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I pomodori sono piante che come le altre necessitano di un’adeguata concimazione. Questa pratica colturale consiste, come tutti sanno, nel somministrare dei nutrienti al terreno che dovrà ospitare proprio la coltivazione di questi ortaggi. Sulla concimazione dei pomodori esistono tante notizie e informazioni discordanti, dove si citano sostanze o concimi che poi vengono subito smentiti. In realtà, i pomodori sono le piante più semplici da concimare, perché si nutrono essenzialmente delle sostanze presenti nel terreno. Il buon sapore dei pomodori dipende essenzialmente dal potassio, concime che può essere somministrato tramite fertilizzanti minerali durante lo sviluppo della pianta. Per i pomodori coltivati a pieno campo, però, bisogna procedere a un’accurata analisi chimici fisica del suolo. Molti terreni, naturalmente ricchi di potassio, non richiedono affatto la concimazione potassica o la richiedono in maniera marginale. Diverso, invece, è il discorso dei pomodori coltivati in vaso, dove la quota di potassio si può somministrare tramite concimi minerali.
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Pochi sanno che il concime ideale per i pomodori è quello naturale, anzi è proprio il “naturale” per eccellenza, ovvero il letame o stallatico maturo. Questo concime contiene naturalmente tutti gli elementi indispensabili alla nutrizione del terreno e delle piante ed è per questo che viene usato per la concimazione di fondo, cioè per la preparazione del terreno dove saranno messe a dimora le nuove piante di pomodoro. Il letame va somministrato in autunno, qualche settimana prima della vangatura del suolo, interrandolo a circa trentacinque centimetri di profondità. Questa concimazione, in genere, riesce a coprire tutte le esigenze vegetative delle piante di pomodoro. Nel caso i terreni siano poveri di potassio, si può procedere a un’ulteriore somministrazione di concime chimico, in particolare di solfato di potassio. La dose di letame maturo per i pomodori è di circa quattro chili per metro quadro di terreno, mentre quella di solfato di potassio è di 30, 40 grammi per metro quadro, da suddividere in due fasi: una durante la concimazione di fondo e un’altra durante la lavorazione del terreno. Al posto del letame si può anche somministrare il compost. Durante la fruttificazione e solo in caso di problemi, si possono somministrare concimi minerali a base di nitrato ammonico, nella dose di sette grammi per metro quadro, da suddividere in due somministrazioni.
Uno studio realizzato in Finlandia ha reso noto che l’uso di urina darebbe risultati miracolosi nelle piante di pomodoro. La notizia è stata ripresa da siti e blog, anche se non si è sicuri della sua veridicità. Sul web, infatti, circola tutto e il contrario di tutto. L’urina di cui si parla è naturalmente quella umana, ovvero il liquido prodotto dal lavoro dei reni e contenente tutte le sostanze di scarto azotate. L’urina, infatti, contiene urea, sostanza naturale da tempo utilizzata come concime organico. L’urea viene usata per fertilizzare il terreno e in dosi che devono essere proporzionate alla composizione chimico fisica dello stesso. Troppa urea, infatti, rischia di causare fenomeni di eccesso di azoto e di carenza di altri minerali, carenza causata proprio dall’accumulo di sali ureici. Nel caso del pomodoro, dunque, meglio mantenersi sulla semplice somministrazione di stallatico, dimenticando “ la pazza idea” di urinare magari sulla pianta coltivata in vaso. L’urina, tecnicamente, si può usare solo in dosi piccolissime e sempre per la concimazione di fondo, diluendola in otto parti di acqua. Non sappiamo dirvi i reali risultati di questo concime, ma siamo certi che abituarsi all’idea di mangiare pomodori concimati con la pipì non sia affatto facile. Passi lo stallatico, ormai universalmente accettato, ma anche l’urina… In ogni caso, per la concimazione dei pomodori, specie di quelli in vaso, si possono reperire degli ottimi concimi presso i punti vendita specializzati. Si tratta di concimi minerali (chimici) contenenti il giusto titolo di macro e microelementi e la spiegazione dettagliata delle quantità da somministrare e dei periodi entro cui farlo.
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