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Il frumento, sia nella fase di pre- semina che della raccolta, necessita di un’adeguata concimazione a base di azoto. La concimazione azotata è una delle pratiche più complicate da effettuare per il frumento, perché non è semplice stabilire a priori la giusta quantità di azoto da distribuire al terreno e alla pianta. La concimazione azotata del frumento è soprattutto legata alle condizioni climatiche dell’area in cui il cereale viene coltivato e alle condizioni del terreno. L’azoto nitrico, ad esempio, subisce l’effetto di dilavamento del terreno e altri processi, come l’umificazione e la lisciviazione, che depauperano gran parte dell’azoto contenuto nel concime. Ecco perché nella concimazione del frumento conviene usare azoto ammoniacale o a lento rilascio. La trasformazione in azoto nitrico avviene in maniera più lenta e si consente alla pianta di assorbire la giusta quantità di azoto di cui ha bisogno. La quantità di azoto ideale va determinata anche in base alla piovosità del territorio. Nelle zone piovose, infatti, gran parte dell’azoto dei concimi viene dilavato e diventa quindi impossibile da far assorbire alle radici della pianta. Per evitare questo inconveniente, i ricercatori hanno messo a punto un concime azotato con un inibitore della nitrificazione. Questo concime stabilizza la molecola di azoto consentendone il rilascio alla pianta prima che avvenga la reazione chimica che porta alla formazione dei nitrati. Con questo concime, le perdite azotate risultano estremamente ridotte.
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La concimazione del frumento avviene usando concimi nitrici, ammoniacali, nitroammoniacali, organici, a lento rilascio e a rilascio controllato. I concimi nitrici sono quelli che registrano le perdite maggiori, quelli ammoniacali hanno un periodo più lungo di trasformazione in nitrati, quelli nitroammoniacali presentano una quota di azoto che viene immediatamente persa, mentre l’altra viene trasformata più lentamente. I concimi organici sono simili a quelli ammoniacali e non sono immediatamente disponibili per la pianta. I concimi a lento rilascio e a rilascio graduale sono insolubili in acqua e vengono rilasciati più lentamente rispetto all’azoto nitrico. Quest’utimo viene immediatamente assorbito dalle piante, anche se presenta il rischio del dilavamento e di maggiori perdite nel terreno. La concimazione azotata è importante in tutte le fasi di vita della pianta, ma in fase di pre-semina è meglio non eccedere, così come è necessario evitare le carenze. Una carenza di azoto causa una cattiva crescita della pianta, che si presenta molto scarsa di glutine e di proteine e con una colorazione anomala.
La concimazione azotata del frumento prevede tre fasi: dalla semina all’inizio della levata, dalla levata alla fioritura e dalla fioritura alla raccolta. Nella prima fase, il frumento assorbe pochissime sostanze nutritive ( azoto compreso) che ammontano a circa il 20% dell’intero concime somministrato. In questa fase, su 160 chili per ettaro di concime, vengono assorbiti solo 30 chili per ettaro di azoto. La concimazione azotata della prima fase, da effettuare tra l’autunno e l’inverno, va effettuata riducendo l’apporto di azoto, ma non eliminandolo del tutto, perché questo elemento stimola la crescita delle spighe. L’azoto va distribuito anche in pre-semina, ma in tal caso la quantità deve essere limitata solo a circa 30 chili di concime per ettaro. In questa fase vanno bene anche concimi ammoniacali o a lento rilascio. Il tipo di concime da somministrare dipenderà anche dalle condizioni climatiche. In caso di pioggia, si devono effettuare due concimazioni: metà a base di concimi ammoniacali e metà a base di concimi nitrici. La concimazione nitrica deve avvenire circa un mese dopo la levata. In caso di clima poco piovoso, si può effettuare un’unica concimazione azotata a base di concime ammoniacale.
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