Uva rossa

L'uva rossa

L'uva rossa, con ogni probabilità, è tra le prime uve che sono state utilizzate dall'uomo, al fianco del bianco moscato, sia per quanto riguarda le operazioni di vinificazione sia per quanto concerne il consumo fresco.

Al giorno d'oggi, l'uva rossa si può considerare un elemento fondamentale nel campo dell'enologia, mentre il suo impiego per il consumo fresco, nella maggior parte dei casi, non è molto diffusa, dal momento che le preferenze degli appassionati spesso vertono sull'uva bianca, decisamente più dolce, anche se, almeno sul piano teorico, l'uva rossa presenta al suo interno una concentrazione maggiore di polifenoli e di componenti che fanno bene all'organismo umano.

Le bucce dell'uva rossa, infatti, presentano una concentrazione molto più alta in confronto alla varietà bianca, almeno dal punto di vista delle sostanze coloranti.

Nel campo dell'enologia, al contrario, è la varietà rossa ad essere un po' più preferita rispetto all'uva bianca, anche se queste ultime stanno colmando questo gap grazie all'introduzione di svariate tecniche di vinificazione che si sono sviluppate e innovate nel corso degli anni, garantendo un più elevato controllo dei processi produttivi.

Per quanto riguarda l'uva rossa, inoltre, non c'è mai stato alcun problema per quanto riguarda la vinificazione della colorazione del vino: ecco spiegato il motivo per cui l'uomo si è tradizionalmente trovato meglio con la varietà rossa.

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La vinificazione in rosso

uva rossa2 La vinificazione in rossa si caratterizza per non essere, infatti, così delicata come quella per le varietà bianche. Dopo aver provveduto ad eseguire l'operazione di pressatura delle uve, c'è la possibilità che vengano ammostate insieme alle bucce ed ai vinaccioli, ma in qualche caso vengono mischiati anche i raspi, durante la fase di macerazione e fermentazione.

Proprio quest'ultima fase presenta una durata che può variare in modo notevole: si va da pochi giorni fino a circa due settimane, in relazione alla tipologia di uva così come al prodotto che si ha intenzione di ottenere, come ad esempio dei particolari vini d'Oltralpe, gli Hermitage.

La temperatura di fermentazione deve variare in relazione alla tipologia di uva che viene impiegata.

Infine, la vinificazione in rosso si può eseguire anche operando con degli assemblaggi di uve bianchi, come accade nella maggior parte dei casi con i grandi Còte Ròtie della parte meridionale del Rodano.

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Le uve rosse nel mondo

Le più importanti uve rosse presenti in tutto il mondo fanno parte di una categoria di uve che vengono chiamate nobili, che comprendono sia uve francesi che uve italiane, anche se nel corso degli ultimi anni anche altre varietà si stanno aggiungendo a questo elenco: segno tangibile che il settore dell'enologia sta per essere riscoperto anche da tanti altri paesi.

Senza ombra di dubbio, ci sono alte aspettative su diversi produttori spagnoli, mentre a livello intercontinentale, dobbiamo sottolineare come non contino tanto le quantità di produzione, ma più che altro il fatto che per la vinificazione vengano impiegate uve europee, le uniche in grado di garantire un certo livello di qualità.

Lasciando perdere il continente europeo, i più importanti paesi produttori di vino sono il Cile, l'Argentina, gli Stati Uniti,il Sudafrica, la Nuova Zelanda e l'Australia: in tutte queste nazioni le vinificazioni principali riguardano uve francesi, mentre quelle italiane solo nel corso degli ultimi anni si stanno diffondendo in California.

Le uve francesi possono contare su questo vantaggio nei confronti delle uve italiane sopratutto in virtù del fatto che hanno saputo subito sfruttare le denominazioni di origine, che erano già presenti in Francia nei primi anni del Novecento.


Uva rossa: Le migliori uve rosse

Stilare una classifica delle migliori uve rosse in tutto il mondo è piuttosto difficile al giorno d'oggi. Senza ombra di dubbio, si deve cominciare dalle uve grandi nobili, di stampo internazionale, ma al tempo stesso non si devono dimenticare nemmeno le grandi uve regionali che stanno raccogliendo un buon successo attualmente sul mercato, incluse anche quelle specie che provengono dalla parte meridionale della penisola italiana.

Le prime uve che furono chiamate nobili corrispondono alle bordolesi Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc e, a ruota, anche il grande Pinot Noir.

Al fianco di queste uve grandi nobili, troviamo le uve grandi italiane, come il Nebbiolo e il Sangiovese.

Per quanto riguarda i vitigni francesi, dobbiamo sottolineare la differenza tra il freddo Pinot Noir, il semifreddo Merlo e i caldi Cabernet: nei primi due casi, le coltivazioni non raggiungono mai il bacino meridionale del Mediterraneo, mentre nel terzo caso si tratta di una varietà molto più adattabile ai climi caldi ed afosi, al punto che esistono delle coltivazioni anche all'interno della Sicilia.

Il grande Nebbiolo, al contrario, non è in grado di garantire dei buoni risultati anche senza riferirsi alla sua zona di origine: infatti, è stato testato pure in California, in un zona umida che, almeno sul piano teorico, dovrebbe offrire i medesimi elementi del territorio piemontese, ma al contrario non sono stati riscontrati sicuramente gli aromi della varietà prodotta in Italia.



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