Aloe barbadensis

Descrizione della pianta

Le foglie assumono una disposizione a ciuffo, dipartendosi da un centro comune, un po’ come i petali di una rosa. Sono semplici e la loro lunghezza va dai 40 ai 60 centimetri. Hanno forma lanceolata, dalla punta appuntita. Sono carnose, presentano una cuticola piuttosto spessa. Ai lati di ogni foglia sono disposte diverse spine. Se si tagliano le foglie, si può notare subito una sorta di cicatrizzazione, questo perché l’aloe barbadensis genera un essudato che protegge e impedisce la fuoriuscita della linfa. Il fiore si erge dal centro della foglia, nella caratteristica forma di grappolo, ed è solitamente giallo, rosso o arancione e con sfumature molto intense. Sono fiori particolarmente aromatici, tanto che in commercio si possono trovare tè estratti da questi fiori. Essendo una pianta auto sterile, si riproduce solo con l’impollinazione incrociata perché i fiori femminili e maschili della medesima pianta non s’incrociano tra loro.
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Origini e storia dell’aloe barbadensis

Aloe in vaso L’aloe barbadensis è una pianta originaria dell’Africa centrale, ma cresce in ambienti piuttosto variegati. La si può trovare, infatti, nel bacino del Mediterraneo, nelle isole dell’Oceano indiano, negli Stati Uniti e in Oceania. Appartengono a questa famiglia numerose specie, se ne contano circa 250. Cresce spontaneamente sui terreni secchi e ricchi di calcare, ma la si può anche coltivare in giardino, terrazza o balcone. L’importante è sempre creare l’ambiente adatto alla sua crescita. È nota da millenni per le sue variegate proprietà e anticamente veniva usata con gli stessi scopi con cui è usata ancora adesso, tanto in Oriente quanto in Occidente. Il suo nome può derivare sia dall’arabo "alua" sia dall’ebraico "halat", ed entrambi i termini significano "amaro", chiaramente per via del suo sapore. Pare che gli egizi piantassero l’aloe barbadensis all’ingresso di una nuova casa, perché si credeva potesse assicurare una vita lunga e felice.

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    Proprietà curative dell’aloe barbadensis

    Aloe in natura Dalle foglie della pianta si possono ricavare due tipi di estratti: il succo condensato e il gel. Entrambi gli estratti sono utilizzati come sostanze terapeutiche per via dei vari costituenti chimici che possiedono. Il succo condensato ha proprietà soprattutto lassative e dunque è utilizzato soprattutto contro la stipsi. Se ne prende un cucchiaio lontano dai pasti e per un periodo di tempo breve. Può essere utilizzato, allo stesso modo, per chi desidera ottenere un effetto depurativo per l’organismo. Il gel, che si trova all’interno delle foglie dell’aloe, può essere applicato sulla pelle per curare infiammazioni, dermatiti o scottature. Possiede inoltre ottime proprietà cicatrizzanti, rendendo più veloce la rimarginazione delle ferite. Protegge, inoltre, la pelle dai raggi ultra violetti e può essere anche un ottimo prodotto antiage.


    Aloe barbadensis: La coltivazione

    Piantagione di aloe L’aloe barbadensis sopporta bene i climi secchi ed è adatta, quindi, alla coltivazione in zone aride. Difficilmente resiste a temperature che siano inferiori a 0°. Il terreno più adatto alla sua coltivazione è quello sabbioso, magari composto da tre parti di sabbia e una di comune terriccio da giardino. Sul fondo del vaso va posto uno strato d’argilla che possa consentire un drenaggio adeguato. Se la pianta viene coltivata in appartamento, dunque al chiuso, ha bisogno di un ambiente luminoso e di una temperatura costante. È opportuno bagnare molto la pianta durante l’estate e la primavera. Non sviluppa radici profonde, è dunque consigliabile porla in un vaso più largo che profondo. La malattia a cui bisogna stare attenti, quando si coltiva l’aloe barbadensis, è il "mal bianco", a causa del quale la pianta viene coperta da una patina bianca che va eliminata con lo zolfo ramato.



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