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L’occasione per i francesi di pubblicizzare le loro uve capitò proprio nel momento in cui compresero quanto fosse fondamentale il commercio di vino con i loro vicini britannici, che hanno sicuramente ben poco da imparare quando si tratta di scambi commerciali.
Infatti, furono proprio gli inglesi i più importanti importatori di vino fino al momento in cui sbarcarono sul commercio internazionale gli Stati Uniti, l’attuale potenza mondiale anche sotto questo punto di vista.Ad ogni modo, il commercio vinicolo conobbe un binario, quello tra Francia ed Inghilterra, che si protrasse per diversi anni e che aumentò a dismisura, anche favorito dal fatto che, a quei tempi, i trasporti non erano così efficaci e pratici come al giorno d’oggi e, per tale ragione, la qualità e dei vini e la grande vicinanza territoriale tra le due nazione era un aspetto decisivo nello scambio commerciale.Inoltre, i britannici avevano a disposizione, per diversi anni, le terre del Bordolese, che diventarono la principale fonte per approvvigionarsi, al punto tale che per i vini di tale regione si sfrutta spesso la denominazione di Claret, di derivazione inglese.Oltre a tutto ciò che abbiamo appena avuto modo di sottolineare, dobbiamo anche mettere in evidenza come i viticoltori francesi ebbero il pregio di aver portato a galla diverse innovazioni, che ebbero il merito di rendere le proprie uve, e di conseguenza anche i vini, popolari ed apprezzati praticamente su tutto il pianeta, con un margine temporale di almeno qualche secolo in confronto a tutte le altre nazioni.
Quando parliamo delle innovazioni che sono state messe a punto dai viticoltori francesi facciamo riferimento indubbiamente al marketing ed alla Champagne, la vera ragione del grandissimo successo dell’enologia made in France.I più importanti produttori della regione Champagne, infatti, ebbero il grande merito di comprendere per primi come il marchio e la pubblicità fossero due elementi inscindibili con la vendita di vino, già nel corso dei primi anni dell’Ottocento. Fu così che alcune potenti aziende cominciano a sponsorizzare lo sport ippico e poi quello delle quattro ruote, cominciando ad avanzare richieste e proposte come fornitori ufficiali di svariati casati reali europei, ma anche di alcune famiglie reali che si trovavano dall’altra parte dell’oceano.La Francia ebbe anche il merito di aver subito provveduto a disciplinare la novità dal punto di vista normativo, emanando delle legislazioni di qualità dei vini, di cui la prima venne rilasciata sotto la guida di Napoleone III nel 1855, mentre la prima denominazione in assoluto risale proprio al 1907 con la Champagne.Furono proprio queste le ragioni di un autentico boom per i viticoltori francesi e per le uve d’Oltralpe, garantendosi il primato mondiale fino a quando anche nella nostra penisola non è cambiato qualcosa, in particolar modo nel corso dell’ultimo ventennio, in cui l’Italia sta cercando di riprendersi lo scettro del panorama enologico internazionale.Sono davvero estremamente numerose le uve francesi che vengono impiegate ormai in tutto il mondo per la produzione di ogni sorta di vino. Si tratta, in definitiva, di uve che si possono trovare praticamente in tutte le zone vinicole, a partire dalla sponda meridionale dell’America fino alla California, senza ovviamente dimenticare anche il Sudafrica e la nostra penisola.
In realtà, però, è un altro continente quello in cui tali uve sono estremamente popolari e coltivate: stiamo parlando, nello specifico, dell’Australia e della Nuova Zelanda, in cui vengono messe in risalto anche e soprattutto le conoscenze transalpine in tema enologico.Sia l’Australia che la Nuova Zelanda, infatti, si possono considerare come due nazioni di una certa importanza per quanto riguarda la produzione di uve francesi, ma al tempo stesso sono tra i più celebri importatori di enologici e botanici transalpini, che stanno mettendo a disposizione tutte le loro conoscenze e la loro esperienza per garantire una migliore coltivazione delle uve in Australia.Ebbene, già da qualche tempo i risultati di queste scelte stanno cominciando ad essere particolarmente positivi e, proprio per tale ragione, il continente australiano sta iniziando ad emergere ed a mettersi in risalto all’interno dell’enologia internazionale.
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