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Il fertilizzante per prato, per poter essere usato come tale, deve avere delle precise caratteristiche. Anzitutto deve essere di buona qualità, cioè, a prescindere dal prezzo e dall’azienda produttrice, deve garantire una nutrizione corretta ed equilibrata del prato. In commercio esistono concimi per prato di fascia bassa, cioè a basso prezzo. Questi prodotti, comunque, se usati e somministrati correttamente, possono garantire un ‘ottima nutrizione del prato. I fertilizzanti per prato devono anche comprendere una miscela di elementi complessi con sigla NPK ( azoto, fosforo e potassio) in percentuale che varia in base all’epoca di concimazione. Il manto erboso va, infatti, concimato quattro volte l’anno, con un intervallo di tre mesi. La prima concimazione si deve effettuare tra febbraio e i primi di marzo, ovvero quando l’erba, in fase di crescita, ha bisogno di molto azoto. Nelle concimazioni estive e invernali, il fertilizzante deve contenere la stessa percentuale di azoto e potassio e una minore percentuale di fosforo, mentre la concimazione autunnale deve sempre essere fatta con fertilizzante ad elevata percentuale di azoto. Un buon fertilizzante per prato deve preferibilmente essere a lenta cessione, deve cioè favorire un lento assorbimento da parte dell’erba. I concimi a lenta cessione coprono le esigenze nutritive del prato per un periodo di circa tre mesi, coprendo, di fatto, l’intervallo tra una concimazione e l’altra.
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I fertilizzanti per prato vengono formulati con prodotti a rilascio immediato e a lenta cessione. I primi, anche se di ottima qualità, non sono in grado di coprire tutte le esigenze nutritive del manto erboso, mentre i secondi, per la loro cessione graduale, garantiscono una nutrizione costante ed ottimale a tutte le radici del prato. I concimi complessi, oltre alla miscela di macroelementi, ovvero azoto, fosforo e potassio, possono contenere anche dei microelementi quali il magnesio. Alcuni fertilizzanti chimici possono anche essere arricchiti dal triossido di zolfo, sostanza ad effetto diserbante. La sostanza è inquinante per l’ambiente e per il prato stesso, per cui è preferibile scegliere fertilizzanti arricchiti da microelementi di origine naturale. In caso di diradazione del prato dovuta a fenomeni climatici, si può procedere a somministrare fertilizzanti a base di solfato di ferro. Questo può essere contenuto in concimi semplici, cioè con un’unica formulazione o in concimi complessi a formula NPK. La concimazione a base di solfato di ferro va effettuata in autunno e in primavera. I fertilizzanti ferrosi sono formulati con preparazioni microgranulari che si sciolgono in acqua. In caso di erbe infestanti si possono usare dei concimi complessi a base di sali dimelitammici. Questi concimi non hanno un elevato potere nutriente per l’erba del prato e vanno usati solo in caso di effettiva necessità. Il periodo di somministrazione di questi prodotti è in primavera. I fertilizzanti a base di sali dimelitammici vanno preferibilmente distribuiti di notte, con temperature non superiori ai dieci gradi.
Il prato può essere nutrito anche con fertilizzanti di origine naturale. La fertilizzazione organica è indispensabile prima della semina, poiché migliora le caratteristiche chimico-fisiche del terreno dove avverrà il primo impianto del prato. Durante la crescita dell’erba e per motivi pratici, si ricorre ai concimi chimici a lenta cessione. In commercio esistono anche concimi biologici in forma granulare. Questi concimi sono formulati sia per la concimazione pre-semina che per quelle successive. I concimi biologici per le concimazioni post-semina sono prevalentemente azotati e rilasciano i nutrienti al terreno e all’erba sfruttando i processi fermentativi di alcuni microrganismi .
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