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La cenere di legna è il residuo in polvere o solido della combustione della legna. Questo residuo può avere forma, composizione e caratteristiche che variano in base alla legna da cui deriva, legna che deve però appartenere ad alberi non trattati chimicamente. La cenere di legna è un ottimo concime ad effetto fertilizzante e consente di limitare i danni causati dal disboscamento. Per le sue caratteristiche chimico-fisiche, la cenere di legna va usata solo per alcuni particolari tipi di piante o per modificare e migliorare le caratteristiche chimico fisiche del terreno. Questa sostanza, infatti, è composta da elementi poco volatili, coma potassio e fosforo, mentre contiene pochissimi microelementi, come ferro, zinco o rame. Elevato, è invece, il contenuto di calcio, che dà alla cenere una reazione fortemente alcalina. Per il suo contenuto, la cenere va usata per le piante che hanno forti necessità di potassio, come la patata e per tutte le colture che hanno necessità di fosforo. Per il contenuto fortemente alcalino, la cenere di legna si può usare anche come ammendante e correttivo dei terreni troppo acidi. In tal caso bisogna usarla in seno alla concimazione di fondo o di preparazione del substrato. Vista la mancanza di azoto, è consigliabile usare la cenere in abbinamento ad altri concimi organici o minerali, come il letame o il solfato ammonico. Nel caso della concimazione di fondo e di utilizzo del letame, la cenere può essere distribuita con un certo anticipo rispetto alla concimazione organica. Le sostanze della cenere, infatti, sono poco volatili e non rischiano di disperdersi nel suolo. La cenere, inoltre, consente di controllare le fermentazioni acide dei microrganismi che metabolizzano le sostanze contenute nel letame.
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La cenere, come già detto al precedente paragrafo, si può usare per la concimazione di fondo del terreno o nelle piante che hanno elevate necessità di potassio e di fosforo. In alcuni casi, la cenere si usa anche nella fase di pre –semina e sempre a scopo di correzione del terreno. Con la cenere si possono concimare anche arbusti, ortaggi, siepi ornamentali, alberi da frutto, mentre non si devono assolutamente concimare le piante acidofile, amanti dei terreni acidi e riluttanti all’azione del calcio, tra cui azalee, rodondentri, camelie, orchidee, mirtilli, eriche e ortensie.
La cenere di legna si somministra nella dose di duecento grammi ogni metro quadro. Con questa dose si possono colmare tutte le esigenze di fosforo e di potassio di qualsiasi pianta, mentre la parte di azoto va compensata aggiungendo quaranta grammi di solfato ammonico ogni metro quadro. La cenere può essere aggiunta alla formazione del compost, per correggerne l’acidità, nella dose di tre, quattro chili ogni metro cubo di sostanza fermentata. La cenere viene spesso spruzzata sugli ortaggi e sulle piante da orto, a scopo antiparassitario. Le polveri di questo concime, infatti, bloccano l’apparato respiratorio degli insetti parassiti, provocando la morte degli stessi. Negli arbusti, la cenere si sparge nella base del terreno su cui si proietta la chioma, ovvero nell’area dove si concentrano le radici. La cenere di legna vergine e non trattata è anche ammessa in agricoltura biologica. Le normative in merito consentono di abbinare, alla stessa, letame essiccato o pollina, oppure letame maturo o compost. In tal modo si ottiene un fertilizzante più completo. Per un migliore utilizzo del concime, è consigliabile somministrare la cenere dopo la preparazione e la fermentazione del letame o del compost. In passato, la cenere di legna veniva anche usata per produrre un detersivo. Questo prodotto, chiamato lisciva ( o liscivia), si otteneva facendo filtrare la cenere in acqua bollente. La lisciva veniva usata per detergere le stoviglie e le lenzuola. In agricoltura, ma anche in altri campi, è assolutamente vietato l’uso di cenere di legna trattata chimicamente dopo l’abbattimento degli alberi, di carbon fossile e di carta. La cenere di questi prodotti contiene, infatti, sostanze tossiche e metalli pesanti che possono nuocere sia alla salute dell’uomo che delle piante e dell’ambiente.
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