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Come già detto al paragrafo precedente, la concimazione del vigneto non è complicata. Anzi, questa si presenta piuttosto semplice e non richiede profonde conoscenze agrarie. In ogni caso, chi si accinge a concimare un vigneto solitamente le conoscenze le ha o le possiede da tempo, perché i vigneti sono delle realtà produttive affidate a produttori con esperienza o ad aziende agricole in possesso delle adeguate conoscenze di concimazione. Semmai, per la vastità di alcuni vigneti, la concimazione si può presentare piuttosto faticosa e spesso viene eseguita in modalità totalmente meccanizzata. Nel caso di un vigneto, infatti, i concimi da somministrare sono nell’ordine dei quintali per ettaro. L’analisi chimico-fisica del terreno consente proprio di stabilire quanti quintali di azoto, fosforo e potassio vanno somministrati alla vite. Queste sostanze, dette macroelementi, vanno somministrate in diversi momenti dello sviluppo vegetativo del vigneto, ovvero durante l’impianto, lo sviluppo delle piante e la fruttificazione. Durante queste tre fasi si distinguono una concimazione di impianto, di allevamento e di produzione.
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La concimazione di impianto consiste nel fornire un’adeguata dose di azoto al terreno che dovrà ospitare il vigneto. Se l’impianto sarà effettuato a primavera, la concimazione dovrà avvenire nell’autunno dell’anno precedente. L’azoto favorisce proprio la radicazione e lo sviluppo della pianta. In genere, per la concimazione di fondo, si può usare stallatico maturo considerando una media di quindici quintali per ettaro.
La concimazione di allevamento si effettua durante la fase di sviluppo del vigneto. Il periodo di somministrazione dei concimi varia in base al periodo in cui è stato realizzato l’impianto. In genere, il vigneto può essere messo a dimora dall’autunno alla primavera dell’anno successivo, escludendo però il mese di gennaio. Se l’impianto è stato realizzato a fine inverno, la concimazione di allevamento può iniziare pochi giorni dopo, somministrando un fertilizzante azotato. In autunno, invece, si procede a somministrare concimi bilanciati a base di azoto, fosforo e potassio. Il titolo di macroelementi varierà in base alla composizione del terreno. Dopo l’esame del suolo si potranno consultare delle apposite tabelle dove sono indicate le proporzioni di macroelementi da somministrare. In genere, per la concimazione di allevamento, bisogna somministrare una media di due quintali e mezzo o tre quintali e mezzo di concime chimico per ettaro. Il dosaggio esatto della somministrazione si potrà calcolare soltanto dopo aver valutato la composizione del terreno e dopo aver consultato le tabelle comparative predisposte per diverse tipologie di vigneti e di terreni.
La concimazione di produzione prevede tre interventi: due a primavera e uno in autunno. Gli interventi primaverili vanno effettuati a fine gennaio e inizio febbraio, e a fine primavera, inizio estate. Durante queste concimazioni si somministrano fertilizzanti azotati, mentre nella concimazione autunnale ( settembre-ottobre) si somministrano concimi a base di azoto, fosforo e potassio con un titolo di potassio superiore agli altri due elementi. Questo composto, infatti, migliora la qualità dei frutti e rafforza la struttura della vite. Anche il dosaggio di questi concimi non può prescindere dalla valutazione del terreno. Nei suoli già ricchi di potassio si può procedere a ridurre in proporzione la quantità di questo elemento. Durante la produzione, vanno somministrati circa tre quintali di concime per ettaro. La somministrazione può avvenire a spaglio, ma così si rischia di sprecare ingenti quantità di fertilizzanti. Solitamente, nei vigneti, i concimi si somministrano per filare. In alternativa si può usare la fertirrigazione o concimazione fogliare, da praticare tramite diluizione dei concimi in acqua. Questa tecnica è molto costosa e richiede l’implementazione di specifici impianti di irrigazione. Proprio per i suoi costi, questa tecnica viene usata solo in caso di carenze nutrizionali della vite.
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