonio che sono presenti al suo interno non incrementano il livello di glucosio nel sangue.Invece altre parti della pianta, come ad esempio il fusto, le foglie ed i boccioli, vengono cotti come succede per gli asparagi e gli spinaci.La radice di questo vegetale, che presenta un ottimo sapore e delle importanti proprietà depurative, si può consumare anche lessata, condendola poi con olio e limone.
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