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L’uva Regina si caratterizza per avere un ottimo livello di resistenza, in particolar modo nel corso dei trasporti (e questo aspetto la rende perfetta anche per essere portata in tutte le altre regioni italiane): si tratta di una caratteristica decisamente importante, dal momento che negli scambi commerciali una debole conservazione potrebbe andare a provocare danni ingentissimi a tutti i fatturati.
L’uva Regina può contare sulla presenza di acini piuttosto grandi, con una forma ellissoidale ed una buccia che si dimostra sempre piuttosto spessa, dall’ottima consistenza ed estremamente ricca di pruina, che funge da protezione per la polpa, decisamente fragrante e completa, anche per via di un’elevata concentrazione di zuccheri, che permette di garantire una certa dolcezza ed aroma al moscato.La colorazione dell’uva regina è tipicamente dorata, con il grappolo che presenta delle elevate dimensioni, così come un peso che supera i 500 grammi, dalla forma a cilindro ed alata nella sua porzione superiore. SI predilige una coltivazione con la tecnica a cordone, mentre la potatura è, nella maggior parte dei casi, luga. L’uva Regina, inoltre, non presenta un carattere di vigoria specifico, ma si dimostra sempre particolarmente produttiva, senza dimenticare come preferisca dei metodi di allevamento a cordone rinnovabile e, infine, la vendemmia deve essere eseguite verso gli ultimi giorni del mese di agosto.All’ uva Regina bianca si può assegnare, senza ombra di dubbio, il primato tra le diverse uve Regine, al giorno d’oggi incrociata con l’intento di attuare dei notevoli miglioramenti per ciò che concerne la qualità e le principali caratteristiche.
Si tratta di una particolare uva da tavola, che veniva già coltivata con una buona frequenza dai popoli antichi: secondo diversi studiosi, una delle prime zone geografiche interessate dalla coltivazione dell’Uva Regina potrebbe essere stata proprio la Siria e, in virtù dei floridi commerci dei Fenici, la sua diffusione conobbe l’intera area mediterranea e, ovviamente, con l’avvento degli antichi Romani, si estese all’intero continente europeo.Ad ogni modo, l’Uva Regina bianca presenta delle origini a tal punto antiche che ciascuna area ha di fatto conosciuto delle varietà personalizzate, che vengono denominate con svariati sinonimi, nonostante appartengano all’uva Regina.All’interno della penisola italiana, infatti, l’Uva Regina è estremamente diffusa anche con il nome di Pergolona, Regina di Firenze, Inzolia Imperiale e tanti altri ancora, anche se presenta una diffusione così poco circostanziata che è arrivata perfino d’Oltralpe, con la denominazione di Dattier de Beyrouth, mentre in Grecia si può trovare come Rasaki e in Romania come Aleppo, senza dimenticare l’Oceania, in cui viene chiamata Waltam Cross.L’uva Regina bianca è particolarmente conosciuta e diffusa per via della sua grande dolcezza, ma anche in virtù del fatto che riesce a resistere bene ai trasporti, aspetto che la rende sicuramente l’ideale per poter essere esportata un po’ in tutte le regioni italiane e non solo, ovviamente.
Ad ogni modo, rispetto all’incrocio di cui parlavamo in precedenza, l’uva Regina bianca viene allevata seconda la tecnica del tendone oppure a pergola, con la potatura sempre mantenuta lunga.Si tratta di una specie che presenta un elevato grado di produttività, con dei grappoli dalla forma cilindrica dalle elevate dimensioni, con un peso che, al contrario dell’incrocio, è poco più leggero, dal momento che non va oltre i 400 grammi.La coltivazione dell’uva Regina bianca avviene, nella maggior parte dei casi, all’interno di terreni particolarmente ricchi di organicità e molto freschi, che si possono lavorare in profondità senza problemi, sfruttando delle concimazioni di letame maturo.Gli acini dell’uva Regina bianca si caratterizzano per avere le stesse caratteristiche proprie dell’incrocio, mentre l’epoca di maturazione avviene in modo piuttosto tardivo, visto che si verifica nel corso della prima settimana del mese di settembre.
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