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Come detto al paragrafo precedente, le serre fotovoltaiche sono delle coperture al cui interno vengono coltivate piante, fiori oppure ortaggi. La differenza rispetto alle serre tradizionali è che il tetto di quelle fotovoltaiche è costituito da una serie di pannelli solari. Questi pannelli possono servire per convogliare una maggiore quantità di luce solare nella serra, stimolando una veloce maturazione delle piante coltivate, oppure a produrre energia elettrica da usare per l’autoconsumo e per l’attività agricola nel suo complesso. Un dato è certo: con la fine degli incentivi del Conto Energia, le serre fotovoltaiche non possono più servire a produrre elettricità per beneficiare degli incentivi statali. Sgomberato il campo da inutili equivoci, possiamo dire che le serre fotovoltaiche possono essere una valida soluzione per produrre energia pulita e per ridurre le emissioni di CO2 e i costi della bolletta per l’energia elettrica. Le bollette elettriche per i consumi aziendali, sono, infatti, abbastanza salate, e spesso incidono notevolmente sui costi complessivi dell’attività agricola. Produrre energia in proprio può abbattere sensibilmente i costi di queste bollette. Un altro vantaggio delle serre fotovoltaiche è rappresentato dalla riduzione degli impianti fotovoltaici a pieno campo, che negli anni hanno sottratto migliaia di ettari di superficie coltivabile all’agricoltura.
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Le serre fotovoltaiche sono composte da una struttura tubolare ( metallo rivestito a caldo), da pareti con diversi materiali( plastica, polietilene e policarbonato) e tetti la cui copertura è rappresentata da una serie di pannelli fotovoltaici: gli stessi che si usano per gli impianti sul tetto di casa o sui terreni agricoli. La struttura metallica delle serre è di solito in acciaio zincato, resistente agli agenti atmosferici e molto stabile. Queste serre possono essere dotate di dispostivi di fissaggio stabili o removibili. La creazione di una serra fotovoltaica presuppone però la valutazione dell’impatto ambientale che la stessa avrà sulla superficie agricola e sull’ambiente circostante. La valutazione di impatto ambientale è, infatti, il passaggio burocratico più importante nella fase di realizzazione della serra fotovoltaica: senza questa autorizzazione non si potrà procedere alla costruzione. La valutazione di impatto ambientale consiste in uno studio, redatto da progettisti abilitati, in cui si evidenzia proprio l’impatto che la struttura avrà sull’ambiente. Lo studio va depositato presso gli uffici regionali competenti, che emetteranno un parere ( positivo o negativo ) in merito. Il parere positivo degli uffici regionali costituirà autorizzazione amministrativa per la costruzione della serra. Le moderne serre fotovoltaiche sono realizzate dalle ditte costruttrici in modo da rispettare tutti i parametri richiesti dalle legge, compresi anche quelli di sicurezza antisismica. Sempre secondo le leggi, solo il 50% del tetto della serra può essere adibito all’installazione di pannelli fotovoltaici, la restante parte può essere rivestita in policarbonato. I materiali per le chiusure della serra possono essere in polietilene o policarbonato. Il primo è più economico, mentre per le porte di ingresso si consiglia di usare sempre il secondo, più resistente e solido rispetto al polietilene.
Il costo della serra fotovoltaica dipende anzitutto dalle dimensioni e dal tipo di struttura scelta. Più questa sarà grande, maggiore sarà il numero di pannelli solari da installare. In commercio esistono serre fotovoltaiche monofalda, doppia falda e multifalda. Le prime sono composte da un tetto singolo a forma di pensilina, le seconde da un tetto spiovente, le ultime, da una serie di tettoie collegate tra loro. Le serre più costose sono quelle multifalda, queste hanno però il vantaggio di poter produrre potenze accettabili di energia elettrica. La scelta di un tipo di serra piuttosto che di un’altra dipenderà dal tipo di pianta da coltivare e dall’esposizione solare. I massimi rendimenti si ottengono su aree costantemente esposte all’irradiazione solare. Da ricordare che con una parte del tetto occupata dai pannelli solari, la quantità di luce solare che colpisce direttamente le piante risulta dimezzata. Per questo problema, alcune serre fotovoltaiche sono state usate solo per coltivare funghi. Prima di spendere denaro, bisogna, quindi, valutare la quantità massima di energia da produrre e usare per l’autoconsumo e per la coltivazione delle piante scelte.
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